Confindustria Radio TV

  • Home
  • Chi Siamo
    • Profilo
    • Organi Sociali
      • Consiglio di Presidenza
      • Consiglio Generale
      • Revisori dei Conti
      • Probiviri
    • Commissioni
    • Struttura
    • Statuto
  • Associati
    • Associati Nazionali
    • Radio Locali
      • Profilo
      • CONSIGLIO DIRETTIVO
      • Associati
    • Tv Locali
      • Profilo
      • CONSIGLIO DIRETTIVO
      • Associati
  • Normativa
    • Archivio Legislativo
    • Circolari e Comunicazioni
    • Dossier
    • CCNL
    • Scadenze Radio TV
  • Ufficio studi
    • Crono Mappe RTV
      • Crono Video-Tv
      • Crono Audio-Radio
    • Studio Radio e Tv
    • Focus
    • Mk pubblicitario
    • Dati Macroeconomici
  • Comunicazione
    • Newsletter
      • Radio TV News 2022
      • Radio TV News 2021
      • Radio TV News 2020
      • Radio TV News 2019
      • Radio TV News 2018
      • Radio TV News 2017
      • Radio TV News 2016
      • Radio TV News 2015
      • Radio TV News 2014
    • Comunicati Stampa
    • Assemblee e Convegni
      • Assemblea 2017
      • Assemblea 2016
      • Assemblea 2015
      • Convegni
    • Gallery
    • Glossario
  • Contatti

Confindustria: PIL -10% nel primo semestre, azioni urgenti per tenuta e rilancio

31 Marzo 2020

Pubblicato il Rapporto di previsione sull’economia italiana 2020-21. Tutelare il tessuto produttivo e sociale della nazione – lavoratori, imprese, famiglie – con strategie e strumenti inediti, coordinati a livello UE e internazionale; non lesinare risorse oggi per garantire futuro benessere; agire subito. Sono questi, semplificando, i contenuti del Rapporto di Previsione sull’economia italiana pubblicato oggi da Confindustria. Il consueto rapporto annuale si misura oggi con la crisi indotta dalla pandemia da coronavirus, una crisi inedita. Il Centro Studi Confindustria propone stime di impatto su PIL, imprese, consumi. Elabora proposte per il decreto “Cura Italia 2”, previsto ad aprile. Ribadisce l’importanza del coordinamento europeo con strumenti ulteriori rispetto a quelli già avviati, inclusi gli eurobond.

Recessione atipica, scongiurare la depressione. Mai nella storia della Repubblica ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni.  Più che quello di prevedere il futuro, questo è il tempo di agire affinché il nostro Paese, la nostra società, possano affrontare adeguatamente questa fase drammatica e risollevarsi quando l’emergenza sanitaria sarà mitigata. E’ questo l’incipit della nota riassuntiva pubblicata sul sito di Confindustria. Nessuno conosce, ad oggi, la dimensione complessiva degli interventi necessari, che saranno comunque massivi e condizionali agli sviluppi sanitari ed economici. Ma a tutti è chiaro che solo mettendo in sicurezza cittadini e imprese, la recessione attuale potrà non tramutarsi in una depressione economica prolungata.

Shock di offerta e domanda. Uno shock imprevedibile ha colpito l’economia italiana a febbraio 2020, quando è iniziata la diffusione nel Paese del virus COVID-19. Si tratta di uno shock congiunto di offerta e di domanda: al progressivo blocco, temporaneo ma prolungato, di molte attività economiche sul territorio nazionale, necessario per arginare l’epidemia, si è associato un crollo della domanda di beni e servizi, sia dall’interno che dall’estero.

Previsioni di impatto sul manifatturiero. Nelle previsioni presentate il Centro Studi Confindustria – CSC, nell’ipotesi che la fase acuta dell’emergenza sanitaria si vada esaurendo alla metà del secondo trimestre dell’anno nel settore manifatturiero indica che nei prossimi mesi saranno attive queste percentuali di imprese:

  • aprile: 40% all’inizio; 60% alla fine del mese;
  • maggio: 70% all’inizio; 90% alla fine del mese;
  • giugno: 90% all’inizio; 100% alla fine del mese.

PIL. Anche con queste ipotesi, la caduta immediata del PIL, stimata nel secondo trimestre rispetto a fine 2019 è attorno al 10% (Grafico A). Inoltre, la ripartenza nel secondo semestre sarà comunque frenata dalla debolezza della domanda di beni e di servizi.

Nel 2020 un netto calo del PIL è comunque ormai inevitabile: CSC prevede un -6,0%, nell’ipotesi che la fase acuta dell’emergenza sanitaria termini a maggio. Si tratta di un crollo superiore a quello del 2009, e del tutto inatteso a inizio anno (Tabella A). Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di PIL dell’ordine di almeno lo 0,75%.

Consumi delle famiglie. I consumi delle famiglie, nella prima metà del 2020, risentiranno delle conseguenze dell’impossibilità di realizzare acquisti fuori casa, ad esclusione di alimentari e prodotti farmaceutici. Il totale della spesa privata risulterà decisamente inferiore rispetto a quello dell’anno scorso (-6,8%). Al suo interno si determinerà una sostanziale ricomposizione del paniere, a sfavore di vari capitoli di spesa, quali l’abbigliamento, i trasporti, i servizi ricreativi e di cultura, i servizi ricettivi e di ristorazione.

Investimenti delle imprese. Gli investimenti delle imprese sono la componente del PIL più colpita nel 2020 (-10,6%) secondo le stime del Rapporto. Calo della domanda, aumento dell’incertezza, riduzione del credito, chiusure forzate dell’attività: in questo contesto dove la stessa prosecuzione dell’attività corrente è compromessa o a forte rischio, è proibitivo per un’azienda realizzare nuovi progetti produttivi.

Export. L’export dell’Italia non viene risparmiato dal calo generale dell’attività economica (-5,1% nel 2020): la riduzione attesa delle vendite estere è dovuta a quella prevista negli scambi mondiali e, soprattutto, nelle filiere di produzione nei Paesi europei, a causa di una pandemia che ha colpito tutto il mondo, o quasi:  il calo dell’attività sarà particolarmente forte nei principali mercati di destinazione dei prodotti italiani; i nostri esportatori saranno più penalizzati da difficoltà produttive e logistiche; un blocco dell’attività più lungo e diffuso a livello internazionale che potrebbe portare a un crollo del commercio mondiale comparabile a quello del 2009 e la possibilità che concorrenti esteri sottraggano quote di mercato sono fattori di rischio.

Imprese a rischio, Italia a rischio. Dall’industria dipendono direttamente o indirettamente un terzo circa di tutti gli occupati nel nostro Paese, indica il Rapporto, e originano circa la metà delle spese in R&S e degli investimenti necessari ad aumentare il potenziale di crescita dell’economia. Oggi è urgente evitare che il blocco dell’offerta ed il crollo della domanda provochino una drammatica crisi di liquidità nelle imprese e che tale crisi diventi un problema di solvibilità, anche per imprese che prima dell’epidemia avevano bilanci e prospettive solide.

Misure urgenti e straordinarie. Servono interventi di politica economica, immediati e di carattere straordinario, su scala nazionale ed europea che sostengano la tenuta e poi la ripartenza dell’attività economica già nella seconda parte del 2020 e quindi nel corso del 2021. A livello di tenuta del sistema economico italiano Confindustria ha definito una serie di proposte concrete: un piano anti-ciclico straordinario, finanziato con risorse europee; interventi urgenti per il sostegno finanziario di tutte le imprese, piccole, medie e grandi; strumenti di moratoria e sospensione delle scadenze fiscali e finanziarie; un’operazione immediata di semplificazione amministrativa, per rendere subito effettiva l’azione di politica economica.

Italia, attese dal decreto Cura Italia 2. Gli interventi auspicabili sono molti e vanno in diverse direzioni, il recente Decreto Legge “Cura Italia” viene definito un primo passo per la tutela del sistema economico e sociale: la dimensione degli interventi è largamente insufficiente, anche tenendo conto delle risorse messe in campo da altri paesi europei e non. È stata anticipata da parte del Governo l’intenzione di varare un ulteriore intervento in aprile, di portata analoga a quello di marzo (circa 25 miliardi), di cui però al momento non sono disponibili i dettagli sulle singole misure. Il CSC stima che, se le nuove misure in cantiere fossero analoghe a quelle del primo intervento e finanziate integralmente con risorse europee, si potrebbe avere – a parità di altre condizioni e nello scenario di ripresa delle attività produttive delineato sopra – un minor calo del PIL in Italia nel 2020 di circa 0,5 punti rispetto allo scenario di base, senza impatti sul deficit pubblico (Tabella B).

Europa. In Europa, in queste settimane sono state già prese decisioni importanti: massicci interventi della BCE, che hanno fermato per ora l’impennata dello spread per l’Italia; la sospensione di alcune clausole del Patto di Stabilità e Crescita, per la finanza pubblica; le misure temporanee sugli aiuti di Stato. Queste azioni, però, vanno accompagnate con un cruciale passo in più: l’introduzione di titoli di debito europei, fin troppo rimandata.

Tenuta e rilancio.  Il CSC ha realizzato due simulazioni con modello econometrici: da tali analisi emerge come finanziando con risorse europee e nazionali gli ingenti interventi necessari per liquidità delle imprese, trasferimenti alle famiglie, investimenti pubblici e privati aggiuntivi in sanità, tecnologia, ambiente, è possibile far ripartire il Paese lungo un sentiero sostenibile di medio termine.

Confindustria insieme con le Confindustrie tedesca e francese ha proposto un piano europeo straordinario di entità pari a 3000 miliardi di euro di investimenti pubblici. Considerando una prima tranche di entità pari a 500 miliardi su un periodo di 3 anni, fatta inizialmente anche di misure per la liquidità e, poi, soprattutto di investimenti in sanità, infrastrutture e digitalizzazione, tale piano sarebbe in grado di alzare la crescita in Italia e nell’Eurozona di rispettivamente 2,5 e 1,9 punti percentuali nell’orizzonte di stima (Tabella C).

Nuovi strumenti di policy. Più di quanto avvenuto nelle precedenti crisi del 2008 e del 2011, si richiede un ripensamento profondo degli strumenti di policy in un’ottica sovranazionale e di medio-lungo periodo: la crisi attuale, infatti, due volte globale – nella diffusione dello shock sanitario e nei canali di trasmissione produttivi e finanziari – mette a nudo tutte le criticità non risolte nella gestione multilaterale delle politiche economiche, che dovrebbe essere coordinata a livello europeo e mondiale.

Nel Rapporto del CSC sono infine esaminati quattro fattori geoeconomici cruciali, che identificano altrettante tematiche trasversali: i cambiamenti climatici, le regole europee, i legami finanziari USA-Europa e la governance multilaterale degli scambi.

Contesto, criticità, l’asso dell’export, italiano e UE. Dagli interventi in remoto via streaming del direttore del CSC, la direttrice del CEPS (Centre for European Policy Studies) e il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, sono emerse alcune altre informazioni di contesto interessanti fra cui: la questione cruciale del debito pubblico italiano oltre +130% di PIL nazionale per un valore di 2.400 miliardi di euro, con un potenziale effetto negativo sulla capacità di ripresa. Sulle misure europee già attivate si richiama: sospensione del patto di stabilità, ovvero il superamento del vincolo del 3% del deficit (crescita debito pubblico); il Piano PEPP per 750 mld in acquisti di titoli di stato + altri titoli (BCE ne può acquistare molti di più, misura utile, ma non sufficiente, lo spread rimane sotto controllo fino a un certo punto. Fra gli altri strumenti di cui si parla gli Eurobond / Coronabond, strumento su cui come noto si sono creati due fronti opposti nell’ultimo vertice dei Capi di Stato del 26 marzo scorso, che sarebbero titoli garanzia delle risorse attivate per l’emergenza attraverso una tassazione europea, richiedono competenze centrali politiche e operative, che al momento non esistono e richiedono tempo per l’attivazione. Fra le altre opzioni si è citata anche la possibilità di attingere liquidità dal bilancio EU (l’Italia ogni anno contribuisce con 15 miliardi e ne riceve 11 mld) o addirittura la sospensione dei pagamenti da parte di ciascun Paese membro con il  vantaggio che si tratta di trasferimenti (non sono prestiti) “a costo zero, ma per le quali il bilancio UE è molto rigido e attiverebbero risorse limitate”; alcuni stati membri EU hanno suggerito la costituzione di una corsia preferenziale emergenziale con condizioni più agevoli e leggere per accedere al MES (Fondo salva Stati) a supporto dei Paesi più colpiti, ci sono al momento 410 miliardi di euro, ma bisogna valutare le condizioni dell’aiuto. Riguardo all’export e l’importanza di rivedere e ripensare il commercio internazionale (Europa contribuisce in maniera sostanziale al PIL globale) il rapporto suggerisce di ripensare la globalizzazione: il 60% dell’export in Europa è verso i paesi membri, 40% all’esterno. Al riguardo chiudiamo con una nota incoraggiante: l’Italia vanta ogni anno Italia 550 miliardi di export in beni e servizi, cifra che fa ritenere il debito italiano sostenibile.

 


ALLEGATI

Confindustria Rapporto di Previsione Primavera 2020

Slide Manzocchi, Direttore CSC

Confindustria Italian Economic Outlook 2020-2021 Summary

Print Friendly, PDF & Email
Tags | Confindustria, Decreto Cura Italia, economia italiana, eurobond, investimenti, PIL, Unione Europea
 0
Condividi

Articoli correlati

UE, DMA: il Consiglio approva

19 Luglio 2022

CRTV: Responsabilità per continuità all’azione di governo in una fase cruciale

18 Luglio 2022

UE, accordo politico per il salario minimo europeo

7 Giugno 2022

Siddi, CRTV: radio e televisioni pilastri dell’industria creativa e del pluralismo informativo

1 Giugno 2022
Previous Post RADIOTER, l’indagine del secondo trimestre 2020 non si farà
Next Post AGCOM, Osservatorio Coronavirus: l’informazione argina il fake

Login

  • Password persa

Categorie

  • 5G
    (19)
  • AGCM
    (30)
  • AGCOM
    (185)
  • Audience TV e Radio
    (11)
  • Audiovisivo
    (104)
  • AUDITEL
    (15)
  • Banda 700
    (189)
  • BIG DATA
    (11)
  • Canali TV Italia
    (33)
  • Comitato Media e Minori
    (9)
  • Comunicati Stampa Nazionali
    (71)
  • Comunicati Stampa RTV locali
    (24)
  • Comunicazioni elettroniche
    (6)
  • Contributi emittenza locale
    (74)
  • Copyright
    (47)
  • Covid-19
    (172)
  • DAB
    (90)
  • Digital Audio
    (21)
  • Diritti connessi
    (13)
  • Diritto d'Autore
    (55)
  • DTT – Digitale terrestre
    (182)
  • Economia Paese
    (39)
  • Fake News
    (38)
  • Fiscalità
    (23)
  • GDPR
    (48)
  • Hate Speech
    (13)
  • IES
    (6)
  • INAIL
    (1)
  • Investimenti pubblicitari
    (87)
  • Le Aziende Comunicano
    (35)
  • Mercato
    (58)
  • MISE
    (228)
  • MITD
    (1)
  • OTT
    (107)
  • PAR CONDICIO
    (10)
  • Pirateria
    (13)
  • PNAF
    (4)
  • PNRR
    (13)
  • Privacy
    (66)
  • Pubblicità online
    (55)
  • Radio e TV Locali
    (208)
  • Radiofonia
    (238)
  • RAI
    (65)
  • ROC
    (2)
  • Servizio Pubblico
    (39)
  • SIC
    (5)
  • Studio Economico Radio
    (6)
  • Studio Economico TV
    (11)
  • Televisione
    (246)
  • TER
    (17)
  • Unione Europea
    (269)
  • Video on-demand
    (24)
Viacom
Radio Dimensione Suono
Radio Kiss Kiss
Gruppo 24Ore
SuperTennis
TV2000
Tivù
RTL
Rai
Radio Italia
QVC
Persidera
Mediaset
La7
GM24
Eutelsat
Elemedia
Discovery
DFree
  • Home
  • Comunicazione
  • Studi e Ricerche
  • Norme e Regolamenti
  • Privacy e Cookie


© Confindustria Radio Televisioni
Piazza dei SS. Apostoli 66 - 00187 ROMA - Tel: +39 06.93562121 - Fax: +39 06.69368541 - email: segreteria@confindustriaradiotv.it
Tutti i diritti riservati