PRIVACY ONLINE. Lunedì 3 aprile 2017, il Presidente Trump ha sottoscritto la risoluzione del Congresso e del Senato USA diretta a svincolare i provider di servizi internet dalle stringenti regole in materia di privacy che la precedente amministrazione aveva imposto, nonostante le forti critiche che sono pervenute da più parti al provvedimento.
In sostanza, i grandi fornitori statunitensi di banda internet (come le compagnie di telecomunicazione) potranno molto più facilmente tracciare, conservare e vendere i dati personali dei loro utenti.
La differenza rispetto alle analoghe operazioni svolte da altri operatori, come Google, è che i provider hanno accesso potenzialmente illimitato alle informazioni che gli utenti immettono in rete, e sono in grado di effettuare profilazioni particolareggiate di ogni navigatore. I pacchetti di dati così raccolti saranno particolarmente appetibili sul mercato, e risulteranno molto richiesti ai fini dell’invio di messaggi pubblicitari, con effetto potenzialmente dirompente sul mercato dei media tradizionali.
In proposito si registra l’opinione del garante italiano per la Privacy, Antonello Soro, secondo il quale “Desta preoccupazione la decisione del Congresso statunitense di abrogare la riforma che avrebbe imposto agli internet service provider di subordinare al consenso la vendita dei dati personali degli utenti. Costituisce infatti una scelta regressiva e in controtendenza rispetto ai sempre più diffusi orientamenti nella comunità internazionale. La perdurante possibilità, per i provider, di cedere i profili degli utenti e dati espressivi non solo di preferenze di acquisto, ma a volte anche di convinzioni religiose o politiche, di preoccupazioni per la salute o di abitudini sessuali, legittima così la monetizzazione del diritto fondamentale alla protezione dati on-line. Ciò potrebbe avere serie implicazioni sulla tenuta dell’accordo – appena concluso dopo una faticosa mediazione – sul trasferimento negli Usa dei dati dei cittadini europei, conseguente all’annullamento del Safe Harbour da parte della Corte di giustizia”.
Su tali aspetti, che riguardano da vicino il futuro del mercato dei media, CRTV continuerà a focalizzare l’attenzione nei prossimi mesi, anche in vista dello scadere del termine (25.5.2018) per l’inizio dell’applicabilità del nuovo regolamento europeo sulla privacy.