Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato un procedimento per l’adozione di un regolamento” finalizzato a garantire il rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech e all’istigazione all’odio basato su etnia, sesso, religione o nazionalità nei servizi media audiovisivi”.
Con il procedimento l’Autorità risponde “alla necessità di fornire una regolamentazione di vigilanza del precetto contenuto nel citato articolo 32, comma 5, TUSMAR” recita il comunicato.
Fra le motivazioni dell’avvio di tale procedimento “la pervasività del mezzo radiotelevisivo” e “l’importante contributo che l’informazione radiotelevisiva svolge in ordine alla formazione di un’opinione pubblica sulla corretta rappresentazione dello straniero, sull’inclusione sociale e sulla promozione della diversità”. L’Autorità “ritiene essenziale adottare un regolamento volto a prevenire e combattere fenomeni di discriminazione, spesso alimentati da strategie di disinformazione, in contrasto con i principi fondamentali di tutela della persona e del rispetto della dignità umana, in particolare allorquando alimentato da notizie inesatte, tendenziose o non veritiere”.
“A ciò si aggiunge la circostanza che gli argomenti trattati nei programmi informativi e di intrattenimento radio-televisivo vengono spesso ripresi nei social media che rappresentano forme significative, talvolta prevalenti per alcune fasce della popolazione, di accesso alle informazioni, nonché di espressione, formazione e sedimentazione dell’opinione pubblica”.
Agcom definirà uno schema di regolamento da sottoporre a consultazione pubblica che avrà un termine di 180 giorni decorrenti dalla pubblicazione del provvedimento sul sito web dell’Autorità (ossia il 27 gennaio 2019). Confindustria Radio Televisioni non mancherà di presidiare il tema. Come sempre Radio e Tv contribuiscono in modo responsabile a qualsiasi iniziativa di progresso culturale e civile, ma ci auguriamo che anche il web, anzi a maggior ragione per la penetrazione sui target più giovani, possa essere regolamentato in modo serio.