Con la conclusione della fase 1 del procedimento istruttorio (delibera n. 41/17/CONS) per l’individuazione del mercato rilevante nel settore dei media audiovisivi (SMAV), si coglie l’occasione per riportare alcune definizioni utilizzate dall’Autorità, tratte all’interno dei “ritenuto” della delibera.
Definizioni: Individuazione dei mercati. L’analisi è stata condotta seguendo i criteri propri del diritto della concorrenza (articolo 43 TUSMAR e principi di cui agli articoli 15 e 16 della Direttiva n.2002/21/CE). L’Autorità tuttavia sottolinea che ha dovuto necessariamente tener conto del quadro normativo vigente e delle relative valutazioni e scelte operate a monte dal legislatore. Cita in particolare l’articolo 2, comma 1, lettera s) del Testo Unico che individua i settori di cui si compone il “Sistema integrato delle comunicazioni”, oggetto di indagine da parte dall’Autorità ai fini della tutela del pluralismo e che al comma 1, lettera a), numero 1), nel fornire la definizione di servizi di media audiovisivi, esclude esplicitamente da tale ambito: siti Internet privati e i servizi consistenti nella fornitura o distribuzione di contenuti audiovisivi generati da utenti privati a fini di condivisione o di scambio nell’ambito di comunità di interesse; ogni forma di corrispondenza privata, compresi i messaggi di posta elettronica; i servizi la cui finalità principale non è la fornitura di programmi; i servizi nei quali il contenuto audiovisivo è meramente incidentale e non ne costituisce la finalità principale, che includono, fra gli altri brevi spot pubblicitari o informazioni relative a un prodotto o servizio non audiovisivo; i giochi online; i motori di ricerca; le versioni elettroniche di quotidiani e riviste; i servizi testuali autonomi; i giochi d’azzardo con posta in denaro. Sempre in linea con il citato articolo 2 comma 1, lettera a), numero 1), sono tuttavia stati ricompresi nell’ambito del procedimento i servizi di trasmissione su Internet quale il webcasting, il near video on demand, nonché i servizi a richiesta resi disponibili agli utenti sulla base di un catalogo di contenuti audiovisivi selezionati dal fornitore.
Definizioni: Perimetro dell’analisi, programmi. L’Autorità è tenuta a riscontrare l’eventuale sussistenza di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo: i criteri e le metodologie sono quelli propri del diritto antitrust, considerati come “strumento” per il conseguimento della tutela del principio del “pluralismo esterno”, da intendersi, secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale, come garanzia dell’esistenza di una “pluralità” di voci (offerta di contenuti editoriali) diverse nel settore. Pertanto ai fini delle valutazioni del procedimento, vengono in considerazione non solo i programmi informativi (news, notiziari o programmi di attualità) ma tutti i contenuti audiovisivi, di ogni genere o tipo, che, complessivamente considerati, formano l’offerta editoriale di servizi di media audiovisivi che ogni singolo operatore rende disponibile al pubblico al fine di informarlo, intrattenerlo o istruirlo. Infine spetta all’Autorità il compito di valutare se ogni singolo ambito costituisce un solo mercato ovvero se è suscettibile di essere segmentato in più mercati.
Definizioni: Servizi di media audiovisivi. Per il procedimento viene in rilievo la definizione, di derivazione comunitaria, di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), numero 1) del Testo Unico. Come indicati precedentemente. Si tratta, secondo l’Autorità “di una nozione ampia e precisa che consente di ricomprendere tutte le offerte editoriali di contenuti e di servizi predisposti da ogni singolo operatore al fine di informare, intrattenere o istruire il grande pubblico, con la sola esclusione dei servizi tassativamente elencati nel medesimo articolo”.
Definizioni: Pay e free. Sotto il profilo merceologico, l’Autorità distingue il mercato dei servizi di media audiovisivi in chiaro dal mercato dei servizi di media audiovisivi a pagamento, confermando l’impostazione seguita nel documento in consultazione: “tale distinzione risulti pienamente coerente con il consolidato orientamento delle autorità nazionali di concorrenza e della Commissione europea, così come emerge dalla disamina della vasta casistica antitrust rilevante (§ 163-226)”. Nelle offerte televisive a pagamento permangono caratteristiche specifiche – ampia offerta di contenuti premium, costi fissi e sunk di tipo endogeno sostenuti dagli operatori della televisione a pagamento rispetto agli operatori della tv in chiaro – che risultano idonei ad erigere barriere all’ingresso, limitando i processi di sostituibilità dal lato dell’offerta e la concorrenza potenziale: “nell’ambito della Fase 2 dell’istruttoria, pertanto, l’analisi dei suddetti mercati della televisione a pagamento e di quella in chiaro terrà conto, tra i criteri individuati dallo stesso articolo 43, comma 2, del Testo Unico, delle barriere all’ingresso negli stessi, anche con riguardo alle condizioni di accesso alle risorse scarse.
Definizioni: Canone. L’autorità riconosce il canone radiotelevisivo essenziale ai fini della tutela del pluralismo, in quanto volto al conseguimento degli speciali compiti di servizio pubblico generale, come riconosciuto dalla legislazione primaria europea e nazionale.
Definizioni: Emittenza locale Manca un’offerta pay a livello locale. Con riferimento alla televisione in chiaro, in virtù della differenze presenti lato domanda e offerta, sia nel versante degli utenti (presenza di contenuti nelle emittenti locali non trasmessi dalle emittenti nazionali) sia nel versante pubblicitario (non sostituibilità della pubblicità diffusa dall’emittenza locale rispetto a quella trasmessa a livello nazionale per l’inserzionista locale) si ribadisce la definizione di due ambiti di mercato distinti, nazionale e locale.
Tuttavia, “in ragione delle modifiche del quadro legislativo e dei conseguenti effetti sul settore, con riferimento al mercato AV locale, si è ritenuto opportuno non procedere alla successiva fase di analisi”. Fermo restando che, nel corso della Fase 2 del procedimento “saranno esaminati eventuali effetti indiretti sul mercato dei servizi di media audiovisivi locali derivanti dell’assetto, attuale e prospettico, dei mercati individuati a livello nazionale”.