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Commissione UE: misure per combattere la disinformazione online

27 Aprile 2018

Fake News. Interventi decisi per garantire processi democratici solidi. Questi gli obiettivi delle misure presentate ieri, 26 aprile dalla Commissione UE per contrastare la diffusione della disinformazione online alla luce delle recenti rivelazioni del caso Facebook/Cambridge Analytica.  Un codice di autoregolamentazione delle piattaforme online, una rete di fact checker europea, interventi volti a rendere più sicura (da attacchi informatici) e attendibile (verifica fonti) l’informazione online, sostegno all’informazione “diversificata e di qualità” e alla alfabetizzazione mediatica: questi in estrema sintesi gli interventi proposti dalla Commissione che si riserva anche di coordinare azioni mirate con gli Stati Membri sul tema. Ripercorriamo brevemente le misure principali.

Codice di buone pratiche delle piattaforme online. Entro luglio le piattaforme online devono mettere a punto e applicare un codice comune di buone pratiche per: “garantire trasparenza circa i contenuti sponsorizzati, in particolare per quanto riguarda i messaggi di comunicazione politica; fare maggiore chiarezza in merito al funzionamento degli algoritmi consentendo verifiche da parte di terzi; agevolare la scoperta e l’accesso da parte degli utenti di fonti di informazione/punti di vista diversi; applicare misure per identificare e chiudere account falsi e affrontare il problema dei bot automatici; fare in modo che i verificatori di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche possano monitorare costantemente la disinformazione online. A breve la Commissione convocherà un “forum di soggetti interessati “tra cui le piattaforme online, l’industria della pubblicità e i principali inserzionisti” per realizzare il codice entro il luglio 2018, e con l’obiettivo di ottenere un “impatto misurabile” entro l’ottobre 2018. Tra tali stakeholder il comunicato non cita i media tradizionali ai quali viene dato un ruolo fra gli altri player nel documento di domande e risposte annesso soprattutto per la media literacy. Si sottolinea anche che la scelta della autoregolamentazione, sempre secondo il documento annesso, risponde ad esigenze di agire tempestivamente per contrastare il fenomeno e non esclude il ricorso ad altre forme di regolazione, anche mirata a specifiche piattaforme, qualora “l’impatto misurabile” di tale autoregolamentazione non produca effetti entro Ottobre.

Apprezzabile tuttavia la reiterazione del concetto di responsabilizzazione delle piattaforme da più referenti della Commissione: “Le piattaforme online hanno un ruolo importante nel contrastare le campagne di disinformazione organizzate da persone e paesi che intendono indebolire la nostra democrazia” ha dichiarato Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione responsabile per il Mercato unico digitale, ripreso al riguardo da Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, che ha dichiarato: “Invitiamo tutti i soggetti coinvolti, in particolare le piattaforme e le reti sociali che hanno una chiara responsabilità, ad agire sulla base di un piano d’azione per un approccio europeo comune, che consenta ai cittadini di reagire e di essere protetti in modo efficace dalla disinformazione. Seguiremo da vicino i progressi compiuti ed eventualmente proporremo ulteriori azioni entro dicembre, comprendenti misure di natura legislativa qualora i risultati dovessero rivelarsi insoddisfacenti.” Analogamente Julian King, Commissario per l’Unione della sicurezza, ha dichiarato: ” È essenziale che le piattaforme di Internet combattano l’abuso della loro infrastruttura da parte di soggetti ostili e tutelino i loro utenti e la società.”

Fact checking: rete di verificatori e piattaforma europea. La commissione prevede fra le misure da implementare la creazione di une rete europea indipendente di verificatori di fatti “che stabilirà metodi di lavoro comuni, scambierà le migliori pratiche e opererà per conseguire la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta l’UE. Il comunicato stampa indica, offrendo il link al sito che “i verificatori saranno scelti tra i membri dell’UE facenti parte International Fact Checking Network, che segue un rigido codice etico”: trattasi di istituto basato in Florida, al momento sul sito appare non sono pubblicati i membri. In affiancamento, “una piattaforma online europea sicura sulla disinformazione che supporti la rete dei verificatori di fatti e i ricercatori del mondo accademico raccogliendo e analizzando dati a livello transfrontaliero, nonché dando loro accesso a dati riguardanti l’intera Unione europea”.

Dal comunicato risultano anche alcuni dati e informazioni di interesse, fra cui:

La definizione di disinformazione: “informazione rivelatasi falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che può arrecare un pregiudizio pubblico” è ripresa del documento prodotto dall’Gruppo di Esperti sulla disinformazione costituito nel gennaio scorso di cui fa parte Gina Nieri, consigliere di Amministrazione Mediaset e consigliere di CRTV.

Il ruolo dei mezzi tradizionali per l’informazione di qualità Secondo l’ultima indagine Eurobarometro, l’83% degli intervistati ha dichiarato che le notizie false costituiscono un pericolo per la democrazia. Le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70%, TV 66%, stampa 63%), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con tassi di fiducia rispettivamente del 26% e del 27%.

Ruolo e vantaggi dei grandi intermediari. Due terzi dei fruitori di notizie online preferiscono l’accesso mediante piattaforme guidate da algoritmi, come motori di ricerca e aggregatori di notizie, e siti web di social media. È quanto rileva lo studio pubblicato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea dedicato al tema della disinformazione online. Nello studio si afferma inoltre che potere di mercato e flussi di entrate si sono spostati dagli editori di notizie agli operatori di piattaforme in possesso di dati che permettono di abbinare articoli e annunci ai profili dei lettori.

 

Domande e risposte

Scheda informativa: Contrastare la diffusione della disinformazione online

Consultazione pubblica (relazione di sintesi)

Eurobarometro (relazione integrale)

Relazione del JRC

Relazione del gruppo di esperti ad alto livello sulle notizie false e la disinformazione

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Tags | Commissione europea, disinformazione online, fact checking, fake news
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