Venerdì 15 giugno la delegazione di Confindustria Radio Televisioni composta dal vice Presidente, Stefano Selli, dal Direttore Generale Rosario Donato e da Annamaria La Cesa, ufficio regolamentare e normativa, è stata audìta dall’Agcom nell’ambito della consultazione pubblica sullo “Schema di regolamento in materia di obblighi di programmazione e investimento a favore di opere europee e di opere di produttori indipendenti”.
Il Vice Presidente Selli, nell’illustrare il contributo dell’associazione precedentemente inviato all’Autorità, ha ribadito la preoccupazione delle imprese associate per le ripercussioni economiche, editoriali e organizzative delle nuove regole sul comparto audiovisivo, già provato da anni di crisi e per gli ulteriori ostacoli che in tal modo si porranno allo sviluppo del mercato interno e all’ingresso di nuovi capitali.
Le nuove regole infatti incidono sulle scelte industriali dei fornitori dei servizi di media audiovisivi, limitandone fortemente l’autonomia e la libertà editoriale e di pianificare gli investimenti; inoltre le regole intervengono direttamente sul modo in cui vengono organizzati i palinsesti e aumentano in maniera esponenziale le quote di investimento e di programmazione.
Sul merito del regolamento CRTV ha evidenziato l’opportunità di alcune precisazioni sulle definizioni adottate, il rischio connesso alla specifica indicazione dello svolgimento dell’attività di produzione audiovisiva nello Statuto dei produttori indipendenti; e come sia anacronistico proporre un obbligo crescente (in quanto collegato alle crescenti quote di programmazione in opere europee) relativo alla programmazione di opere specificatamente rivolte ai minori. Ha richiesto inoltre di chiarire che, nel caso in cui un fornitore di servizi di media audiovisivi trasmetta gli stessi contenuti sia in modalità lineare che a richiesta, gli obblighi di investimento e programmazione si applichino una sola volta e con i criteri, le modalità e i limiti previsti per la sola trasmissione lineare.
In tema di deroghe ha segnalato l’opportunità di posticipare il termine per la presentazione dell’istanza di deroga degli obblighi previsti dal regolamento al 31/12 di ogni anno; e la necessità di eliminare il comma 6 dell’art. 7 dello schema di regolamento che, nell’ambito del procedimento per la concessione della deroga, concede al responsabile del procedimento la facoltà di formulare richieste di informazioni e documenti, anche ai soggetti terzi.
Infine, con particolare riferimento alla facoltà attribuita all’emittente di recupero di un’eventuale oscillazione nella programmazione, si è auspicata l’eliminazione della previsione che impone al fornitore di servizi media audiovisivi il recupero entro 6 mesi dall’approvazione dell’ultimo bilancio. Quanto alle modalità di recupero delle oscillazioni si è suggerito che il fornitore di servizi media audiovisivi possa procedere all’effettivo recupero dello scostamento anche mediante la presentazione all’Autorità di un progetto di investimento in produzione europea e/o italiana volto a stabilire l’ottemperanza entro termine congruo e ragionevole.
Da ultimo, CRTV ha ribadito la propria forte preoccupazione per il sistema sanzionatorio abnorme previsto nel decreto delegato, ricordando che lo stesso non ha eguali in alcun altra materia disciplinata dal TUSMAR. Le sanzioni introdotte dall’art. 3 del decreto delegato sono assolutamente sproporzionate, in particolare con riferimento all’importo massimo, tenendo conto della natura del bene tutelato e della condotta sanzionata, che riguarda pur sempre attività che costituiscono esercizio di libertà fondamentali, di manifestazione del pensiero e d’impresa.