Ritorna l’ufficio Studi di Mediobanca con un’analisi dei bilanci delle multinazionali alla chiusura dell’anno caratterizzato dagli impatti della pandemia da Covid -19. Fra le evidenze del report, le sfide per le multinazionali del settore media e intrattenimento e la crescita dei giganti del web. Nel briefing di Mediobanca “Gli effetti del COvid-19 sui conti annuali 2020 (Multinazionali globali)” i dati 2020 sono analizzati per settore e area geografica e definiscono: “inarrestabili” le websoft (crasi di web e software, operanti nell’internet retailing, software e internet services, si v. oltre); in crescita la grande distribuzione e il settore alimentare, a fronte del crollo dei produttori di aeromobili, i colossi petroliferi e la moda. Documentano inoltre l’avanzata delle multinazionali cinesi, il sostegno del mercato statunitense da parte dell’high tech e la sofferenza delle multinazionali europee e italiane. Dati che devono far riflettere, soprattutto in EU le politiche di ripresa e resilienza e gli interventi per normare l’ambiente digitale (DSA, DMA, DGA), e garantire l’equità fiscale e la tassazione dell’economia digitale a livello internazionale (si v. articolo dedicato). Sono circa 200 le grandi multinazionali analizzate, con fatturato annuale superiore a 3mld di euro, ricavi complessivi pari a oltre 8.000 miliardi e 21 milioni di occupati nel mondo. Nel rapporto sono analizzate anche le multinazionali del settore Media & entertainment.
Media e intrattenimento, cresce la streaming tv. Nel rapporto sono analizzate anche le multinazionali del settore Media & entertainment. “Il settore M&E non ha mai sperimentato un incremento dell’audience (sia nei servizi televisivi che digitali) così intenso come quello registrato nel 2020, che tuttavia non si è tradotto per tutti gli operatori in un incremento dei ricavi. Si assiste infatti ad un calo del settore che è zavorrato dalla contrazione dei ricavi pubblicitari(-7%), dei ricavi per produzione e distribuzione di contenuti (-16%) e dal crollo del fatturato dei grandi parchi a tema e cinema (-67%, su cui pesano particolarmente le misure di contenimento). Continuano viceversa a crescere i ricavi da abbonamenti (+20%) trainati dalle nuove piattaforme in streaming che continuano a crescere a doppia cifra”. Secondo il rapporto il 2021 si prospetta sfidante per le aziende del settore M&E che, oltre alla crisi legata alla pandemia, dovranno affrontare un contesto progressivamente più competitivo in cui i cambiamenti tecnologici e delle abitudini dei consumatori ridisegneranno di continuo i modelli di business esistenti. Il rapporto prevede che i consumatori si rivolgeranno sempre più a servizi fruibili via streaming per la visualizzazione e l’acquisto di contenuti, riducendo la costumer base della pay TV e una probabile diminuzione degli investimenti nella pubblicità televisiva a favore degli investimenti online.
Il Covid-19 e le grandi multinazionali: settori e geografie a confronto. Come immaginabile, la pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto notevole e molto diverso su tutti i settori. A livello geografico si segnala che con la Cina già tornata su livelli d’attività pre-crisi, nelle altre aree geografiche i segnali di ripresa intravisti nel terzo e (parzialmente) nel quarto trimestre dell’anno sono riferibili a gruppi che vendono molto in Asia. E che gli effetti della crisi sanitaria influenzeranno, con sfumature variabili tra i settori, le performance dei mesi a venire fino al completamento delle campagne vaccinali. Il giro d’affari delle maggiori multinazionali mondiali è mediamente in contrazione del 3,1% nel 2020 rispetto al 2019ma sono ampie le divergenze fra i settori. Al primo posto per esempio si segnala la crescita delle websoft, (+19,5%), seguite a distanza dalla GDO (+8,5%), dall’alimentare (+7,9%), dall’Elettronica (+5,4%) e dalle case farmaceutiche (+3,0%). Telecomunicazioni e l’industria dei Pagamenti Digitali mostrano una certa resilienza, con ricavi tendenzialmente stabili (rispettivamente -0,6% e -0,7%), mentre sono in sofferenza i colossi dell’Oil&Gas (-32,9%), i produttori di aeromobili (-26,8%), i gruppi della Moda (-17,3%) e dell’Automotive (-12,1%).
A livello geografico, pressoché invariati i ricavi delle multinazionali dell’area Asia Pacifico e di quelle localizzate nelle Americhe; avanzano le cinesi (+11,2%), mentre le europee subiscono il più duro contraccolpo (-14,5%), con le italiane maggiormente in difficoltà (-29,0%) per l’assenza di grandi operatori nella new economy e nell’elettronica.
Le multinazionali del Web crescono su tutte le variabili misurate da bilancio, spesso a doppia cifra. È il caso dell’incremento della redditività (+24,7%), – a fronte di GDO (+18,4%) ed Elettronica (+16,9%) – degli investimenti (+32,3%) – seguiti a distanza da quelli del settore Pagamenti Digitali (+11,9%) e delle case farmaceutiche (+10,1%) e della forza lavoro, in leggero aumento complessivamente per il complesso delle multinazionali rispetto al 2019 (+1,5%), sulla scia delle assunzioni effettuate dalle WebSoft (+29,6%) in parallelo all’espansione dei propri volumi
d’affari. Escludendo questo settore, dominato dai colossi statunitensi e cinesi, la forza lavoro complessiva diminuirebbe infatti in media dell’1,3%. I gruppi americani, trainati dalle bigh tech, aumentano i propri dipendenti del 7,1%, le multinazionali con sede in Europa chiudono al -0,9%, i gruppi italiani al -4,0% per l’assenza di grandi operatori nella new economy e nell’high tech. Dopo le perdite del primo trimestre 2020, la capitalizzazione complessiva delle maggiori multinazionali al 26 marzo 2021 è superiore del 15,4% rispetto alle quotazioni di fine 2019. In questo caso primeggiano le multinazionali dell’Elettronica (+41,9%) e, nuovamente, le WebSoft (+37,4%). L’annuncio nello scorso novembre del primo vaccino anti-Covid ha premiato anche i settori pro-ciclici, in particolar modo l’Automotive (+39,0%) sebbene le vendite del settore non abbiano ancora invertito la rotta.
Websoft crescono e capitalizzano per il futuro. Riguardo alle multinazionali web soft la nota di commento del rapporto dichiara ”i Giganti del Web hanno confermato la loro capacità di adattamento e flessibilità anche durante questa crisi, sfruttando pienamente le proprie digital skills e le potenzialità dei big data. Ovviamente si registrano trend eterogenei tra i diversi comparti: decisa crescita del food delivery, seguito dai videogames e dall’e-commerce, mentre viaggi e servizi di trasporto online hanno subìto un brusco arresto che perdurerà nel 2021 salvo le campagne vaccinali e il diffondersi di un nuovo senso di sicurezza nel viaggiare. Le multinazionali WebSoft vantano una buona liquidità e solidità finanziaria che permette loro di investire costantemente in ricerca hi-tech nei comparti più profittevoli, quali il cloud computing e l’intelligenza artificiale, fungendo da volano per una continua crescita dimensionale”. La crescita sostenuta di questo aggregato di multinazionali era già una realtà prima del Covid-19 (si veda il precedente report dedicato Mediobanca sul quinquennio 2015-2019), così come la tendenza alla concentrazione, la capacità di investimento, capitalizzazione in borsa, liquidità e asset che accrescono il gap con i competitor negli stessi settori e el dimensioni globali, l’ottimizzazione fiscale. I primi segnali dell’aumento del peso, attuale e strategico, in pandemia era già stato documentato, sempre da Mediobanca.
Websoft , chi sono
Si tratta di 25 Gruppi con fatturato superiore a €8,5 mld e pari ad almeno l’1% del fatturato aggregato WebSoft. 14 hanno sede negli USA, 6 in Cina, 3 in Giappone e 2 in Europa (Germania). NB: tutte le cinesi hanno la sede legale nelle Isole Cayman, tutte le statunitensi (ad eccezione di Microsoft) nello stato del Delaware. 13 operano in massima parte nell’internet retailing (e-commerce, entertainment services, online travel e sharing mobility), 7 nella produzione di software e 5 nell’internet services (social, search engine e web portal). Alcuni gruppi producono anche hardware, ma in quota minoritaria. Dal rapporto Mediobanca “La resilienza dei giganti del websoft alla pandemia (ottobre 2020), disponibile per il download sul sito www.mbres.it. |