Misure finanziarie e fiscalità digitale. E’ del 26 Marzo scorso, quando il vertice dai Capi di Stato UE non trovava un accordo sulle misure di liquidità da intraprendere, una lettera del CNEL sulle misure da approntare per fronteggiare la crisi da Coronavirus: l’Istituto richiama l’Unione a sfruttare questa opportunità storica per rivedere a propria identità attraverso nuovi strumenti e politiche che mirino ad una effettiva standardizzazione e coordinamento. Fra le leve importanti su cui agire, quella finanziaria e quella fiscale legata soprattutto alla riforma incompleta della fiscalità dell’economia digitale intrapresa a livello sovranazionale (OCSE). Riportiamo alcuni estratti di interesse.
L’emergenza sanitaria ha reso evidente l’assenza di una posizione unitaria dell’Europa in materia di sanità e sicurezza pubblica, e l’incapacità dell’Unione nell’assumere compatta decisioni anche riguardo a problemi globali che influiscono pesantemente sull’economia e sulla vita sociale di tutti i Paesi membri.
L’emergenza in corso, che si sta affrontando con una serie di provvedimenti nazionali privi di coordinamento a livello europeo e dalle forti implicazioni degenerative, rischia di compromettere l’intero progetto europeo. Il quadro economico e sociale presenta una drammaticità senza precedenti.
La situazione che gli Stati europei si trovano improvvisamente a fronteggiare costituisce paradossalmente, ad avviso del CNEL, una opportunità, una necessità storica per ripensare l’Europa, conservando lo spirito di fondo del grande progetto di unificazione, ma rimettendone in discussione il funzionamento istituzionale e adeguandone la capacità di mettere in campo strategie comuni e politiche efficaci.
L’identità europea è frutto di un assetto istituzionale disallineato, che da un lato consente l’esercizio della sovranità monetaria europea e dall’altro lascia gli Stati liberi di farsi concorrenza fra loro nella fiscalità, nel lavoro, nella previdenza.
Servono meccanismi strutturali che mettano in condizione gli Stati membri di dare risposte uniformi, coerenti ed efficaci alla crisi sociale, all’urgenza ambientale e all’emergenza sanitaria. Così come nella sicurezza e nella difesa.
Tre le iniziative che secondo il CNEL deve adottare l’Unione Europea:
- L’emissione di debito garantito da tutti gli Stati europei (Eurobond) che – proprio perché comune – può ragionevolmente essere percepito come strumento di alta qualità finanziaria sui mercati globali, appare idoneo a contenere rischi che diventeranno sistemici. Ancor di più, l’introduzione di un simile strumento su base stabile e strutturale, supportato da un bilancio europeo autonomo dell’eurozona, darebbe impulso al processo di governo del debito e alla sostenibilità economica.
- L’ultimo intervento della Banca Centrale Europea, anch’esso rilevante, deciso peraltro a maggioranza, costituisce un esempio di risposta efficace a scongiurare effetti devastanti sul sistema economico. Ma si deve andare oltre, dando ossigeno all’economia reale, in sofferenza, attraverso iniezione di liquidità diretta (helicopter money).
- Si sta facendo strada la consapevolezza che il superamento (non la mera sospensione) del patto di stabilità, attuato per affrontare e superare questa fase emergenziale, debba entrare nella dinamica corrente dell’Unione quale strumento per sostenere le grandi scelte strategiche di crescita economica e coesione, pur sempre in una prospettiva di equilibrio finanziario. Un appello forte, quindi, che le parti sociali nazionali ed europee rivolgono ai Paesi perché l’Unione esca da questa drammatica fase con la consapevolezza che occorre rivedere i propri modi operativi, per essere capace di gestire shock di mercato, ambientali e sociali, nei confronti dei quali l’assetto esistente si è dimostrato inadeguato.
Riguardo ai principi fiscali internazionali e digitalizzazione dell’economia (Ass. 25.09.2019) Si rendono necessarie le seguenti misure:
- applicazione dei principi OCSE alla tassazione dell’economia digitale, che colpisca non gli indici tradizionali della capacità contributiva (reddito e patrimonio), ma altri indicatori che stimino il valore creato dai beni/servizi digitali;
- revisione della normativa sul transfer pricing sui beni intangibili, per far emergere il loro contributo nella creazione di valore;
- adozione di criteri basati sul principio per cui il prezzo nelle transazioni infragruppo deve coincidere con quello applicato nelle transazioni tra imprese indipendenti, per una coerente ripartizione del carico tributario tra gli Stati nei quali operano le imprese multinazionali;
- affinamento di specifiche discipline fiscali di trasparenza per gli utili attribuiti alle società partecipate estere localizzate in Stati a bassa fiscalità;
- nell’eventualità di introduzione di nuove imposte, previsione di specifiche cautele con riferimento alle start up e alle piccole imprese;
- evoluzione dal concetto di stabile organizzazione a quello di presenza economica significativa, al fine di eliminare le asimmetrie regolamentari e fiscali tra operatori.