La Commissione europea ha pubblicato i risultati dell’indagine settoriale sulla concorrenza relativa all’internet delle cose (IoT). Al centro delle preoccupazioni gli assistenti vocali e il loro ruolo nella disintermediazione, raccolta dati, integrazione verticale con servizi proprietari, interoperabilità. Il tema degli assistenti vocali e il ruolo che vanno assumendo nell’intermediazione con gli utenti è centrale per l’ambito presidiato da CRTV, con aspetti di particolare criticità per il settore audio/radio.
La relazione finale e il documento di lavoro che la accompagna individuano potenziali problemi di concorrenza nei mercati in rapida crescita dei prodotti e dei servizi connessi all’IoT nell’Unione europea, indica il comunicato.
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha dichiarato: “Il mercato Iot ha forti barriere all’ingresso e pochi operatori integrati verticalmente e caratterizzato da preoccupazioni per quanto riguarda, tra l’altro, l’accesso ai dati, l’interoperabilità o le pratiche di esclusività”.
I documenti pubblicati oggi presentano le conclusioni della Commissione, tenendo conto delle osservazioni ricevute nel corso della consultazione pubblica sulla relazione preliminare del giugno 2021 e ne confermano le conclusioni.
I principali risultati dell’indagine settoriale indicano che l’internet degli oggetti di consumo è in rapida crescita e sta diventando sempre più parte della nostra vita quotidiana. In particolare, aumenta la disponibilità di assistenti vocali utilizzati come interfacce utente che consentono l’interazione con altri dispositivi intelligenti e servizi IoT.
Secondo la maggior parte dei portatori di interessi che hanno partecipato all’inchiesta settoriale, il costo degli investimenti tecnologici costituisce uno dei principali ostacoli all’entrata ed espansione nel settore. Tali costi sono particolarmente elevati sul mercato degli assistenti vocali. La situazione concorrenziale costituisce un altro ostacolo importante all’entrata nel settore, in quanto un gran numero di portatori di interessi ha segnalato difficoltà a competere con imprese integrate verticalmente (ad esempio Google, Amazon o Apple).
Tra i principali ambiti potenzialmente problematici si segnalano:
- le pratiche di esclusività e di vendita vincolata connesse agli assistenti vocali, e pratiche che limitano la possibilità di utilizzare assistenti vocali diversi sullo stesso dispositivo intelligente;
- il ruolo degli assistenti vocali e dei sistemi operativi per dispositivi intelligenti come intermediari tra gli utenti, da un lato, e i dispositivi intelligenti o i servizi di internet degli oggetti di consumo, dall’altro. Questo ruolo, combinato con la loro funzione chiave nella produzione e raccolta dei dati, consentirebbe a questi intermediari di controllare i rapporti con gli utenti;
- l’ampio accesso ai dati, comprese le informazioni sulle interazioni tra utenti e dispositivi intelligenti di terzi e i servizi di internet degli oggetti offerti da fornitori di assistenti vocali;
- la mancanza di interoperabilità nel settore dell’IoT dovuta alla predominanza di tecnologie proprietarie, che ha talvolta portato alla creazione di “norme di fatto”.
La nota si conclude indicando che i risultati dell’indagine settoriale contribuiranno al dibattito legislativo in corso sulla proposta della Commissione per la legge sui mercati digitali (DMA), attualmente in fase di discussione finale nel “Trilogo”. Inoltre, aggiunge che indagini settoriali come questa possono indurre le imprese a rivedere le loro pratiche commerciali.
La relazione finale è disponibile qui, insieme al documento di lavoro che la accompagna.