La Commissione UE ha presentato una proposta per permettere ai contenuti online di viaggiare insieme agli utenti e un piano d’azione per “svecchiare” le norme UE sul diritto d’autore.
Regolamento sulla portabilità. La proposta riguarda un regolamento direttamente applicabile nei 28 Stati Membri sulla portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online, che dovrebbe consentire ai cittadini che si spostano all’interno della UE di accedere ai contenuti digitali che hanno acquistato o per i quali hanno sottoscritto un abbonamento nel proprio paese di origine, limitandone tuttavia la portata alla “presenza temporanea” all’estero.
Eccezioni al diritto di autore. La Commissione ha inoltre intenzione di intervenire sulle principali eccezioni al diritto d’autore previste dalla normativa UE (utilizzazione delle opere protette dal diritto d’autore senza l’autorizzazione preventiva dei titolari dei diritti). La Commissione intende semplificare per i ricercatori l’utilizzazione delle tecnologie di “text e data mining”, e dare priorità all’istruzione con norme migliori e più chiare, valide in tutta l’Europa, per gli insegnanti che offrono corsi online. Sono previste inoltre norme che permetteranno alle persone con disabilità di accedere a un maggior numero di opere (secondo l’obiettivo del trattato di Marrakech) e si interverrà per ridurre l’incertezza giuridica relativa al caricamento di foto di edifici e opere d’arte in luoghi pubblici (eccezione della libertà di panorama).
Andrus Ansip, Vicepresidente e Commissario responsabile per il mercato unico digitale ha indicato chiaramente che l’intenzione è “quella di garantire la portabilità dei contenuti a livello transfrontaliero. Chi acquista legalmente contenuti – film, libri, partite di calcio, serie televisive – deve potervi accedere ovunque vada in Europa”. Ancora, G. Oettinger, Commissario responsabile per l’economia e le società digitali ha espresso l’auspicio che “entro il 2017 la portabilità diventi una realtà per i consumatori europei, che potranno così accedere ai contenuti che preferiscono quando si spostano nell’UE”. Per il diritto d’autore si dovrà creare “un ambiente stimolante ed equo, che premi gli investimenti nel settore creativo e in cui sia più semplice per gli europei accedere ai contenuti ed utilizzarli legalmente”.
Tra gli obiettivi perseguiti dalla Commissione ci sono quindi quelli di: migliorare la distribuzione transfrontaliera dei programmi televisivi e radiofonici online (tramite la revisione della direttiva sulla trasmissione via satellite e via cavo) e facilitare la concessione di licenze per l’accesso transfrontaliero ai contenuti. La commissione continuerà inoltre ad avvalersi del programma “Europa Creativa”.
Equa remunerazione e ripartizione. La Commissione in un’ottica di un mercato più equo, valuterà se l’utilizzo online delle opere protette dal diritto d’autore, risultato degli investimenti di autori e industrie creative, è adeguatamente autorizzato e remunerato tramite licenze vagliando se i benefici derivanti dall’utilizzo online delle opere siano equamente ripartiti. In tale contesto la Commissione esaminerà il ruolo dei servizi di aggregazione delle notizie, con un approccio “proporzionato” (ad es. agli utenti non verrà chiesto di pagare per condividere un collegamento ipertestuale a contenuti protetti dal diritto d’autore). La Commissione valuterà la necessità di soluzioni a livello UE per rafforzare la certezza giuridica, la trasparenza e un maggiore equilibrio nel sistema che disciplina la remunerazione degli autori, interpreti ed esecutori, tenendo conto delle competenze dell’Unione e di quelle nazionali. I risultati della consultazione pubblica in corso sulle piattaforme e gli intermediari online contribuiranno a questa riflessione generale.
Pirateria online. Secondo la Commissione una più ampia disponibilità dei contenuti aiuterà a combattere la pirateria: il 22% degli europei ritiene infatti che i download illegali siano accettabili in assenza di alternative legali nel proprio paese.
Tra gli strumenti che verranno posti in essere, nel 2016, vi sarà un quadro europeo alla luce del principio “follow the money”, ossia seguire i flussi finanziari verso le imprese che traggono profitti dalla pirateria. Saranno coinvolte tutte le parti interessate (titolari di diritti, fornitori di pubblicità e di servizi di pagamento, associazioni di consumatori, ecc.) con l’obiettivo di trovare un accordo entro la primavera del 2016. A tale scopo, la Commissione avvia una consultazione pubblica sulla valutazione e la modernizzazione del quadro normativo esistente per l’enforcement dei diritti di proprietà intellettuali. La consultazione ha l’obiettivo di valutare il funzionamento della Direttiva 2004/48/EC (Directive on the enforcement of intellectual property rights, IPRED) nell’ambiente online. La consultazione include 5 questionari distinti per i diversi aventi diritto (stakeholders): detentori del diritto d’autore, professione giudiziaria e legale, intermediari, Stati Membri, Autorità Pubbliche, consumatori e società civile. Sarà disponibile in 6 lingue (tedesco, inglese, spagnolo, francese, italiano, polacco), ora unicamente in inglese. Scadenza: 1 aprile 2016.
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Contratti digitali: norme uniche a tutela dell’utente.
La Commissione propone infine nuove norme (direttive) per i contratti del settore digitale con l’obiettivo di semplificare e promuovere l’accesso ai contenuti digitali e alle vendite online considerando che il 49% dei fruitori di internet nell’UE ascolta musica e accede a video e giochi online. Occorre infatti considerare che nell’UE i posti di lavoro in settori ad alta densità del diritto d’autore (i.e. media, editoria, discografia, trasmissioni televisive) sono circa 7 milioni. Obiettivo delle proposte è inoltre quello di garantire ai consumatori un livello più elevato di tutela e una più ampia scelta di prodotti a prezzi più competitivi. In particolare, sarà prevista l’inversione dell’onere della prova sui difetti dei beni acquistati e diritti
chiari e specifici per il contenuto digitale. Secondo la proposta di direttiva, i consumatori potranno chiedere la risoluzione di problemi relativi a contenuti acquistati online ed eventualmente ottenere una riduzione del prezzo, la risoluzione del contratto oppure il rimborso integrale. D’altro canto le imprese non dovranno più far fronte alla frammentazione normativa nazionale e saranno in grado di fornire contenuti digitali e vendere beni online a consumatori di tutta l’UE sulla base del medesimo corpus di norme di diritto contrattuale. “Quando si scarica un film o della musica, devono funzionare. Se ciò non avviene, bisogna poter risolvere il contratto ed essere rimborsati. Le proposte odierne apporteranno maggiori diritti ai consumatori per quanto riguarda l’ambiente online – consentendo loro di godere in piena fiducia dei prodotti e dei servizi provenienti da altri paesi dell’UE” ha dichiarato il Vicepresidente per il Mercato unico digitale Andrus Ansip.
Il potenziale delle vendite online è ancora poco sfruttato: nel 2014 la quota dell’ e-commerce nell’intero settore al dettaglio nella UE era 7,2%, mentre negli USA del 11,6%.
Secondo le previsioni della Commissione, oltre 122 000 imprese dell’UE potrebbero quindi iniziare a vendere a consumatori di altri Stati membri, e il numero totale dei consumatori che acquistano online da altri paesi dell’UE potrebbe arrivare fino a 70 milioni. Ciò contribuirà ad aprire nuovi mercati, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), intensificherà la concorrenza e stimolerà la crescita economica: i consumi nell’UE dovrebbero aumentare di 18 miliardi di euro grazie all’abbassamento dei prezzi al consumo e il PIL dell’UE dovrebbe crescere di 4 miliardi di euro rispetto al livello attuale.
Inoltre si abbatterebbero i costi di adeguamento al diritto contrattuale nazionale che le imprese sono oggi costrette a sostenere per accedere a nuovi mercati, costi stimati fino a 243 000 euro (EU 27).