Si apre la finestra per l’accesso al credito di imposta, le domande vanno presentate entro il 30 settembre: la pubblicità, non più incrementale, riguarda un numero allargato di mezzi (incluse anche le emittenti RadioTV commerciali nazionali) e una platea più ampia di beneficiari. E nella nuova legge potrebbero essere estesi i fondi dedicati.
Come noto la Legge 77/2020, ha introdotto per il solo 2020, causa Covid, un regime straordinario di accesso al credito d’imposta. Entro i limiti del tetto di spesa previsto a legislazione vigente, il regime straordinario prevede l’estensione dell’ambito di applicazione del credito di imposta, includendovi anche gli investimenti effettuati sulle emittenti televisive e radiofoniche nazionali non partecipate dallo stato. Nel periodo dal 1° al 30 settembre 2020 si è aperta la finestra straordinaria per inviare all’Agenzia delle entrate la domanda per l’accesso al credito d’imposta. Si ricorda che beneficiari del credito non sono le emittenti radiofoniche e televisive ma solo i soggetti che effettuano gli investimenti su tali mezzi. E che il credito di imposta, limitatamente al 2020, è esteso anche a imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali che effettuano investimenti inferiori rispetto a quelli effettuati nel 2019, o che nell’anno 2019 non hanno effettuato investimenti pubblicitari o hanno iniziato la loro attività nel corso del 2020.
Inoltre viene meno, per l’anno 2020 il requisito dell’incremento minimo dell’1% dell’investimento pubblicitario rispetto all’anno precedente; e la concessione del credito di imposta per l’anno 2020 è nella misura unica del 50% degli investimenti effettuati nel 2020 (in luogo del precedente 75%). Il fine della norma è espansivo per favorire la ripresa economica di imprese e attività, favorendo mezzi che basano le proprie entrate unicamente sulla pubblicità.
Lo stanziamento previsto per il 2020 stabilito dal decreto Rilancio è pari a 60 milioni di euro, di cui 20 destinati a emittenti televisive e radiofoniche nazionali e locali analogiche, o digitali, non partecipate dallo Stato. L’art. 96 del DL n. 104/2020 attualmente in fase di conversione in legge in Parlamento (entro il 13 ottobre), se approvato, incrementerà il fondo a 85 milioni di euro, destinando 50 milioni di euro per gli investimenti effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche online e 35 milioni di euro per gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti radiotelevisive commerciali nazionali e locali.