Oltre alla “total audience” (broadcast + IP) – volta a monitorare i consumi sui second screen digitali, in graduale implementazione (entriamo nella fase 2) – Auditel ha già adottato una modifica del totale ascolto (broadcast), attiva dai primi di maggio. Entrambi i cambiamenti, total audience e modifica totale ascolto, sono finalizzati a valorizzare i consumi del sistema broadcast rilevato, lineare e on demand, attraverso metriche condivise. In occasione della presentazione della Relazione Annuale Auditel è stato dato ampio risalto alla nuova fase del monitoraggio del consumo dei contenuti televisivi sui second screen connessi, la total audience. Si tratta di un passo importante, che permette agli editori TV che partecipano alla rilevazione di fornire un quadro degli ascolti che si svolgono al di fuori dello schermo televisivo, sui device connessi (pc, tablet, smartphone) e in modalità on demand. Consumi di programmi, e, in prospettiva, attraverso il cosiddetto CUSV (Codice Univoco Spot Video), dei contenuti pubblicitari. In particolare, conclusa la fase 1, di creazione di un dato censuario digital riferito ai dispositivi, la seconda fase, che si è avviata ad aprile, individualizza e profila gli ascolti digital e inizia a fornire, ad uso degli editori TV, e in un contesto “privacy friendly”, i primi strumenti interpretativi dei consumi digital dei programmi.
Alle spalle di questo lavoro, c’è però anche una scelta strategica di fondo, che si riverbera sui dati di ascolto “tradizionali” e che ha un significato “politico” importante, allineato con l’obiettivo di offrire misure effettive del consumo tradizionale e digital della tv in uno scenario in cui la risorsa pubblicitaria è sempre più appetibile e le metriche sempre meno comparabili. A questo riguardo, la scelta condivisa in ambito Auditel è stata quella di ri-perimetrare il totale ascolto, ossia l’ascolto monitorato dai software Auditel. Fino ad oggi il totale ascolto ha restituito una fotografia dell’ascolto riferita per il 90% ai canali nazionali rilevati e per il restante 10% a un generico “altro digitale terrestre/altro satellitare”, il 2% del quale attribuibile ai “canali locali rilevati e altre TV satellitari”, e per l’8% ad un “ascolto non riconosciuto”. All’esterno del totale ascolto Auditel rimaneva un altro ascolto non riconosciuto riferito a device senza tuner TV, come tali non rilevabili.
Dal 1 maggio 2022 sono stati “estromessi” dal totale ascolto Auditel i due ascolti non riconosciuti, proprio per l’impossibilità di identificare alcuni consumi e la loro componente televisiva. Pertanto, il totale ascolto è oggi riferito a un universo uniforme, riconoscibile e identificato, costituito da tutti gli ascolti rilevati dei Broadcaster TV, nazionali (97,8%) e locali/altre satellitari (2,2%).
TOTALE ASCOLTO AUDITEL PRIMA E DOPO IL 1 MAGGIO 2022
A livello operativo, la perimetrazione del totale ascolto limitato al broadcast riconoscibile implica un universo ridotto e, di conseguenza, delle percentuali diverse. Il nuovo totale ascolto, infatti, impatta sui dati derivati di share di programma e di fascia che, tutti, subiscono dei leggeri aumenti a parità di ascolto – ossia numero di telespettatori in un determinato momento – poiché tale ascolto è limitato al solo ascolto rilevato. La data di maggio 2022 segna quindi uno spartiacque sul quale si allineeranno i dati di share storici, che saranno ricalcolati.
Il nuovo dato mira a valorizzare nel dettaglio solo i pubblici e canali effettivamente attribuibili del sistema broadcast: un dato trasparente e chiaramente identificabile che appare tanto più importante in un momento in cui online non esistono metriche e strumenti comparabili per i consumi effettivi dei contenuti e la pubblicità.
Si ringrazia Francesco Ottoveggio, Responsabile Media Currencies in Mediaset. Membro del comitato tecnico di Auditel dal 2009, è anche rappresentante di RTI Mediaset nei comitati tecnici di Audiweb e Tavolo Editori Radio.