Raffaella Carrà, all’anagrafe Raffaella Maria Roberta Pelloni, ci ha lasciato il 5 luglio, oggi si svolgono i funerali a Roma, e ancora non si esauriscono i riconoscimenti e le dimostrazioni di affetto e stima nei confronti di un personaggio che è un’icona della televisione italiana e mondiale. Showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva (e radiofonica), autrice televisiva, la Carrà ha attraversato tutte le epoche del piccolo schermo con una presenza gioiosa, rassicurante e familiare, al punto che, come ha detto uno dei commentatori in questi giorni, sembrava da un momento all’altro voler uscire dallo schermo per sedersi accanto a noi. In questo la Carrà ha impersonato l’essenza della televisione, di cui non ha caso è stata definita “la regina”, alimentando “l’immaginario della quotidianità”. Dalla TV in bianco e nero ai format più attuali di successo quali The Voice, Raffaella ha saputo intrattenere il pubblico italiano, ma anche i numerosi pubblici che all’estero, soprattutto in America Latina, la hanno amata e apprezzata come noi.
Da vera star ha anticipato mode, superato stereotipi, inaugurato nuovi format e filoni, generato controversie e polemiche, affrontate con fermezza e garbo e un sorriso inconfondibile che le illuminava anche gli occhi. Una cifra che ha caratterizzato il suo personaggio, facendola apprezzare da tutte le generazioni, anche le più giovani. Nell’autunno 2020 il quotidiano britannico The Guardian ha incoronato Raffaella Carrà sex symbol europeo, definendola “icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso“. Materna e sensuale, semplice e diva, la femminilità “plurale” di Raffaella Carrà l’ha fatta diventare, un’icona gay, – “suo malgrado, non so perché“, ha dichiarato con naturalezza – al punto da essere insignita del World Pride Award a Madrid nel 2017. “Raffaella non è una donna, è uno stile di vita” ha detto Pedro Almodovar, uno stile di vita che attraversa tempi, generazioni, paesi, generi, classi.
Ciao Raffaella, salutaci Gigi.