Il Centro Studi di Confindustria (CSC) ha appena pubblicato un’infografica sul costo del lavoro in Italia con una riflessione su quanto generato in termini di contributi con un salario netto pari al reddito di cittadinanza, ossia 780 euro mensili e poi a salire, fino a 3.000 euro. La prima constatazione è che il cuneo fiscale e retributivo, come noto, è progressivo e passa da un 74%, per un netto mensile di 780€, al doppio per le retribuzioni più alte. Come noto, ma i numeri fanno impressione, la parte più cospicua di tali contribuzioni è a carico delle imprese. Il commento del Centro Studi: “con il Reddito di cittadinanza un single senza reddito può percepire fino a 780€ al mese senza pagare l’IRPEF. 780€ in busta paga corrispondono a un costo per l’impresa di 1.360€ perché l’azienda paga la retribuzione lorda e i contributi a carico del datore; sulla retribuzione lorda il lavoratore paga: IRPEF + contributi a carico del dipendente. La differenza tra retribuzione netta e costo del lavoro è il “cuneo fiscale e contributivo”, di cui una parte è a carico dell’impresa, l’altra a carico del lavoratore”.
Nell’infografica Confindustria ha anche comparato il costo del lavoro in Italia con una serie di Paesi, europei e non: dal confronto risulta evidente come il cuneo fiscale in Italia sia fra i più alti (siamo secondi solo al Belgio). Il pregio di tale comparazione è che, a differenza di altre, computa anche contributi INAIL (a carico di dipendente ed azienda) e il TFR (solo azienda).
Il commento di CSC sottolinea che “nel confronto internazionale l’Italia ha un cuneo molto elevato, qualunque sia la retribuzione presa a riferimento. Nel caso di un lavoratore single con retribuzione media (31.000€ lordi l’anno), fatta 100 la retribuzione netta: le imposte pesano per il 32% e i contributi carico lavoratore per un altro 14%; i contributi carico datore pesano per il 61%. Sul netto che va al lavoratore si aggiunge, quindi, il 107% di tasse e contributi. Su retribuzioni più basse/alte il cuneo si abbassa/alza, data la progressività dell’IRPEF: su un netto mensile di 780€ si aggiunge il 74% ma su 3.000€ il 144%”.
Sono dati che devono far riflettere sulle scelte di politica economica che potrebbero rilanciare la ripresa italiana, che, si ricorda, è ancora ben al di sotto della media dell’Eurozona (vedi infografica CSC dedicata).