I due nuovi rapporti dell’ Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo del Consiglio d’Europa (OBSCOE). 31% di tutta la promozione: è questa la quota che ottengono i contenuti europei (film e programmi TV): la visibilità dei titoli europei è molto ridotta sui servizi T-Vod, se si pensa che i primi 10 titoli del catalogo da soli raccolgono il 40% di tutta la promozione, ma la quota scende al 6% per i titoli europei. Sono queste alcune delle evidenze che risultano dall’aggiornamento 2020 del Rapporto dell’Osservatorio in materia, cha analizza i 57 maggiori servizi T-VOD in 7 Paesi Europei. Il rapporto conferma che il T-VoD, in linea con il proprio modello di business promuove un limitato numero di film, principalmente recenti: in media un servizio T-VoD promuove dall’1 al 2% del proprio catalogo sulla homepage con i primi 10 film che catturano il 40% di tutta la promozione. Fra questo una percentuale altissima è di film USA (44% della promozione a fronte di 20% di titoli) i contenuti televisivi hanno quote molto più contenute (6% della promozione a fronte di 10% di titoli). Il rapporto “The visibility of audiovisual works on TVOD – 2020 edition” è scaricabile da questo link
L’Osservatorio ha anche pubblicato un corposo rapporto (200 pagine) sui profili di rilevanza dell’Intelligenza Artificiale (IA) per il settore audiovisivo: opportunità e sfide che pone alla produzione e promozione del prodotto audiovisivo e al pluralismo e la diversità dei media, per es. i nuovi profili delle fake news autogenerate dagli algoritmi di ottimizzazione.
Diviso in tre parti, lo studio parte da questioni generali: definizioni, genesi della IA e i suoi sviluppi, con cenni alla differenza fra la “black box” AI dove sono oscurati i processi decisionali automatizzati e la cosiddetta XAI (explainable Artificial Intelligence) che viceversa il rende accessibili. Tali forme di IA sono analizzate con particolare riferimento a Netflix e al suo modello di business basato sulle recommendations, indica il comunicato stampa. Seguono gli aspetti relativi al rapporto fra IA e Big Data con i relativi aspetti regolamentari e le implicazioni dell’IA per la libertà di espressione e il giornalismo e in generale la filiera informativa. Aspetti legali ed etici, come ad esempio la diffusione di news basata sui comportamenti online.
La seconda parte è dedicate ad aspetti specifici di media law e policy, affrontando temi quali abbondanza (di contenuti accessibili) e diversità; copyright, inclusi i nuovi profili della creazione automatizzata dei contenuti e i relativi profili di titolarità dei diritti; implicazione dell’IA per la pubblicità e la personalizzazione estrema permessa dagli algoritmi; diritti della persona e algoritmi, alla luce delle nuove frontiere della riproducibilità di voci immagini con personaggi creati/riprodotti dall’IA e i relativi profili di privacy e diritti intellettuali.
Nella terza parte si provano a tirare le fila dell’analisi, con proposte di regolazione sostenibile
Il rapporto “Artificial Intelligence in the Audiovisual sector” può essere scaricato da questo link.