Siddi: settennato significativo dell’attività di regolazione Agcom. “Si chiude un settennato faticoso ma significativo dell’attività di regolazione dell’Agcom che ci ha visto soggetti di confronto e consultazione permanente. Le interlocuzioni sono state sempre indispensabili, e comunque improntate al rispetto, nella chiarezza e nella ricerca di soluzioni quanto più partecipate e quindi condivise.
La normativa, in alcune parti vecchia e non immediatamente adatta ai cambiamenti impetuosi del sistema della comunicazione e dei media ha spesso posto al regolatore problematiche ulteriori: da una par condicio pensata decenni fa, mentre nel frattempo la comunicazione politica si spostava su internet e sui social, alla permanente asimmetria che assicura un vantaggio competitivo e iniquo ai nuovi operatori della rete. Ha fatto bene oggi il Presidente Cardani a sottolineare l’esigenza di promuovere un quadro nuovo di riferimento soprattutto per l’informazione nel contesto digitale. Nel breve periodo sarà altresì importante la prosecuzione di un rapporto con le parti interessate – che ha già le proprie sedi di interlocuzione in sede Agcom come al Mise, per l’ordinata migrazione delle tv dalla banda 700 e il passaggio del digitale terrestre al DVBT-2”. Le sfide digitali impongono sempre aggiornamento di analisi e adeguamenti. Per un’Autorità indipendente come l’Agcom il lavoro anche in futuro non mancherà di avere la sua rilevanza e di trovare la nostra attenzione e corretta interlocuzione in un’ottica di sistema, come è stato con questa consiliatura che con queste riflessioni salutiamo con il dovuto rispetto”.
La relazione annuale di AGCOM, a differenza di quella dell’AGCM di qualche giorno fa che ha segnato l‘inizio di una consiliatura, è stata l’occasione per fare un bilancio del settennato di Presidenza di Angelo Marcello Cardani e per tracciare le maggiori sfide future. Fra queste la trasposizione della legislazione europea (Codice Eururopeo delle comunicazioni elettroniche, direttiva smav e copyright), per citarne alcune, ma anche cybersecurity e e-privacy.
L’Agcom nel sistema UE, regolatori e norme. “Il settennato che volge al termine è stato caratterizzato da un processo di crescente integrazione regolamentare ed istituzionale a livello di Unione Europea” ha esordito il Presidente. “Al passo con tale processo, la dimensione internazionale dell’Autorità si è progressivamente meglio definita, uscendone arricchita e rafforzata in termini di esperienza, know-how e competenze. In funzione dell’armonizzazione regolatoria e del conseguimento dell’obiettivo del mercato unico europeo, abbiamo assistito al consolidarsi di un nuovo modello di governance settoriale. Un modello fondato certamente su un incisivo potere di indirizzo della Commissione, ma, parallelamente, su una confermata e rafforzata centralità della cooperazione regolamentare orizzontale tra le Autorità nazionali, attraverso il BEREC”.
Riguardo alle norme UE degli ultimi anni il Presidente ha citato: regolamento “Digital Single Market, al cui nome si legano i temi della neutralità della rete e del roaming mobile”; revisione della direttiva sui servizi media audiovisivi,” il cui obiettivo qualificante è il consolidamento del level playing field tra servizi lineari e servizi on demand”; direttiva Copyright “e all’incardinamento del diritto d’autore all’interno delle competenze di DG Connect; proposta di nuovo Regolamento europeo sulla e-privacy”; mercato unico digitale, “interventi che, pur tra persistenti difficoltà, mirano ad aggiornare e ad adeguare il framework del nostro settore al nuovo contesto tecnologico e alle nuove dinamiche di mercato”: questi i temi riferiti al settore radiotelevisivo e audiovisivo toccati in ambito UE. “L’obiettivo è assicurare ai consumatori europei le tutele indispensabili a proteggere i loro diritti nel nuovo contesto digitale e ad affermare una vera cittadinanza digitale europea”. Fra le “significative primazìe e best practices “ divenute punto di riferimento nel contesto digitale il Presidente ha citato fra l’altro, l’ attività di regolamentazione che ha condotto all’assegnazione, primi in Europa, di tutte le tre bande pioniere del 5G el’esperienza, unica nel suo genere, maturata attorno al Tavolo per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali, al quale, si ricorda, CRTV ha partecipato affiancando le maggiori imprese del settore con contributi in rappresentanza dell’intero sistema”.
Frequenze. Entro il 2022 si concluderà il processo di assegnazione agli operatori che forniscono servizi di comunicazione elettronica a banda larga senza fili (5G), le frequenze in banda 700 MHz, storicamente utilizzate per le diffusioni televisive, ha poi ricordato Cardani. “Il rilascio di queste frequenze sta comportando un complesso riassetto del sistema radiotelevisivo su piattaforma digitale terrestre alla cui soluzione l’Autorità lavora da tempo. Abbiamo affrontato, insieme al MISE, una faticosa operazione di coordinamento internazionale intesa a superare numerosi problemi interferenziali che persistevano da moltissimi anni. Abbiamo dovuto effettuare una pianificazione entro vincoli normativi molto stringenti. Possiamo dire oggi di essere in dirittura d’arrivo e di aver svolto la nostra parte per determinare le condizioni tecniche e di mercato, sia per garantire il futuro delle trasmissioni televisive in tecnica digitale che per favorire il lancio dei servizi e dell’offerta di prodotti in mobilità in tecnologia 5G. La legge di bilancio 2019 ha finalmente creato le condizioni adeguate, da noi lungamente auspicate, per la completa digitalizzazione della rete radiofonica nazionale e locale. L’Autorità, dopo una sequenza di delibere che parte nel 2012, sta rivedendo e aggiornando proprio in queste settimane il relativo regolamento. Presto, e finalmente, anche il digitale radiofonico smetterà di essere un progetto di lavoro, per diventare un pezzo dell’agenda digitale italiana, nella prospettiva dell’innovazione tecnologica del Paese”.
L’offerta di contenuti e la sfida digitale. Anche in materia di regolamentazione dei contenuti molte cose sono state fatte in questi sette anni nonostante la mancanza di “un puntuale riferimento legislativo idoneo a orientare il nostro operato. Si tratta di temi che investono in larga misura la rete Internet e i suoi protagonisti globali, terreni dove persistono ampi vuoti normativi e conseguenti problemi di adeguamento degli ordinamenti per via interpretativa e giurisprudenziale. “Pur tuttavia qualcosa siamo riusciti a fare in quest’ ultimo anno” ha detto il Presidente: “penso a Facebook e Google che sono oggi tra i soggetti censiti presso il Registro degli operatori di comunicazione, concorrendo alla determinazione dei ricavi del sistema integrato delle comunicazioni”. Si ricorda che in questa battaglia CRTV ha affiancato l’Autorità nel richiedere che anche tali operatori fossero sotto posti all’obbligo di rendicontazione: un primo passo verso il riconoscimento dell’impatto che tali operatori hanno sul sistema della comunicazione, anche se molto resta ancora da fare per ricostituire un level playing field.
“Sulla tutela del diritto d’autore, l’intervento regolamentare del 2013 ha costituito una delle sfide più difficili per l’Autorità, ma anche, nel tempo, uno di quegli indiscutibili casi di successo capaci di diventare best practice e punto di riferimento in Europa. Abbiamo ideato un modello innovativo di regolamentazione che privilegia il contrasto alle violazioni del diritto d’autore sistematiche e massive, senza mai toccare l’utente finale e sempre agendo su denuncia di terzi”. Il riferimento è al regolamento sulla tutela del diritto di autore online, che ha affiancato alla tutela giurisdizionale una efficace via amministrativa. Anche in questo campo CRTV ha affiancato l’autorità nell’implementazione e il miglioramento dell’apparato regolatorio.
Pluralismo e correttezza dell’informazione.” Quanto alla tutela del pluralismo e dell’accesso ai mezzi di informazione, nel novembre del 2017, all’esito di una lunga stagione di studi e indagini conoscitive, abbiamo avviato il Tavolo per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali, il cui scopo è promuovere forme di autoregolamentazione e buone prassi di contrasto alla disinformazione online e di parità di accesso alle grandi piattaforme digitali. Queste, infatti, sono divenute negli ultimi anni un formidabile mezzo di informazione, più pervasivo della stampa e in grado ormai di competere con la televisione quale primo strumento di informazione dei cittadini”. Per il Tavolo il Presidente reclama che ”l’aver concepito un luogo di incontro tra nuove piattaforme digitali ed editoria classica, mette a confronto i nuovi protagonisti dell’informazione globale non più solo con i numeri della crisi strutturale che investe da anni la filiera dell’editoria tradizionale, ma anche con la qualità ed il valore di un modello informativo insuperato, la cui esperienza è imprescindibile per le future sorti dell’informazione nel contesto digitale”. Il tavolo costituisce anch’esso un passo importante per giungere ad una regolazione più leggera e flessibile del sistema dei media tradizionali da un lato, come più volte reclamato da CRTV, che ha partecipato attivamente ai lavori del tavolo. E per coinvolgere le nuove piattaforme ad aderire ai principi di diritto alla base del nostro sistema giuridico. Un percorso su cui il confronto dovrà continuare e qualificarsi anche con strumenti normativi nuovi “A riguardo è essenziale il ruolo del Legislatore per salvaguardare il bene pubblico “informazione” e promuovere la cultura”; il Presidente ha citato il lavoro nell’ambito degli stati generali dell’editoria promossi dalla Presidenza del Consiglio; e l’attività per promuovere un Safer internet, su stimolo della Commissione europea attraverso la pubblicazione, fra l’altro, di due edizioni (2014 e 2018) del Libro Bianco Media e Minori; e per contrastare i linguaggi dell’odio e della discriminazione in rete (Osservatorio, raccomandazioni e da ultimo regolamento sull’hate speech). Fra le altre attività citate, quelle in tema di servizio pubblico radiotelevisivo, “con le nostre Linee guida abbiamo fornito un contributo al nuovo contratto di servizio quinquennale che dovrà guidare il definitivo passaggio dell’offerta di servizio pubblico al contesto multipiattaforma e multimediale; tutela del prodotto audiovisivo europeo che abbiamo accompagnato – anche criticamente quando ne abbiamo riscontrato la necessità – con il profondo processo di riforma della legislazione di riferimento; abbiamo concorso ad introdurre positivi strumenti di flessibilità nel sistema degli obblighi e degli adempimenti”; abbiamo affinato la nostra azione di monitoraggio e vigilanza, secondo un approccio ragionevole e trasparente di bilanciamento dei diversi interessi in gioco. Come noto, alcuni aspetti del cosiddetto “decreto Franceschini” su cinema e audiovisivo sono stati oggetto di revisione da parte del Governo, che ha emanato un decreto (59/2019) di alleggerimento di alcuni degli obblighi eccessivamente onerosi e invasivi per i broadcaster, anello centrale della filiera audiovisiva. Il decreto è attualmente al vaglio del Senato per la conversione (DDL 1374).
Par condicio. “In materia di pluralismo e di accesso ai mezzi di informazione, abbiamo assicurato il rispetto dei princìpi dell’ordinamento e delle disposizioni della legge sulla par condicio, sia in periodo elettorale che al di fuori di esso. Abbiamo privilegiato l’azione di orientamento e moral suasion rispetto a quella tipicamente sanzionatoria, nella consapevolezza del prevalente interesse pubblico al sollecito ripristino degli equilibri informativi”. Come noto, su quest’ultimo tema la posizione di CRTV è stata molto ferma nel ribadire l’onerosità di interventi di eccessivo dettaglio, che peraltro si sono inaspriti nell’ultimo aggiornamento. Unico, parziale riconoscimento dal Presidente: “resto convinto, come più volte ribadito nel corso di questi anni, che occorra porre mano ad un organico progetto di riforma della legislazione di settore”.
Relazione annuale (estratti settore media) QUI