Il 56% degli italiani vede film sulla tv gratuita. Lo streaming OTT segue a distanza (40%), come pure quello su altre piattaforme di video online. Dalla ricerca presentata dal Ministero della Cultura a Venezia, la tv in chiaro resta lo schermo privilegiato per la visione di film. Si conferma anche la centralità dei consumi audiovisivi nel tempo libero, soprattutto film e documentari e serie tv. Durante la 79esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata presentata la ricerca “Gli italiani e il cinema. La fruizione del film dentro e fuori le sale”, indagine condotta da SWG per il MIC. La stampa ha sottolineato soprattutto l’aspetto della crisi della fruizione del cinema in sala, un chiaro effetto delle mutate abitudini e l’aumentata visione online in periodo Covid e la concomitante concentrazione di molti operatori del mercato audiovisivo globale sull’offerta streaming. Un trend atteso, ma accelerato da tali congiunture, e infatti non a caso il rapporto ha effettuato “un approfondimento della dimensione motivazionale soggiacente alle scelte dei consumatori, a fronte della forte e abbondantemente documentata flessione nella frequentazione delle sale cinematografiche da parte del pubblico italiano registrata a partire dal 2020”.
Dal rapporto, che documenta aspetti della visione del prodotto cinema e possibili scenari, abbiamo estrapolato alcuni contenuti di diretto interesse per il settore televisivo. Come dato di contesto iniziale emerge come 4 italiani su 10 riportino una carenza di tempo libero, quota particolarmente consistente e maggioritaria tra i 30 e i 60 anni d’età. Il tempo libero, corroso dalla componente online e social di attività, è l’elemento importante anche per il consumo della TV.
Tuttavia, il consumo di contenuti audiovisivi, inteso nel senso più ampio, ricopre rilevanza centrale per larga parte della popolazione, seconda voce dopo l’attività all’aria aperta con il 38%, in particolare per i segmenti giovanili più istruiti dei grandi centri urbani.
Rispetto alla tipologia dei contenuti audiovisivi il primato è della categoria ‘film e documentari’ (2/3 cittadini fruitori regolari o intesivi), seguita da serie e miniserie (59%) e dai video presenti in rete (sia user generated contents – UCG – sia quelli di matrice editoriale).
Parlando del prodotto cinema, gli italiani sono “onnivori”, con preferenza per il film hollywoodiani seguiti dagli italiani e più di rado europei. Fra i generi del cinema , la commedia sentimentale (che sfonda in particolare tra le donne e gli anziani), è seguita a distanza dai film comici e di azione e altri filoni, anche se sulle preferenze sembra incidere in particolare il genere e l’età. Anche questa una mappatura di interesse per le televisioni.
Ma l’aspetto più interessante, citiamo testualmente dall’executive summary è che: “Il canale privilegiato per la visione di film in Italia oggi rimane la tv in chiaro, con un 56% di fruitori regolari o intensivi. Al secondo posto le piattaforme OTT (come Netflix, Prime ecc con il 40%, seguite a distanza da Youtube, 22% che tuttavia supera le piattaforme in streaming di canali televisivi e la tv on demand a pagamento. Per larga parte degli italiani vanno invece in soffitta dvd e blueray, così come residuale risulta l’uso di siti alternativi e file torrent”.
Per l’aspetto motivazionale, comodità, rilassamento, costi e libertà di orari nella fruizione fanno privilegiare la visione del film a casa. Di estremo interesse anche il riferimento a lingua e sottotitoli.
L’indagine è stata svolta da SWG per conto della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo tra l’1 e il 25 luglio 2022 tramite questionario strutturato somministrato con tecnica di rilevazione mista Cawi – Cati su campione di 12.008 individui rappresentativo della popolazione italiana di età pari o superiore a 14 anni.
Dal sito del MIC sono accessibili le slides dell’intervento e il rapporto completo.