TV4.0 significa innovazione, il 5G sia occasione di evoluzione di sistema. Nella seduta di mercoledì 26 giugno, si è svolta presso la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazione della Camera dei deputati l’audizione di Confindustria Radio Televisioni nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data.
“Il sistema radiotelevisivo italiano ha un ruolo centrale nel processo verso il 5G” ha esordito Franco Siddi, Presidente di Confindustria Radio Televisioni “quest’ultimo e la televisione hanno intrecci importanti e il sistema della televisione digitale necessita di attenzione affinché il passaggio al 5G sia l’occasione di evoluzione e di trasformazione verso la TV 4.0 e non un elemento di depauperamento del settore audiovisivo nazionale”.
Il Presidente ha indicato che il 5G coinvolge direttamente il settore audiovisivo nazionale in quanto:
- la banda 700 MHz è oggi densamente utilizzata dalle televisioni nazionali e locali;
- il ruolo del sistema audiovisivo italiano è fondamentale per il take-up dei sistemi ultra-broadband e 5G (oggi l’Italia è nelle ultime posizioni come sottoscrizioni ai servizi ultra-broadband secondo gli indici DESI).
Confindustria Radio Televisioni ritiene infatti che uno dei volani principali per incentivare la domanda dei servizi ultra-broadband e 5G sia rappresentato proprio dalla trasformazione della piattaforma televisiva broadcasting e on-demand verso la TV 4.0.
I punti di attenzione da tener presenti nel momento in cui ci si appresta a gestire una transizione di sistema:
Apparecchi TV obsoleti. E’ necessario impostare una transizione non traumatica del sistema industriale e dell’utenza, ancora oggi fortemente caratterizzata da una dotazione di ricevitori obsoleti, prevedendo una serie di azioni coordinate per incentivare la sostituzione progressiva degli apparecchi di ricezione domestica verso la nuova tecnologia DVB-T2. Oggi sono ancora presenti apparecchi TV di prima generazione in oltre l’82% delle famiglie.
Continuità dei programmi TV. Il passaggio al digitale terrestre di nuova generazione è alla base dell’impianto della legge per garantire la continuità dei programmi diffusi dalla piattaforma. Solo l’utilizzo delle nuove tecnologie di trasmissione e di codifica potrà evitare di dover spegnere dei programmi.
La riduzione di spettro in favore del 5G non deve tuttavia penalizzare le imprese audiovisive che operano in Italia, ma deve diventare una occasione di evoluzione e di trasformazione verso la TV 4.0, tenendo in primaria considerazione che il settore audiovisivo rappresenta la produzione culturale nazionale ed europea, fatta di contenuti originali identitari e non omologati su modelli che non sono propri della nostra cultura.
Tutto questo è già messo a rischio da una concorrenza favorita da una regolazione fortemente asimmetrica in favore di operatori globali in settori “contigui”. Il fatturato di Google, Apple, Facebook, Amazon non viene re-investito in Italia e non produce occupazione. Si tratta di risorse sottratte principalmente alle imprese audiovisive che operano in Italia e che sono fortemente regolate con oneri e vincoli oggi non più sostenibili per garantire la produzione di contenuti e di informazione professionale di qualità.
L’innovazione della TV 4.0: efficienza e rispetto dell’ambiente e della privacy. E’ necessario che il Governo e le Istituzioni garantiscano una transizione in grado di preservare l’accessibilità, la prevalente gratuità e la presenza generalizzata nelle case degli italiani della televisione digitale terrestre, considerando anche il valore dei contenuti che vengono veicolati attraverso i suoi schermi. Il modello broadcast non è infatti alternativo all’on-line, ma complementare e deve evolvere per accompagnare l’utenza in questa trasformazione. La tecnologia broadcast nella sua versione più evoluta – DVB-T2 – è la più efficiente, la più ecologica e la meno costosa per la diffusione di contenuti a un numero molto elevato di persone contemporaneamente e in tempo reale. I sistemi broadcast sono i più rispettosi della privacy degli utenti e dei vincoli sulle emissioni elettromagnetiche.
Il 5G contribuisca all’evoluzione alla TV 4.0. Visto il successo dell’asta sul 5G, Confindustria Radio Televisioni chiede un impegno maggiore da parte del Governo e delle Istituzioni per evitare che il costo di questo passaggio tecnologico finisca per ricadere prevalentemente sulle famiglie, in una già non semplice fase economica, e sulle imprese televisive che operano in Italia. Tali misure potrebbero essere inquadrate nell’ambito di meccanismi di sgravi fiscali e di incentivi alla rottamazione dei vecchi televisori, misura utile anche a fini ambientali con lo smaltimento degli apparecchi obsoleti.
Avanti insieme, nessuno resti indietro. In chiusura Siddi ha ricordato l’importanza dei lavori nell’ambito del Tavolo di coordinamento TV 4.0 (istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, di cui CRTV ha la vice presidenza insieme ad AGCOM) per guidare la transizione. I prossimi passi dovranno focalizzarsi sulla tutela dell’utente in fase di acquisto di ricevitori conformi e su una comunicazione da trasmettere su tutti i canali disponibili in coordinamento tra broadcaster, costruttori, distributori, rivenditori e installatori, “affinché nessuna famiglia italiana rimanga esclusa dalla nuova tecnologia”. Tutti gli utenti dovranno trovarsi nella condizione di affrontare un passaggio ordinato e questo sarà possibile con i meccanismi di ri-sintonizzazione automatica dei canali.
“Le opportunità del 5G sono fondamentali e Confindustria Radio Televisioni rappresenta la volontà di tutte le imprese televisive associate di tradurre questa trasformazione in uno sviluppo virtuoso ed effettivo verso le nuove tecnologie, che richiederanno molti investimenti da parte del sistema produttivo e industriale audiovisivo operante in Italia”.
Per scaricare il documento CRTV depositato alla Camera QUI