Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha reso un’informativa, al Senato della Repubblica e poi alla Camera dei Deputati, sulle più recenti iniziative adottate sul piano interno e programmate in sede europea.
Misure restrittive e loro allentamento. Sul piano interno, il Presidente ha ribadito che la pandemia ha costretto a misure d’urgenza ispirate al principio di precauzionalità. Nelle ultime settimane l’emergenza sanitaria è stata affrontata secondo le seguenti linee: mantenimento del distanziamento sociale, utilizzo diffuso dei dispositivi di protezione, rafforzamento delle reti sanitarie del territorio, intensificazione della presenza di Covid hospital, gara pubblica semplificata per un’indagine a campione, rafforzamento della mappatura dei contatti sospetti: il Governo terrà informato il Parlamento su questa applicazione che tocca diritti fondamentali dei cittadini. Nella fase due è previsto un allentamento delle restrizioni per le attività produttive e commerciali e modifiche delle misure di distanziamento sociale: il riavvio dovrà avvenire sulla base di un piano strutturato e omogeneo che tenga conto della sicurezza e della curva del contagio. E’ un passaggio sensibile e complesso: imprudenze potrebbero compromettere i sacrifici fin qui sostenuti.
Dopo il “Cura Italia”, direttrici e risorse stanziate nel nuovo decreto. Sul versante economico il decreto successivo al Cura Italia è articolato su tre direttrici: misure di sostegno alle imprese per sbloccare finanziamenti, tutela degli asset strategici (estensione del golden power a nuovi settori e a operazioni infraeuropee), incentivi alle imprese per riaprire in sicurezza. Per tale ragione, in aggiunta ai 25 miliardi già stanziati con il cosiddetto decreto-legge cura Italia, il Governo invierà a brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione contenente una richiesta di scostamento dagli obiettivi di bilancio programmati per il 2020 pari a una cifra ben superiore a quella stanziata a marzo. Una cifra davvero consistente, non inferiore a 50 miliardi di euro, che si aggiungeranno ai 25 miliardi già stanziati, per un intervento complessivo non inferiore a 75 miliardi di euro: questa la cifra complessiva richiesta a fronte alla previsione di caduta del Pil del 9,1 per cento,. Quest’ulteriore ricorso al disavanzo servirà a finanziare varie misure, destinate, tra le altre, al rafforzamento del personale sanitario, della protezione civile e delle forze di sicurezza; alla proroga del rafforzamento degli ammortizzatori sociali, in particolare cassa integrazione e indennizzi per autonomi e partite IVA; al sostegno di coloro che non sono coperti da cassa integrazione; a misure di sostegno alle piccole e medie imprese; a fondi aggiuntivi per Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni; agli interventi di sostegno dei settori particolarmente colpiti da misure di contenimento del virus. Il Presidente ha dichiarato di essere consapevole che l’iter di conversione in legge dei decreti finora adottati ha lasciato parzialmente insoddisfatte le legittime aspettative delle forze politiche di poter contribuire con proprie proposte alla definizione del quadro degli interventi.
UE, il pacchetto di strumenti da Commissione e Eurogruppo: fondo BEI, SURE, European Recovery Fund e le riserve sul Mes. L’Eurogruppo dello scorso 9 aprile ha preparato un rapporto per la risposta economica dell’Unione all’emergenza sanitaria ed economica, che, oltre a tenere conto dei progressi compiuti, predispone un pacchetto di strumenti a disposizione degli Stati membri, composto da quattro elementi principali (si veda anche un ns precedente articolo sul tema). Innanzitutto, viene costituito un fondo di garanzia europeo presso la Banca europea degli investimenti (BEI), dotato di 25 miliardi di euro, che dovrebbe consentire l’attivazione fino a 200 miliardi di euro di finanziamenti per gli investimenti all’interno dell’Unione.
Il secondo elemento del pacchetto è il cosiddetto piano Sure, uno strumento di assistenza finanziaria che potrà erogare fino a 100 miliardi in linee di credito dedicate alle misure di sostegno al reddito dei lavoratori temporaneamente privi di impiego. Questi due elementi, seppure ancora insufficienti, già si caratterizzano per un finanziamento con garanzie comuni e quindi a tassi di interesse particolarmente bassi per spese e investimenti da effettuare nei Paesi membri.
Sul terzo elemento del pacchetto, ovvero l’attivazione di una linea di credito dedicata alle spese sanitarie ed erogate dal Meccanismo europeo di stabilità. Per come è stato concepito (forti condizionalità macroeconomiche e misure finanziarie stringenti al soggetto finanziato) il Mes è inaccettabile per l’Italia che, insieme ad altri otto Paesi membri, ha lanciato una sfida per introdurre nuovi strumenti. Alcuni Paesi però, come la Spagna, hanno dichiarato di essere interessati al Mes per fronteggiare spese sanitarie dirette e indirette: rifiutare questa linea significherebbe fare un torto a questi Paesi. Per capire l’incidenza delle condizionalità, l’Italia è disponibile a lavorare sul regolamento attuativo e il Parlamento dovrà valutare se risponde agli interessi nazionali. Il rapporto dell’Eurogruppo richiama infine la costituzione di un European recovery fond: l’Italia chiede che sia conforme ai trattati, offerto a tutti i Paesi interessati, particolarmente consistente, mirato a far fronte a tutte le conseguenze negative del Covid 19, immediatamente disponibile, e non dovrà avere condizionalità che caratterizzano i piani strutturali. L’Italia, che ha una sua proposta, collaborerà con Francia e Spagna per raggiungere un risultato, ma non può accettare un compromesso al ribasso.
Si ricorda che il Consiglio dei Capi di Stato UE per decidere su tutte queste misure è previsto per il 23 Aprile.