Si è concentrato sugli aspetti dello sviluppo dell’occupazione giovanile e l’innovazione tecnologica l’audizione di Franco Siddi, Presidente di CRTV, presso l’ 8° Commissione Lavori Pubblici del Senato sul Recovery Plan. Sotto il primo profilo, “c’è una richiesta molto elevata di professionalità nel settore che, soprattutto in Italia, non prevede una adeguata risposta in termini di offerta. È necessario incentivare le assunzioni di soggetti giovani e tecnologicamente evoluti il cui contributo è particolarmente importante per le industrie creative culturali, anche in relazione alle competenze digitali necessarie per lo sviluppo di nuovi servizi” ha detto Siddi “tale richiesta si applica sia all’ambito televisivo sia a quello radiofonico” – ha aggiunto Siddi – “e riguarda la formazione e l’inserimento agevolato di figure professionali capaci di guidare ed orientare la digital transformation delle imprese media così come di quelle di produzione audiovisiva”. Nelle proposte di settore da inserire all’interno del Recovery Plan, CRTV richiede, fra l’altro: strumenti di incentivazione fiscale per le imprese che investano in formazione per l’inserimento di nuove figure professionali in ambito digitale; investimenti volti alla riqualificazione e formazione delle professionalità rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale in atto; incentivi al turnover generazionale e all’assunzione di giovani con competenze nelle nuove professioni dell’informazione digitale, sotto forma di crediti d’imposta o esoneri contributivi.
Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, il settore propone investimenti su tecnologie di ripresa, produzione, immagazzinamento, trasferimento, conversione o adeguamento delle esistenti tecnologie legacy e dei relativi processi produttivi verso i formati digitali (cosiddetto processo di digitalizzazione); ma anche investimenti per la digitalizzazione delle library audio e video, adeguamento delle infrastrutture e dei processi interni alla gestione dei formati in alta definizione (HD) e oltre (UHD). È anche necessario un sostegno alle tecnologie di trasmissione e distribuzione all’utente finale dei contenuti compatibili alla transizione verso la cosiddetta TV 4.0, volto all’adeguamento delle infrastrutture tecniche di trasmissione ai nuovi standard IP fra cui il DVB-I, e l’adozione di nuove forme di codifica secondo formati ad alta efficienza (HEVC e successivi). “C’è un processo in atto di trasformazione verso la TV 4.0 che avrà impatti sull’utenza (necessità di adeguare i terminali TV, circa 30 milioni entro il giugno 2022): un rinnovamento del parco installato di televisori nelle case degli italiani, non solo per la transizione al T2 come già previsto, ma anche per consentire l’accesso ai servizi OTT multimediali direttamente dal televisore. Questa è la parte più nota di un processo che tuttavia sta impegnando le emittenti con la comunicazione agli utenti e con investimenti e programmazione degli interventi sul campo” ha detto Siddi “È una transizione questa, come del resto quella verso il DAB+ per la radio, declinata anche in un progetto di infrastrutturazione per l’emergenza e la sicurezza (DAB nelle gallerie) che richiede forme di sostegno, ad esempio alla patrimonializzazione delle imprese per accompagnarle nel percorso. Tutto il settore infatti, radio e televisione, durante la pandemia ha garantito continuità di servizi informativi, di intrattenimento e culturali, con ottimi riscontri di pubblico (audience) ma ha subito l’impatto dell’emergenza, forte soprattutto sulla risorsa di base del settore, gli investimenti pubblicitari”.
Tecnologie e sistemi volti alla cosiddetta “digital transformation” necessari a consentire alle aziende televisive di competere adeguatamente nel campo del delivery di servizi e piattaforme video, ma anche per la realizzazione e l’evoluzione di software, basati su Intelligenza Artificiale; sistemi di analisi Big Data e per la connettività e il trasporto dei contenuti audiovisivi su rete IP fissa e mobile (incluso 5G) di contenuti audiovisivi e di trasmissione e ricezione dati; tecnologie atte a garantire la cybersicurezza.
Il Presidente ha indicato anche come l’Italia debba aderire al progetto di cloud europeo Gaia-X, al quale l’industria radiotelevisiva è pronta a partecipare, e debba sostenere la produzione dei contenuti originali, un intero capitolo del dossier CRTV è dedicato a questo tema.
“Il settore radiotelevisivo è un settore “specchio” – piccolo in termini di fatturato, ma trainante nel creare valore, economico, culturale e sociale, occupazione e indotto ogni euro di investimenti nell’industria culturale e creativa genera 1,8 euro di economia indotta, anche in altri settori. Il Presidente ha ricordato che il totale degli investimenti necessari per avviare e sostenere la ripresa dell’economia del Paese attraverso lo sviluppo della competitività delle imprese radiotelevisive e dell’audiovisivo sono limitati a 1.180 milioni in tre anni.
CRTV era stata audita il 10 febbraio scorso dalla Commissione Trasporti della Camera, sulla base del documento associativo indirizzato ai referenti istituzionali.