– 50% la produzione industriale in marzo e aprile: questi gli effetti prodotti delle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione del Covid-19. La fine del lockdown non genererà un veloce recupero per lo smaltimento delle scorte da parte delle industrie, la contrazione della domanda estera e i risparmi a scopo precauzionale delle famiglie. Questi in sintesi i risultati della Indagine rapida della produzione industriale pubblicata dal Centro Studi Confindustria. Per il secondo trimestre dinamica di PIL e produzione più negative rispetto al primo per le prospettive incerte legate all’evoluzione della crisi sanitaria.
Caduta senza precedenti, i motivi. La caduta dell’attività nei due mesi di rilevazione è di poco superiore al 50% cumulato. Non ci sono precedenti storici di tale entità. Su questa dinamica hanno influito due fattori: il blocco dell’attività nell’industria, deciso con DPCM del 22 marzo, che ha riguardato quasi il 60% delle imprese manifatturiere; e una dinamica molto bassa sia della domanda interna, che ha risentito delle chiusure delle attività in alcuni settori del terziario e delle limitazioni agli spostamenti delle persone; sia della domanda estera fortemente intaccata, soprattutto in aprile, dalla tempistica con la quale sono state introdotte misure restrittive anche nei partner commerciali dell’Italia.
Ripartenza graduale di produzione e consumi. La ripartenza sarà graduale, nonostante la fine del lockdown, perché le abitudini di spesa delle famiglie sono cambiate e difficilmente torneranno in tempi rapidi alle precedenti; e perché le imprese negli ultimi mesi hanno accumulato scorte che dovranno essere smaltite prima che il ciclo produttivo possa tornare a ritmi normali e lavoreranno a un regime ridotto. Alla luce di queste informazioni, nel secondo trimestre secondo Confindustria c’è da attendersi una caduta del PIL italiano di almeno 8 punti percentuali
Previsioni a breve. La variazione acquisita della produzione industriale nel secondo trimestre è di -40,0%; per i prossimi mesi, è attesa una modesta ripresa della domanda, e un forte rimbalzo congiunturale dell’attività (variazione rispetto al mese precedente), ma ancora in zona negativa rispetto all’anno precedente. Anche tenendo conto di una dinamica positiva in maggio e giugno, la produzione nel secondo trimestre è attesa in diminuzione a un ritmo più che doppio rispetto a quello registrato nel primo.
“È necessario fare di tutto per sostenere adeguatamente imprese e famiglie; l’alternativa è un impoverimento generale e duraturo che riporterà i livelli di ricchezza indietro di quarant’anni” conclude Confindustria.