Mercoledì 23 ottobre 2019 in audizione presso la IX Commissione Permanente (Trasporti, poste e telecomunicazioni) la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico Mirella Liuzzi, ha risposto, tra gli altri, a due interrogazioni a risposta immediata a firma degli on. Massimiliano Capitanio (Lega) e Elisabetta Maria Barbuto (5Stelle) riguardanti l’attuazione del piano per il rilascio delle frequenze agli operatori di rete nazionali nella banda 700MHz e l’attuazione dei contributi per l’acquisto di nuovi decoder digitali.
Riportiamo dii seguito il testo integrali delle due
Sull’attuazione del piano per il rilascio delle frequenze degli operatori nazionali nella banda 700 mhz.
Premesso che a decorrere dal 1 gennaio 2017 non è più consentita la vendita di apparecchi televisivi non idonei allo standard di trasmissione DVB-T2, il passaggio al 5G mediante il rilascio definitivo delle frequenze in banda 700MHz aggiudicate dagli operatori delle TLC nell’asta pubblica dello scorso anno (che ha portato nelle casse dello Stato oltre 6 miliardi di euro), richiede un rilevante impegno da parte del Ministero, con diverse procedure e azioni volte a realizzare nei tempi previsti (entro il 20 giugno 2022) il riassetto dell’intero settore televisivo. È pertanto nella responsabilità del Ministero dello sviluppo economico governare il processo in atto, di liberazione della banda 700MhZ, assicurando le più ampie garanzie per i cittadini e gli operatori coinvolti.
A tal fine, con decreto dell’8 agosto 2018, è stato costituito il Tavolo TV 4.0 per avviare, con tutti gli stakeholder pubblici e privati coinvolti, il processo di liberazione delle frequenze in banda 700MHz a favore del 5G e per definire le modalità e le tempistiche di transizione alla tecnologia DVBT. Con la Legge di Bilancio 2019, all’esito di un confronto con tutti gli stakeholder interessati nell’ambito del citato Tavolo, si è operata una riforma complessiva del sistema di ripartizione delle frequenze in vista della liberazione della Banda 700. Con decreto ministeriale 19 giugno 2019, sempre all’esito di un articolato e fruttuoso confronto con gli operatori del settore, è stata approvata la nuova roadmap che traccia le tempistiche per la liberazione della banda 700 richiamate nell’atto in discussione. La nuova roadmap suddivide il territorio nazionale in quattro aree geografiche e prevede l’attivazione della codifica DVBT/MPEG-4 nell’ultimo quadrimestre 2021 e dello standard DVBT-2 a livello nazionale nel periodo tra il 21 giugno 2022 e il 30 giugno 2022, ferma restando la facoltà per gli operatori di attivare la codifica DVBT/ MPEG-4 o lo standard DVBT-2 prima delle scadenze previste.
Rispondendo al quesito posto, evidenzio che le procedure di rilascio delle frequenze per la liberazione della banda 700MHz saranno necessariamente accompagnate da attività di comunicazione rivolte ai cittadini. L’oggetto delle attività di comunicazione sarà coordinato nell’ambito del citato Tavolo TV 4.0, in modo da fornire informazioni univoche e coerenti da parte di tutti i settori, operatori TV, costruttori e rivenditori di apparecchi televisivi, associazioni di consumatori, e altro. Sul punto, il vigente contratto di servizio tra la RAI e il Ministero dello sviluppo economico, ha infatti previsto una puntuale attività di comunicazione svolta dal concessionario del servizio pubblico. In particolare, la RAI dovrà garantire l’informazione al pubblico in ciascuna area tecnica nel corso dell’attuazione della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz, utilizzando le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere fornita senza interruzioni fino a quando le attività non saranno ultimate in tutto il territorio. Inoltre, la RAI sarà tenuta a informare i soggetti residenti nelle zone di volta in volta interessate dalle attività, fornendo ogni opportuna conoscenza sulle modalità del processo in atto e sugli eventuali disservizi, anche momentanei. Contestualmente, l’oggetto delle attività di comunicazione sarà coordinato nell’ambito del Tavolo TV 4.0, al fine di fornire informazioni univoche e coerenti da parte di tutti gli attori coinvolti in questo processo di riforma. Si tratta di un processo che vede impegnato il Ministero dello sviluppo economico in tutte le sue articolazioni e che proseguirà nei prossimi anni, con l’intento di ridurre al minimo i disagi per gli operatori e i cittadini in questa fase di cambiamento tecnologico. A riguardo, nell’ultima riunione del Comitato paritetico Rai Mise, tenutasi il 4 ottobre scorso, la RAI si è detta disponibile, tra le varie iniziative di comunicazione, a trasmettere anche un segnale in codifica HEVC, previa assegnazione di un numero di LCN, al fine di facilitare la verifica da parte dell’utenza delle caratteristiche dei televisori (presenza o meno del sintonizzatore DVBT2).
Sulla preoccupazione rappresentata dagli interroganti circa la ristrettezza dei tempi in cui i cittadini saranno costretti ad adeguarsi alle nuove tecnologie, evidenzio che il MiSE sta monitorando la diffusione degli apparecchi televisivi dotati del nuovo standard di ricezione presso gli utenti. Dagli esiti di tale monitoraggio risulta che la data del primo switch-off stabilita per settembre 2021, è coerente con le previsioni di acquisizione dei nuovi televisori, secondo le quali in ogni famiglia, per quel momento, ci sarà almeno un apparecchio dotato della codifica richiesta per gli switch del periodo transitorio. Si tratta di un processo che vedrà impegnato il MiSE in tutte le sue articolazioni nei prossimi mesi e anni con l’intento di ridurre al minimo i disagi per gli operatori e i cittadini in questa fase di cambio tecnologico. Come ha sottolineato il Ministro Patuanelli il 9 ottobre scorso in audizione presso questa Commissione «non sono ammessi ritardi e con il contributo di tutti gli attori coinvolti, proseguendo un dialogo virtuoso con il Ministero, possiamo raggiungere gli ambiziosi risultati che ci siamo posti nei tempi stabiliti».
Sull’attuazione dei contributi per l’acquisto di nuovi decoder digitali.
Rispondo ai quesiti posti dagli Onorevoli interroganti, informando che la legge di Bilancio 2019 ha stanziato 151 milioni di euro in favore dei cittadini per l’acquisto di apparecchi di ricezione del nuovo segnale DVB-T2 (tv e decoder), così suddiviso: 25 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2019, 76 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2020 e 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2021 e 2022. La misura intende evitare disagi agli utenti finali che potrebbero derivare dalle trasformazioni tecnologiche delle reti televisive sia nazionali che locali e, quindi, dalla necessità di adeguare anche i televisori. La legge di bilancio stabilisce altresì che i criteri e le modalità di erogazione dei voucher siano definite da un decreto del Ministero dello sviluppo economico, da adottarsi di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze. Rispondendo al quesito posto, informo che il decreto interministeriale concernente l’erogazione dei contributi per l’acquisto dei decoder e Smart TV è stato trasmesso per la firma al MEF il 1 ottobre 2019, che ha ritrasmesso il decreto il 18 ottobre scorso. Il decreto è stato inoltrato per la registrazione ai competenti organi di controllo per la verifica contabile, e all’esito della stessa, che prevede un iter di 30 giorni, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Quindi, all’esito dell’iter descritto, prevediamo di far partire il voucher per fine novembre/inizi di dicembre 2019, con le modalità che di seguito descriverò.
Il decreto interministeriale è frutto di un lungo e articolo iter avviato sin dai primi mesi del 2019, attraverso interlocuzioni tra gli Uffici tecnici del MiSE con l’Agenzia delle entrate e gli Uffici del MEF. All’esito di tali interlocuzioni, il 6 giugno scorso, come ricordato dagli Onorevoli interroganti, il MiSE ha avviato una consultazione pubblica sulle linee guida relative ai criteri e procedure di erogazione dei contributi, per acquisire, dai soggetti interessati, osservazioni e commenti. Il 10 settembre scorso tale importante misura ha ottenuto l’autorizzazione dalla Commissione europea, atteso che il decreto disciplina le caratteristiche degli apparecchi che danno accesso al contributo.
Nel rigoroso rispetto del principio di neutralità tecnologica, conformemente alla disciplina euro unitaria sugli aiuti di Stato, al fine di evitare ogni discriminazione ingiustificata tra le piattaforme televisive potenzialmente coinvolte. Il decreto prevede che i soggetti beneficiari della misura di sostegno, siano i cittadini con ISEE fascia 1 e 2, rientranti nelle cosiddette fasce deboli. L’erogazione del contributo per tv e decoder avverrà mediante una piattaforma telematica messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, presso la quale si dovranno registrare tutti i venditori operanti in Italia (compresi quelli del commercio elettronico) secondo modalità operative che saranno rese pubbliche sul sito internet del Ministero dello sviluppo economico.
Il valore massimo del contributo è pari a 50 euro e potrà essere inferiore laddove il prezzo dell’apparato che l’utente intende acquistare sia inferiore a tale cifra, in quanto il contributo è riconosciuto all’acquirente sotto forma di sconto praticato sul prezzo finale di vendita. Ai venditori verrà poi riconosciuto il rimborso dello sconto praticato all’utente finale, mediante un credito d’imposta. La misura avrà una durata triennale e sarà accompagnata da apposite campagne e azioni informative per spiegare agli utenti tali cambiamenti e guidarli verso la conversione dei loro apparati televisivi, minimizzandone l’impatto. Desidero infine sottolineare che, con riferimento all’entità del contributo erogabile, come ha affermato il Ministro Patuanelli il 9 ottobre scorso in audizione presso questa Commissione, è nostro intendimento richiedere in legge di Bilancio un nuovo finanziamento della misura per allargare la platea dei soggetti beneficiari.