Pluralismo, atto di indirizzo dovuto per la contingenza politica, necessità di lavorare sull’ambiente online con norme attuative delle disposizioni UE e co-regolazione . Tenuta e potenziamento delle infrastrutture di rete, equo accesso di tutti i cittadini, salvaguardia del pluralismo informativo e radiotelevisivo, qualità dell’informazione, ruolo del servizio pubblico ed esercizio delle nuove competenze in materia digitale: sono i dossier su cui l’Agcom sta lavorando dall’inizio della consiliatura, iniziata nell’ ottobre scorso, nell’ambito dei quattro grandi temi di competenza dell’Autorità (reti, audiovisivo, digitale e poste). Questo l’esordio Presidente AGCOM, Giacomo Lasorella, nel suo intervento presso Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi del 13 aprile in modalità online.
L’intervento si è tuttavia soffermato principalmente sul tema del pluralismo informativo, con particolare attenzione alla genesi della delibera n. 92/21 del Consiglio dell’Autorità, che interviene proprio in ambiti di competenza della Commissione di vigilanza, sulla base dell’invito, delle domande dei parlamentari presenti, e della prolusione del presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini. Quest’ultimo ha ricordato, oltre all’atto di indirizzo, l’esame avviato sulla presenza delle forze politiche di opposizione nel servizio pubblico radio televisivo, su richiesta della senatrice Santanchè e del deputato Mollicone di Fdi.
Pluralismo, l’atto di indirizzo. Il Presidente Lasorella ha indicato che il tema si pone con particolare rilevanza per l’ampia maggioranza che sostiene l’attuale Governo Draghi e la necessità di garantire un’adeguata rappresentazione delle opposizioni.
Il Presidente ha ribadito che AGCOM assicura i principi di pluralismo e informazione dei mezzi di comunicazione radio-televisiva, che è servizio di interesse generale ai sensi dell’art. 7 del TUSMAR. E che la legge n. 28 del 2000 prevede in periodo elettorale vincoli chiari e stringenti in capo ai fornitori di media nazionali, mentre nel periodo non elettorale la valutazione sul rispetto del pluralismo si fonda su una serie di principi generali con un arco temporale più ampio: per la verifica del rispetto del pluralismo, la valutazione è ancorata a un criterio prevalentemente quantitativo (notiziari e programmi di approfondimento), secondo scansioni temporali definite nella delibera 243 del 2010 (parametri di tempo di notizia, tempo di parola, tempo di antenna e chiarisce un peso prevalente il tempo di parola attribuito a ciascun soggetto politico-istituzionale).
Ciò premesso, il Presidente ritiene che le forze politiche monitorate siano quelle presenti all’esito del rinnovo del Parlamento ed elencate nelle tabelle di monitoraggio pubblicate dall’Autorità. E che l’aggiornamento periodico dei dati consente di accertare in tempo utile eventuali lesioni della parità di accesso ai mezzi di informazione. Secondo Lasorella, il tema è quello di contemperare una serie di criteri – consolidati nel tempo e a partire dal 2000 con la legge sulla par condicio – con l’attuale situazione, peculiare e specifica, allargando i criteri fin qui adottati e cercando di adattarli rispetto a tale conformazione parlamentare e al contempo assicurare adeguato rilievo alle opposizioni. L’Autorità si è interrogata sulla possibilità di coniugare il metodo quantitativo con un metodo anche qualitativo nell’atto di indirizzo che, in sintesi, si ispira a quattro principi: adeguato rilievo delle posizioni dell’opposizione; adeguata rappresentazione di tutti i partiti della maggioranza; adeguato ed effettivo contraddittorio; responsabilizzazione delle emittenti, in quanto non basta il computo dei minuti a garantire il pluralismo. È quest’ultima una responsabilità connaturata al ruolo di editore, come ricordato da CRTV in tutte le sedi istituzionali, e valore aggiunto a fronte dell’informazione veicolata attraverso le grandi piattaforme online.
Il nodo delle piattaforme online: contesto UE e adattamento italiano. Il Presidente, infine, ha precisato i limiti della legge n. 28 del 2000 – nata in un mutato contesto politico di riferimento, lontano dal bipolarismo di allora – e sottolinea l’importanza delle nuove tecnologie digitali, le quali meritano un’urgente nuova disciplina, con la tempestiva attuazione della direttiva SMAV, in attesa della più completa attuazione del Digital Services Act. “La nostra missione in questa consiliatura in cui sostanzialmente si realizza quella convergenza per la quale Agcom è stata istituita a suo tempo è forse proprio quella della regolazione del digitale e questo non può che avvenire peraltro in un quadro europeo”, ha detto Lasorella, che ha commentato che tutta la disciplina della regolazione dei servizi digitali è stata finora parziale: la vecchia direttiva Smav in materia di tutela dei minori e tutela dell’audiovisivo, il diritto d’autore, alcuni interventi sul bagarinaggio online (“secondary ticketing”). La cornice complessiva è quello che sta cercando di fare l’Europa attraverso il Digital Services Act integrato dall’attuazione delle due grandi direttive che rivedono la direttiva Smav e la disciplina del Copyright per l’ambiente online: tali direttive, che il Senato dovrebbe approvare nella legge di delegazione europea impegneranno poi il Governo ad attuarle. Al riguardo Presidente ha sottolineato come esista un’interlocuzione con l’esecutivo, e che queste novità rappresentano un’occasione per elaborare un modello di co-regolazione che serva a rispondere alle esigenze dei cittadini (in particolare delle piattaforme digitali e sulla tutela dei minori) e che AGCOM è stata investita del Regolamento sul commercio elettronico.
Fra gli altri argomenti toccati, spazi pubblicitari, contabilità separata e finanziamento della Rai, DZN, responsabilità “social dei giornalisti, tempestività di segnalazioni e interventi (Polizia digitale) per le piattaforme. Il Presidente ha concluso il suo intervento dichiarando che trasmetterà una relazione sui tempi di parola e di notizia del nuovo Governo.
Per approfondire leggi QUI il testo completo dell’intervento.