Con una lettera congiunta alla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, un gruppo di associazioni del settore (ACT, CEPI, EBU, EuroFIA, FIAPF, FIM, UNI-MEI) ha richiesto iniziative per facilitare la mobilità di lavoratori e attrezzature per la produzione culturale, cinematografica e televisiva fra UE e Regno Unito, non previste all’interno dell’attuale accordo commerciale.
La lettera parte dalla criticità Covid e il grave impatto che essa ha avuto e ancora ha sui settori creativo e culturale europeo, incluso l’intrattenimento dal vivo, la produzione cinematografica e televisiva in tutti gli Stati membri a causa delle restrizioni sanitarie in vigore da quasi un anno. Settori che pur avendo subito perdite ingenti dal blocco stanno lavorando duramente per riprendere le attività nonostante molti non saranno in grado di farlo, anche perché le misure di sostegno nazionali ed europee sono ben al di sotto delle esigenze.
Riguardo alla Brexit, la lettera ricorda che l’accordo commerciale e di cooperazione che regola le relazioni UE-Regno Unito non fa menzione della mobilità transfrontaliera delle produzioni (attrezzature) e dei lavoratori (troupe, talent) del settore “situazione che acuisce la pressione sull’economia complessiva delle nostre industrie, ampliando il danno economico già causato da questa crisi e che scoraggia la futura cooperazione culturale ed economica con il Regno Unito, mercato essenziale per gli operatori dell’UE”.
Le associazioni richiedono l’apertura di discussioni con la Commissione e le autorità britanniche per approntare protocolli di mobilità, in modo da elaborare una risposta rapida ed efficiente al problema posto.