Il voto del Parlamento UE sulla proposta di Regolamento. Un’ora: è questo il tempo concesso alle piattaforme online per la rimozione di contenuti a carattere terroristico segnalati da una autorità nazionale, oltre a sanzioni fino al 4% del fatturato globale per violazioni persistenti. Con 35 voti a favore, 1 contro e 8 astensioni la Commissione per le libertà civili del Parlamento UE ha votato lunedì 8 aprile una proposta di normativa (Regolamento COM(2018) 640 final presentata lo scorso settembre) mirata prevenire la diffusione di contenuti terroristici online. La norma non pone in capo alle piattaforme un obbligo generale di sorveglianza o monitoraggio (filtri), ma richiede loro di intervenire e rimuovere tempestivamente (obblighi di diligenza) i contenuti terroristici ospitati online su segnalazione di una autorità nazionale competente (al riguardo il regolamento impone agli Stati membri di autorizzare le autorità competenti a emettere ordini di rimozione). Quando l’operatore ha ricevuto un numero sostanziale di ordini di rimozione l’autorità può predisporre inoltre “misure addizionali” quali ad es. l’obbligo di riferire regolarmente all’autorità sul tema, o impiegare risorse addizionali dedicate. Ad ulteriore salvaguardia della libertà di manifestazione del pensiero la Commissione ha votato affinché la norma non preveda fra tali misure addizionali un obbligo generale di monitoraggio, ma al tempo stesso escluda l’utilizzo di strumenti automatizzati.
Si definisce contenuto terroristico qualsiasi materiale-testo, immagini, registrazioni sonore o video- che “incita a commettere o sollecita a contribuire a commettere reati terroristici, fornisce istruzioni per la commissione di tali reati o sollecita la partecipazione ad attività di un gruppo terroristico”. Rientrano nella fattispecie, per es., contenuti che forniscono indicazioni su come fabbricare esplosivi, armi da fuoco e altre armi a fini terroristici. Sono esplicitamente esclusi: opinioni o controversie su questioni politiche delicate, e contenuti diffusi a scopi educativi, di ricerca, giornalistici. La norma, secondo il relatore del provvedimento, il Parlamentare britannico Daniel Dalton (conservatore), tiene in dovuto conto la dimensione aziendale e la capacità economica prevedendo per le imprese più piccole un preavviso più ampio (12 ore) e assistenza. Tale preavviso e informazioni sulle procedure sono previste anche per le maggiori piattaforme contattate dall’Autorità in prima istanza. Sulla proposta si esprimerà in sessione plenaria il Parlamento UE uscente la prossima settimana ma sarà il nuovo a finalizzare il testo.
Il voto giunge dopo il caso della persistenza di immagini relative al massacro della moschea di Christchurch in Nuova Zelanda, Youtube ha rimosso i contenuti condivisi dagli utenti fino a 24 ore dopo l’evento. Questo provvedimento è ascrivibile alla linea di responsabilizzazione delle piattaforme online portata aventi a livello normativo in UE – GDPR, che è divenuto modello a livello internazionale, e riforma del copyright online, su cui si dovrà esprimere il voto finale del Consiglio UE a breve, ma anche di giurisprudenza europea e nazionale. Nel Regno Unito si segnala la recente consultazione sulla responsabilità delle piattaforme online. Linea di responsabilizzazione che CRTV ha sempre ritenuto che debba informare una nazionale ed europea politica pro-futuro, ossia volta a promuovere un ecosistema online equo e sostenibile per utenti e imprese.