Scompare la famiglia intergenerazionale, virando sensibilmente verso i nuclei familiari di soli anziani; mediamente più giovani le famiglie di cittadini stranieri che rappresentano ormai circa il 9% della popolazione. La popolazione invecchia ma aumenta la progressione verso i terminali e i consumi smart di contenuti. La seconda edizione del Rapporto Auditel-Censis (“tra anziani digitali e stranieri iperconnessi l’Italia in marci verso la smart TV”), presentato il 3 ottobre presso Palazzo Montecitorio, Roma, registra una mutazione, già leggibile negli andamenti demografici del Bel Paese: con l’allungamento della vita la popolazione invecchia. Il rapporto coglie una mutazione in quella che definisce “la parte più intima della società italiana, quella delle case e delle famiglie, delle convivenze reali e del sistema di relazioni”. Ma racconta anche, per la natura degli Istituti e dei sondaggi su cui si basa (l’Indagine di Base di Ipsos per Auditel), come muta il rapporto con le nuove tecnologie, e in particolare con gli schermi, familiari e individuali, che tanta parte hanno nella nostra vita relazionale. La particolarità della collaborazione fra Auditel e Censis nasce anche da questa taratura del campione sondato e dalla definizione di famiglie, diverse da quelle Istat perché valgono anche le coabitazioni stabili per almeno 6 mesi anche in mancanza di parentele e affinità, coabitazioni che delineano più fedelmente la mappa delle nuove relazioni fra le persone, i consumi, i media.
L’Italia delle convivenze. Convivenze è forse la parola chiave, a significare un nucleo familiare più fluido, di certo meno tradizionale. Sono 24.335.000 le famiglie Auditel: al loro interno colpisce il dato della scomparsa della famiglia di almeno 3 generazioni dai nipoti ai nonni sotto lo stesso tetto, retaggio di una società che non esiste più anche al di fuori dei maggiori centri abitati, e di una maggiore fluidità e mobilità delle convivenze, limitato a 287.000 unità, pari all’1,2% del totale; quello delle famiglie di soli anziani che è quasi pari a quello delle famiglie con minori, intorno al 25%. E infine una constatazione: il 74% di nuclei familiari sono senza minori, 3 nuclei familiari su 4 sono formati solo da adulti e anziani (14,5%, il dato più basso, a conferma della bassa intergenerazionalità), solo adulti e (34,6%) e solo anziani (24,6%). Andando a vedere il dato della popolazione in valori assoluti i minorenni sono solo 9,6 milioni (16%), 1 italiano su 6, gli anziani (over 65) 13,8 milioni (23%).
Le famiglie con minore unico. Il rapporto lo rileva con nettezza, la presenza di minori in casa è volano di consumi, servizi, tecnologie. Sono circa 6,4 milioni le famiglie con minori di cui il 36% 2,3 milioni, ha un solo figlio under 18: si tratta della punta più avanzata di consumi di beni, tecnologie e servizi, anche di intrattenimento. Nelle famiglie di minori si moltiplicano i device tecnologici, soprattutto portatili (es. 64% pc portatili), oltre la media nazionale (48,4%) e le richiesta di connessione.
Stranieri residenti. Oltre 5 milioni, 8,7% della popolazione, i cittadini stabilmente residenti in Italia sono mediamente più giovani, hanno un lavoro, case e figli da crescere, e potenzialmente costituiranno una fetta importante per consumi di beni e servizi e tecnologie, soprattutto quelle di connessione. Il limite è oggi solo il livello socio-economico basso.
La terza età, più ricca e smart. I nuclei familiari con componenti over 65 sono, come già detto la quota più cospicua e come tale l’universo più variegato. Nelle pieghe del rapporto sembra di leggere la centralità della risorsa pensione, spesso appena sufficiente alla sussistenza nei nuclei monocomponente (precarietà), condivisa nei nuclei a più componenti (47%), che risultano nella fascia socioeconomica medio alta, con relativa capacità di spesa. A livello di tecnologie e di terminali di connessione e ricezione di contenuti audio video, per questa fascia si registra un aggiornamento, lento ma inarrestabile, dei terminali e un loro maggior utilizzo: televisione in prima linea, ma anche connessione, quest’ultima favorita dalla penetrazione degli smart tv e della navigazione da remoto (telecomando e assimilabili).
Schermi e total audience nelle famiglie. E veniamo alle rilevanze più salienti per il settore televisivo. Come noto Auditel ha intrapreso di recente la misurazione della total audience televisiva anche sui device connettibili diversi dalla tv, un universo di schermi attraverso i quali si possono fruire programmi televisivi e altri contenuti audio e video. Sono 112 milioni gli schermi utilizzati a quest’uopo dagli italiani nel 2018, ogni famiglia ha a disposizione almeno 4,6 schermi a disposizione. All’interno di questo insieme variegato si registra il sorpasso degli smartphone (43,6 milioni) rispetto alle tv (42,3 milioni quelle censite dal sondaggio della ricerca di base Auditel nelle famiglie italiane). Smart e dispositivi esterni per la connessione della TV al web sono complessivamente 6,5 milioni con un aumento del 20% rispetto al 2017. Aumentano anche i consumi di contenuti tv live e on demand su schermi diversi dalla tv: il fenomeno riguarda 5,7 milioni di italiani pari a circa il 10% della popolazione italiana (4+): un valore in crescita, un patrimonio da valorizzare per i broadcaster, forti del proprio archivio programmi, talent e brand editoriale, che sono elemto distintivo e di forza nei confronti della nuova competizione sullo streaming, come di recente ricordato in un discorso del DG della BBC Tony Hall (“The new age of uncertainty”, RTS Convention 2019).