Nella nuova edizione dello studio con CDP valutati gli impatti della filiera audiovisiva su generazione di valore e occupazione. Anica ha anche firmato la carta per la parità nei luoghi di lavoro con WIFTMI-Women in Film television & Media Italia. Per ogni euro investito nel settore cine-audiovisivo se ne creano 3,54 nell’economia italiana in diversi settori creando occupazione diretta, indiretta e indotta. Tale moltiplicatore ha un’incidenza territoriale diversa con il mezzogiorno che registra un impatto positivo quasi doppio. È il messaggio chiave più ribattuto emerso dall’incontro “L’occupazione nella filiera cine-audiovisiva. fra trasformazioni industriali, effetti della pandemia e rivoluzione digitale”, che si è svolto l’11 luglio presso la sede di Anica: base di discussione lo studio commissionato a Cassa Depositi e Prestiti, realizzato e presentato da Andrea Montanino, Chief economist e Direttore strategie settoriali e impatto, basato principalmente su dati Ista e Unioncamere. Si tratta di uno studio avviato nel 2019, in questa edizione alcuni dati sono comparati con il mercato spagnolo, che in tema di audiovisivo ha visto uno sviluppo significativo negli ultimi anni.

Fra le altre rilevanze emerse, il fatto che nei prossimi anni nelle imprese audiovisive serviranno migliaia di nuovi addetti, in linea con lo sviluppo portato dalle tecnologie, ma anche dalla crescita della domanda di contenuti audiovisivi digitali e della proiezione internazionale dell’industria italiana. La domanda è di profili altamente specializzati sia tradizionali – tecnici audio video, operatori di postproduzione ed effetti digitali, operatori di ripresa e produzione audiovideo, registi, direttori artistici, sceneggiatori, scenografi – sia nuove professionalità – tecnici di produzione, tecnici web, ingegneri industriali e gestionali, tecnici di marketing; e un ruolo decisivo l’avrà la formazione, recita la nota stampa.
Da questo link sono accessibili le slide presentate dalle quali risultano anche le criticità: quella dimensionale, il settore audiovisivo italiano rimane caratterizzato da micro e PMI per il 75%, quando nel nuovo contesto di mercato, sempre più internazionale e globale, la crescita del valore è trainata dalle grandi imprese; e quella del contributo delle imprese a controllo estero alla generazione del valore (+121% vs. +3% per quelle a controllo nazionale); e, per il nostro settore, una presunta forbice che sta spostando la creazione di valore dai broadcaster ai produttori (slide n. 5): premesso che l’analisi si basa su dati Istat, codice Ateco J529, e che pertanto la rappresentatività all’interno di tale ambito del settore radiotelevisivo non appare congrua, il dato conferma l’impatto degli OTT e degli streamer sul mercato. Una slide, basata su elaborazioni APA, mostra come i movimenti di M&A nella produzione audiovisiva abbiano creato dimensione e valore in Italia per grandi gruppi multinazionali o controllati da broadcaster esteri: una delle criticità ribadita da CRTV nelle recenti interlocuzioni istituzionali in tema di revisione delle quote dove l’Associazione ha proposto, fra l’altro, di rivedere la definizione di produttore indipendente ai fini dell’accesso al tax credit; e tema richiamato oggi dal Presidente di Agcom nella presentazione della Relazione Annuale delle attività 2023 in Parlamento. Tutti dati che devono far riflettere i referenti politici e istituzionali sulle politiche industriali per promuovere il settore italiano ed europeo.

Parità di genere e sicurezza sui set. È di ieri la firma da parte di Anica della Carta di Comportamento Etico per il Settore Audiovisivo di WIFTMI-Women in Film, Television & Media Italia, uno strumento di prevenzione contro le molestie sessuali, gli atti intimidatori e ogni forma di discriminazione, violenza di genere e body shaming sul luogo di lavoro e di studio del settore audiovisivo – i dati (Amleto) parlano di molte molestie subite anche nelle scuole. Si tratta di settore che per l’esposizione di molti ruoli, attoriali ma non solo, rende più frequenti episodi di molestie che interferiscono nel rapporto lavorativo e creativo e nella percezione di sicurezza soprattutto per la componente femminile. Nell’incontro, il cui video integrale è accessibile da questo link, oltre a presentare la carta, avvocati di varie specialità hanno richiamato gli strumenti normativi, italiani ed europei, attuali, in itinere e potenziali che garantiscono una “cassetta degli attrezzi” a cui ricorrere e da divulgare, in un’ottica di sensibilizzazione, emersione e gestione di questi problemi. Tali strumenti includono, fra l’altro l’osservatorio per la parità di genere istituito da MIC, la disciplina del lavoro vulnerabile e della parità salariale, ma anche il peso che la variabile parità di genere ha nell’erogazione dei contributi automatici e selettivi all’interno della legge cinema, gli impegni presi al riguardo in ambito PNRR. A livello di potenzialità, il riferimento a tali carte nell’ambito dei contratti collettivi, e un’estensione dei principi di garanzia previsti nell’ambito della nuova disciplina del “whistle bowing” (d.lgs. n. 24/2023) in tema di garanzie a quanti offrono testimonianza (segretezza, no ritorsioni). Di estremo interesse anche l’annuncio dell’introduzione del nuovo corso per formare l’ intimacy coordinator sui set, figura specializzata nella coreografia e nel coordinamento di scene di sesso simulato e nudità per film e tv all’interno di Anica Academy.