Alcune norme estese anche alle piattaforme web. Il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo all’ aggiornamento delle norme UE sui media audiovisivi (refit direttiva SMAV). Il testo, già concordato con i Ministri UE, si applicherà – per alcune norme, sostanzialmente limitate a garantire maggiore protezione dei minori dalla violenza, dall’odio, dal terrorismo e dalla pubblicità dannosa – anche alle piattaforme di condivisione video nonché allo streaming in diretta.
Fra le previsioni dirette ai nuovi operatori si segnala che la legislazione non prevede un sistema di filtri al caricamento di contenuti ma, come richiesto dal Parlamento, le piattaforme online dovranno creare un meccanismo “trasparente e facile da usare” per consentire agli utenti di segnalare contenuti ritenuti pericolosi. I siti di condivisione video dovranno garantire una risposta rapida a tali segnalazioni. Durante i negoziati con i ministri, inoltre, i deputati sono riusciti a inserire un meccanismo di protezione dei dati personali dei minori dagli usi commerciali (es. profilazione o pubblicità mirata).
La nuova legge UE introduce norme in materia di pubblicità e di product placement nei programmi televisivi per bambini e nei contenuti disponibili sulle piattaforme di video on demand. E prevede inoltre:
- 30% di contenuti europei nei cataloghi delle piattaforme online al fine di sostenere la diversità culturale. Tali piattaforme dovranno inoltre contribuire allo sviluppo delle produzioni audiovisive europee, attraverso investimenti diretti nei contenuti o contribuendo ai fondi nazionali (questi ultimi dovranno essere proporzionali entrate nel paese di stabilimento o quello a cui i contenuti sono destinati, interamente o principalmente).
- Nuovi limiti sulla pubblicità: in base alla nuova normativa, la pubblicità potrà occupare al massimo il 20% del tempo di trasmissione giornaliera tra le 6.00 e le 18.00. È stata inoltre prevista una finestra di prime time tra le 18:00 e le 0:00, con un nuovo limite del 20% del tempo di trasmissione.
La legislazione comprende infine anche disposizioni che riguardano l’accessibilità, l’integrità del segnale di un’emittente, il rafforzamento delle autorità di regolamentazione e la promozione delle competenze dei media.
Come più volte sostenuto da Crtv nelle sedi istituzionali le norme avrebbero potuto essere più coraggiose nell’alleggerire gli impianti normativi stratificatisi nel tempo per il settore e in particolare per i broadcaster, produttori, editori e distributori di contenuti in un’ottica di level playing field con i nuovi operatori della rete che sono già molto attivi nel settore audiovisivo. Infatti, pur riconoscendo la diretta competizione esistente tra industria editoriale e piattaforme di condivisione video, la revisione ha seguito approcci eterogenei nella disciplina dei servizi a partire dalla scelta degli strumenti normativi utilizzati: armonizzazione minima per il settore media audiovisivo, con possibilità per gli Stati Membri di introdurre regole più restrittive e armonizzazione massima per le piattaforme di condivisione, che esclude ogni intervento nazionale. CRTV si augura che su altri temi cruciali della tutela e la promozione della diversità culturale, il pluralismo e l’industria previsti all’interno della strategia del Mercato Unico Digitale (DSM) che forse arriveranno a conclusione entro la chiusura della attuale legislazione – quali ad es. aggiornamento della normativa relativa e diritto di autore, fiscalità e-commerce, e-privacy la UE possa addivenire a soluzioni maggiormente a prova di futuro.
Approvata con 452 voti a favore, 132 contrari e 65 astensioni, la risoluzione dovrà essere formalmente approvata dal Consiglio dei ministri dell’UE prima che la legge possa entrare in vigore. Sono 21 i mesi previsti per il recepimento nelle legislazioni nazionali.
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