Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ricorda l’importanza in Italia di dar seguito senza indugi al recepimento della direttiva; è partito l’iter la legge di delegazione europea 2019 (Delega al Governo, presentata al Senato, assegnata, ma non è ancora iniziato l’esame) per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea (Codice Comunicazioni Elettroniche, e SMAV, fra le altre norme UE di rilevanza per il settore radiotelevisivo) il cui art. 8, riferito alla normativa sul copyright (direttive copyright online e “cavo satellite”), dovrebbe avviare il recepimento nell’ordinamento italiano che si deve concludere entro il giugno 2021. A livello Unione Europea si è svolto il 20 febbraio scorso il sesto incontro dello Stakeholder Dialogue Meeting sull’art. 17, la norma più discussa, relativa alla responsabilizzazione e remunerazione dei contenuti diffusi da parte delle piattaforme online: questi incontri contribuiranno ad informare la redazione di linee guida per il recepimento della Commissione, di cui CRTV ha individuato alcuni punti chiave.
Sassoli: equa remunerazione dovuta per il rilancio del lavoro autoriale e giornalistico. “Mi auguro che il Parlamento italiano recepisca nei tempi la direttiva sul diritto d’autore, sarebbe davvero singolare che un Paese come l’Italia entrasse in una procedura di infrazione su un tema così delicato che tra l’altro è regolamentato già dal diritto nazionale”. Così in un’intervista all’ANSA il presidente del Parlamento europeo David Sassoli sul recepimento, entro giugno 2021, della direttiva Ue sul copyright da parte dell’Italia. La normativa secondo il presidente è molto equilibrata, perché si basa su presupposti precisi e stabilisce il diritto ad essere proprietari del proprio lavoro, controllarne la diffusione e ricevere un equo compenso.
In un mondo globalizzato in cui cresce l’uso delle tecnologie “l’Unione Europea si sta impegnando molto per dare delle regole certe”. Non si tratta di una battaglia tra editori e big del web per difendere i privilegi di pochi aggiunge il Presidente, “il diritto d’autore è un principio base: nessuno può speculare sul lavoro degli altri”. E tuttavia in Francia, primo Paese dove la normativa è stata recepita già lo scorso ottobre, è scontro aperto tra Google e editori sulla retribuzione degli articoli condivisi online agli autori come previsto, anche se nelle ultime settimane sembra sia stato avviato un negoziato tra Mountain View e i maggiori gruppi editoriali del Paese per trovare una soluzione. Sul tema il Presidente ha aggiunto “abbiamo un’industria giornalistica in crisi, non credo che umiliando ancora di più i giornalisti si possa pensare di risollevarla. Anzi, la qualità del lavoro giornalistico e la sua retribuzione equa sono le basi per poterlo rilanciare”.
I rapporti con i giganti del web sono certamente una priorità dell’Ue anche dal punto di vista fiscale, e anche qui il conflitto fra Francia e Usa si ripresenta. “Siamo in presenza di attività che hanno un impatto fortissimo nell’Unione europea, ma che producono reddito altrove. Noi vogliamo che le tasse si paghino dove si sviluppa il lavoro. La web tax ripagherebbe un’ingiustizia” ha concluso Sassoli.
Il richiamo del Presidente UE all’Italia nasce dal voto contrario a suo tempo espresso sul testo, peraltro di compromesso, dal nostro Governo. Come sottolineato a suo tempo dal Presidente di CRTV, “L’aspetto più importante della norma per l’industria che rappresentiamo è il principio che rendere disponibili online a fini commerciali (pubblicità, dati) grandi quantità di materiale coperto da diritto di autore costituisce atto di comunicazione al pubblico e come tale deve essere autorizzato dagli aventi diritto e remunerato” ha detto Siddi. “Un principio che finalmente pone in capo anche alle piattaforme online una forma di responsabilità che fino ad oggi non era prevista, ma che la giurisprudenza sul diritto di autore andava delineando già da tempo”.
In tema di recepimento si ricorda che nel Novembre scorso, nella sua audizione presso la Camera il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Andrea Martella ha dichiarato che verrà fatto un tavolo di coordinamento con i ministri Franceschini (Mibac) e Amendola (Affari Europei) al fine di recepire rapidamente la direttiva.
La posizione di CRTV. Controllo dei titolari dei diritti, licenze nel rispetto della libertà negoziale, soluzioni tecnologiche: sono questi secondo CRTV i punti cruciali da affrontare nelle linee guida e nel recepimento della nuova direttiva. Secondo L’Associazione è indispensabile che le linee guida della Commissione siano strutturate in maniera tale da garantire ai titolari dei diritti, nel quadro delineato dalla Direttiva, il pieno controllo sulla circolazione dei propri contenuti. In particolare, in base allo spirito della normativa da recepire, e nel rispetto della scelta operata con l’art. 17 della direttiva – di sottoporre ad autorizzazione alcuni utilizzi delle opere tutelate dal diritto d’autore, occorre far sì che i titolari siano sempre messi in grado di concedere o negare l’autorizzazione all’inserimento dei loro contenuti sulle piattaforme.
Dovendo l’eventuale utilizzo essere regolato da apposite licenze – le linee guida dovrebbero inoltre fornire indicazioni e strumenti affinché gli Stati membri possano approvare regole dirette a far sì che le licenze siano stipulate secondo principi di correttezza e nel pieno rispetto della libertà negoziale delle parti. Infine, le linee guida potrebbero suggerire soluzioni tecnologiche sicure ed efficaci, nel pieno rispetto dell’autonomia imprenditoriale delle parti, per poter eventualmente tracciare i contenuti e rivendicare la titolarità e i diritti sui contenuti immessi in rete, controllarne la diffusione, ottenerne la rimozione permanente (take down e stay down) in caso di violazione della licenza. A tal fine non dovrebbero necessariamente essere applicati i mezzi, le procedure e le tecnologie forniti dalle piattaforme stesse: occorre piuttosto valutare una serie di soluzioni, tra le quali anche l’implementazione di mezzi tramite i quali “marcare” i contenuti protetti. In questo se uno di tali contenuti viene immesso in rete, è onere della piattaforma dimostrare di aver compiuto, secondo elevati standard di diligenza professionale di settore, i massimi sforzi per assicurare che non sia disponibile, ovvero, senza indebito ritardo, che l’uploader ha diritto a mantenerlo on line.
UE, Stakeholder Dialogue sull’art. 17. Anche a livello UE si lavora per armonizzare il recepimento delle norme. A partire dallo scorso Ottobre la Commissione UE ha avviato un dialogo fra titolari di diritti e le piattaforme di condivisione di contenuti online – rappresentati in questo consesso o direttamente (maggiori piattaforme) o attraverso le maggiori associazioni di settore europee, come richiesto dall’art. 17 comma 10 della direttiva UE – per discutere di best practice e strumenti attuativi dei nuovi obblighi previsti dalla disposizione. La Commissione dovrà tener conto dei risultati dei dialoghi delle parti interessate, al fine di fornire orientamenti sull’applicazione dell’articolo 17, in particolare per quanto riguarda la “cooperazione” (di cui all’articolo 17, comma 4) volta a cercare possibili soluzioni pratiche per l’applicazione della norma, comprese le azioni che i fornitori di servizi di condivisione di contenuti online devono adottare in merito ai contenuti non autorizzati. Ad oggi sono svolti sei meeting (l’ultimo il 10 febbraio scorso) al quinto si sono enucleate alcune problematiche relative ad alcuni punti chiave, per informare il dibattito dei meeting successivi. Il ciclo di incontri si dovrebbe chiudere con un documento di sintesi entro fine marzo che verrà sottoposto a consultazione, probabilmente interna al consesso. Obiettivo di questi lavori è fornire contributi utili alla Commissione nell’elaborazione di linee guida per l’applicazione uniforme degli obblighi degli OCSSP (online content social service provider) e dei titolari dei diritti, nonché la definizione di standard di diligenza professionale per l’industria. Dal sito dedicato allo Stakholder Dialogue sull’art. 17 delle direttiva sono accessibili tutti i documenti.