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Banda 700, Siddi: affrontare con urgenza le criticità per le imprese e gli utenti

29 Marzo 2021

frequenze

I ritardi accumulati nel passaggio alla Nuova TV Digitale e al 5G.  “Il refarming della banda 700 è uno dei temi  più urgenti e delicati per la continuità del servizio televisivo in Italia”: è quanto sostenuto dal Presidente di Confindustria Radio Televisioni da ultimo in una intervista al Sole 24 Ore della scorsa settimana. Infatti il rilascio di frequenze da sempre utilizzate dagli operatori televisivi a favore dei servizi mobili (5G) a fine giugno del 2022 prevede: il superamento di due salti tecnologici – il 1 settembre 2021 e gli ultimi 10 giorni di giugno 2022 – con impatti diretti sugli apparecchi TV nelle famiglie italiane; il completamento di una serie di procedure necessarie a far progredire il passaggio lato operatori: sono in ritardo, fra l’altro, l’assegnazione dei cosiddetti mezzi multiplex agli operatori nazionali, l’assegnazione delle frequenze per i nuovi multiplex locali, le graduatorie degli FSMA locali e gli indennizzi per le rottamazioni anticipate volontarie delle tv locali, tutte procedure urgenti per procedere al riassetto sulle frequenze previste dal nuovo Piano Nazionale delle Frequenze – PNAF a partire dal prossimo 1° settembre. Partiamo da quest’ultimo aspetto.
 Procedure: criticità per tutti  gli operatori.  In ambito nazionale non è stata ancora emanata la procedura per l’assegnazione dell’ulteriore capacità trasmissiva disponibile – la cosiddetta “gara dei mezzi MUX” – con conseguente mancato completamento delle assegnazioni dei diritti d’uso agli operatori di rete nazionali e  devono essere definite le procedure per la copertura dei costi di conversione delle reti. A livello locale, sono diverse le procedure in ritardo: oltre all’indennizzo per il rilascio anticipato delle frequenze, le gare per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze  –  sono in corso i bandi per le aree oggetto di transizione nel 2022, ma anche i bandi di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, regioni in transizione già dal 1° settembre al 31 dicembre 2021; e la revisione delle Linee Guida per la formazione delle graduatorie degli FSMA locali da cui dipendono i conseguenti bandi di selezione in tutte le aree tecniche. Per tutti, operatori nazionali e locali, sono infine in fase di definizione i criteri di ri-assegnazione delle numerazioni del telecomando LCN; ed è indispensabile che vengano semplificate tutte le procedure di modifica degli impianti a livello territoriale, urgenti anche per la valenza “verde” di tale modifica (riduzione del campo elettromagnetico complessivo per la radiodiffusione televisiva).
Impatto sulle famiglie: Il refarming della banda 700 prevede che l’offerta televisiva attuale si comprima in uno spazio frequenziale più ristretto accelerando una transizione tecnologica che riguarda il sistema di compressione del segnale televisivo (abbandono dell’MPEG2 a favore dell’MPEG4 ed oltre), il 1° settembre 2021, e lo standard di trasmissione (dal DVBT attuale al DVBT-2) entro giugno 2022. In altre parole, la “Nuova TV Digitale” (si v. campagna di comunicazione del MISE attualmente in onda) sarà visibile solo dalle famiglie con ricevitori televisivi (televisori o decoder) conformi alle nuove tecnologie. Dati alla mano, con il ricambio “naturale” dei ricevitori obsoleti verificatosi fino ad oggi, nelle abitazioni di residenza sono a rischio di restare con lo schermo nero circa 30 milioni di apparecchi non ancora adatti alla ricezione del nuovo e più efficiente standard DVB-T2, di cui oltre 9 milioni nell’obsoleto MPEG-2 e le famiglie che ricevono solo il segnale in MPEG-2 sono quasi 3,5 milioni (Ricerca di base Ipsos/Auditel, dati febbraio 2021): l’attuale trend di ricambio degli apparecchi televisivi non consente di guardare con ottimismo neanche a questa prima data del 1° settembre 2021 (contemporaneo spegnimento su tutto il territorio nazionale dello standard MPEG-2).
Aggiornare il parco TV relativamente alle prime case senza impatto sulle famiglie significherebbe vendere da oggi oltre 1,6 milioni di televisori al mese, ossia quintuplicare le vendite attuali (meno di 350.000). Infatti, ai 30 milioni di televisori non conformi nelle abitazioni di residenza vanno aggiunti gli apparecchi TV nelle seconde case, negli alberghi, nelle comunità e negli esercizi commerciali, stimati complessivamente in ulteriori 12 milioni di pezzi e parte dei nuovi acquisti saranno diretti a tali sostituzioni. Il rinnovo del parco televisori è un tassello fondamentale per perpetuare la continuità del servizio televisivo che si basa sulla visibilità presso il pubblico e la remunerazione pubblicitaria degli ascolti.
Cosa propone CRTV? E’ necessario e urgente coinvolgere tutta la popolazione favorendo anche lo smaltimento “verde” dei terminali vecchi, il bonus riciclo, è per ora previsto solo sulla carta della legge di bilancio 2021; rafforzare la campagna di comunicazione, che promuova il rinnovo dei parchi televisori con lo sfruttamento del bonus TV, per le famiglie a basso reddito, attualmente sottoutilizzato; predisporre soprattutto, una campagna che anticipi e accompagni gli acquisti per sostituire i ricevitor televisivi sul territorio, per evitare problemi di approvvigionamento delle reti di vendita: il problema dei picchi di domanda potrebbe essere una delle principali criticità della transizione. È necessario quindi intensificare il dialogo tra istituzioni e operatori, pubblici e privati, nazionali e locali, per condividere tutte le azioni necessarie per salvaguardare le esigenze delle imprese. Fermo restando che introdurre i nuovi standard significa garantire alla piattaforma televisiva digitale terrestre di essere tecnologicamente avanzata al pari delle altre.

Su tutti questi temi CRTV si è espressa nell’ambito del recente convegno convocato dal Corecom Sardegna. A questo link il testo della presentazione.

 

 

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Tags | banda 700, bonus riciclo, CRTV, DVB-T2, FSMA, MPEG4, PNAF, Siddi
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