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APA, produzione audiovisiva: cresce domanda, tax credit e M&A

18 Ottobre 2022

Aumento di domanda, tax credit, fusioni e acquisizioni: sono questi i driver della crescita economico-industriale della produzione audiovisiva nazionale negli ultimi 5 anni. La ricerca di eMedia per APA (Associazione Produttori Audiovisivi) vede un ruolo crescente degli operatori internazionali e VOD, ma conferma anche la persistenza della centralità della TV lineare, per volumi ed investimenti, attraverso tutti i generi. Il tax credit e l’aumento della domanda stanno portando a un boom della produzione, soprattutto di serie tv e film,  e a una sua maggiore internazionalizzazione, ma ra gli effetti “collaterali” si riscontra anche l’aumento dei costi orari e l’accelerazione delle fusioni e le acquisizioni fra i produttori: cambiamenti che potrebbero mutare radicalmente la struttura del mercato.

La ricerca, presentata al MIA di Roma la scorsa settimana, stima che nel 2021 i ricavi complessivi del mercato audiovisivo italiano – Televisione, Cinema, Video «fisico» (DVD e Blu-Ray) e dei servizi online (TVOD, EST, SVOD, AVOD) – valgono circa €10,14 miliardi con un un valore prossimo a quello pre-pandemia Covid-19. La Televisione si conferma attore primario con ricavi nel 2021 pari a €7,9 miliardi (78% del totale mercato) seguito, a distanza, della pubblicità video display (servizi AVOD), ricavi stimati a €1,25 mld  e il VOD a pagamento ( €0,75 mld ).  Fra gli altri segmenti stimati anche il Video “fisico” (DVD e Blu-Ray) in declino (€0,07 mld), la Sala cinematografica, fortemente penalizzata dalla pandemia Covid-19 (€0,17 mld) ma segnata da una significativa ripresa già nel corso del 2022. Secondo il rapporto la TV è destinata a crescere in maniera contenuta con quote percentuali  ridotte al 70% nel 2024 ( ma sempre ampaimente maggioritarie, ndr).

Il mercato rimerge quindi, tornando, complessivamente, ai valori pre-Covid, e il costo totale delle produzioni di contenuti originali video-televisivi (TV + VOD) esplode, raggiugendo nel 2021 il valore di €1.420 / 1.470 milioni (+37% considerando la stima conservativa) rispetto al 2017. Nei 4 anni considerati, il valore degli investimenti è cresciuto a un CAGR (tasso annuo medio composto) del 8,2%. Il valore include gli investimenti in film per la Sala cinematografica, per le serie e i film video-televisivi (TV + VOD), per i programmi di animazione e per il commissioning in intrattenimento, documentari e in tutti gli altri generi video-televisivi (programmi di attualità e approfondimento, talk show, magazine culturali etc.).

Tale aumento viene attribuito all’aumento generale della domanda di titoli,al tax credit alla produzione audiovisiva e alla crescita del mercato SVOD (subscription video on demand), che hanno contribuito a una performance positiva del settore in controtendenza con il mercato audiovisivo e con l’andamento macro-economico e hanno compensato, secondo il rapporto,  la stagnazione/contrazione di quello televisivo.

Tuttavia, scendendo nel dettaglio dei segmenti, il ruolo della televisione rimane ampiamente primario.

Gli investimenti in serie e film per la TV e il VOD costituiscono la componente principale del valore della produzione audiovisiva originale e quella che ha registrato la crescita maggiore fra il 2017 e il 2021 (+62%), tasso annuo composto (CAGR) pari al 13%. Tali investimenti, quantificati in 663 milioni di euro nel 2022, sono cresciuti grazie all’aumento della domanda e all’incremento del tax credit audiovisivo: la  TV lineare è il “principale attore”, indica il rapporto, con €225 milioni di investimento, seguono gli operatori delle piattaforme globali, con investimenti crescenti stimati al 2021 in circa €120 milioni. Ma forse il dato più interessante è che i produttori nazionali ed esteri contribuiscono al valore della produzione con circa €318 milioni in parte rilevante frutto del tax credit.  Secondo il rapporto l’incremento della domanda, prevalentemente generata dalla crescita del mercato SVOD (Subscription Video On Demand) ha determinato una crescita del numero dei titoli e delle ore prodotte. Quello che è certo è che tra il 2017 e il 2021 si registra un aumento del costo medio orario dovuto in parte agli effetti della pandemia Covid-19 e all’aumento del numero di titoli a budget più elevato, ideati e prodotti per il mercato internazionale.

Segue, per dimensioni d’investimento, il segmento dell’intrattenimento e degli altri generi (documentari, programmi di attualità e approfondimento, talk show, magazine culturali etc.). Il valore stimato per questo segmento è di 360 milioni di euro nel 2021, valore che “si forma in parte rilevante della spesa effettuata dagli operatori della TV lineare e sempre in parte rilevante dalla spesa in programmi di intrattenimento; cresce anche la spesa degli operatori delle offerte non-lineari (piattaforme globali) che si affacciano seppur timidamente sul mercato dell’intrattenimento”. Per la tv si specifica che  sono considerati solo i valori relativi alla spesa esterna degli operatori televisivi (commissioning) e solo se tale spesa è indirizzata ad attività propriamente produttive. Ossia la stima non prende in considerazione la spesa in contenuti di genere news (programmi di notizie) e sport e tutti i costi di produzione interni sostenuti dai broadcaster

Gli investimenti in titoli di animazione si attestano nel 2021 attorno ai €47 milioni, in crescita: “la gran parte della produzione di titoli originali è generata grazie agli investimenti dell’operatore televisivo di servizio pubblico e delle contribuzioni di produttori nazionali ed esteri, primi investimenti de parte degli operatori non-lineari (piattaforme globali)”.

Se gli attuali trend di mercato, caratterizzati da un forte aumento della domanda nazionale e internazionale, saranno confermati, si prevede una crescita significativa degli investimenti in serie e film che dovrebbe basarsi per i prossimi 4 anni su un CAGR pari a circa il 5%. Secondo il rapporto “gli operatori globali VOD assumono un ruolo crescente nella produzione di serie e film TV-VOD mentre gli operatori della TV lineare, soprattutto free-to-air, perdono progressivamente il ruolo storico di protagonisti del prodotto nazionale con importanti conseguenze di natura economica, editoriale e culturale, al punto che nel 2025 ci potrebbe essere il pareggio o il «sorpasso» sul lato degli investimenti in titoli originali di finzione (serie e film) degli operatori VOD sulla TV.

La ricerca La produzione audiovisiva nazionale: valori economici e tendenze di settore, prodotta da eMedia per APA- Associazione Produttivi Audiovisivi, fa parte del più ampio Rapporto APA sulla Produzione Audiovisiva Nazionale, giunto alla sua quarta edizione, e composto di altre 4 sezioni: Serie TV: Bilancio della stagione 2021-2022, dell’Osservatorio per la Ficton Italiana OFI; La circolazione estera di serie e film per la TV e il VOD, eMedia; L’offerta Unscripted 2022, Ce.R.T.A. – Centro di Ricerca sulla Televisione; L’occupazione nell’audiovisivo e la presenza femminile, Fondazione Symbola.

Qui il link per scaricare l’intero rapporto.

 

 

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Tags | APA, Produzione audiovisiva, Televisione, VoD
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