L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato il 27 dicembre scorso tre focus dedicati ai bilanci della imprese dei media nel quinquennio 2013-2017: dal quadro risulta un “chiaroscuro” recita il comunicato stampa, con il settore televisivo che ha visto i ricavi delle principali imprese aumentare di oltre 300 milioni di euro (di cui pay +107 milioni di euro dal 2013 al 2017 e free + 150 milioni circa. L’Autorità ha anche analizzato l’andamento del settore degli operatori di rete e gestori delle infrastrutture di radiodiffusione, che risulta cresciuto nel periodo considerato ad un tasso medio annuo del 5,4% (e del 2,4% nel solo 2017).
Per quanto riguarda il settore Tv, gli indici reddituali mostrano un trend di riduzione fino al 2016 per poi migliorare nel 2017 quando anche il risultato d’esercizio per la prima volta dal 2012 è tornato positivo (+114 milioni). Relativamente stabile è il ricorso ai mezzi propri per finanziare l’attività; in media, nel periodo considerato, il patrimonio netto complessivo è stato pari al 32,2% delle passività complessive, ma in crescita nel 2017 (32,5% rispetto al 30,8 del 2016). L’occupazione a livello di comparto, conta circa 21.800 addetti a fine 2017, si riduce di circa 250 unità rispetto al 2016
Positivo l’andamento del settore operatori di rete e gestori di infrastrutture di radiodiffusione i cui ricavi, attestati a poco meno di 1,4 miliardi, di cui oltre il 60% dei quali rappresentato dai ricavi di InWit ed EI Towers. Il risultato d’esercizio medio del settore mostra il livello più elevato tra tutti quelli osservabili nei mercati analizzati (16,1% nel periodo), passando tra il 2015 e il 2017 da 150 a oltre 300 milioni di utile netto. Il comparto ha un rapporto tra mezzi propri e passività complessive particolarmente elevato (in media del 67%), rapporto che nel 2017 ha superato il 70%. Il settore rappresenta circa 2.300 addetti diretti, che nel 2017 risultano in flessione del 4,1% su base annua.
Per il settore dell’ editoria i dati registrano una contrazione complessiva di oltre 900 milioni (-17,7%) nel quinquennio con un impatto sull’occupazione del -16% nel quinquennio (-2500 unità).