Martedì 9 aprile la delegazione di Confindustria Radio Televisioni composta dal Presidente Francesco Angelo Siddi, dal Direttore Generale Rosario Donato e da Annamaria La Cesa, ufficio regolamentare e normativa, è stata audìta dall’Agcom nell’ambito della consultazione pubblica sullo “Schema di regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech”.
Il Presidente Siddi, nell’illustrare il contributo dell’associazione precedentemente inviato all’Autorità, ha ricordato che i “discorsi d’odio” trovano ospitalità per la stragrande maggioranza dei casi sul web e non sui media tradizionali; difatti, l’attenzione delle istituzioni deputate alla lotta contro le discriminazioni è focalizzata in grande prevalenza sui social network e sull’attività on-line. Non si ha invece notizia di segnalazioni pervenute con riguardo a fatti verificatisi durante programmi televisivi e/o radiofonici.
CRTV ha auspicato che, con l’ausilio dell’Autorità, si addivenga a un riequilibrio negli obblighi imposti agli operatori della comunicazione, senza il quale non è evidentemente possibile imporre ulteriori regole al sistema radiotelevisivo, pena l’introduzione di nuove e più gravi disparità di trattamento nel settore, già appesantito dalla nota asimmetria normativa tra OTT e media tradizionali.
Ha poi ricordato quanto già affermato, in più occasioni, anche nella interlocuzione con l’Agcom, in ordine alla necessità che tutti gli OTT siano portati a condividere le stesse regole dei media tradizionali. Si è ribadito che le piattaforme devono essere soggette a norme che ne consentano l’effettiva sanzionabilità, anche tramite blocchi a livello del provider. La neutralità sempre protestata dai grandi operatori on-line rispetto a ciò che pubblicano i loro utenti non può essere sinonimo di irresponsabilità, specialmente di fronte all’esistenza di regole ferree che vincolano il settore radiotelevisivo.
Le disposizioni del regolamento, ove applicate, rappresenterebbero un ulteriore obbligo in capo agli operatori di un settore, quello radiotelevisivo, già ampiamente e dettagliatamente normato. L’asimmetria normativa-regolamentare tra OTT e broadcaster radiotelevisivi è ormai un dato ampiamente accertato e condiviso. Lo stesso Presidente Cardani in un recente intervento in cui ha sottolineato come l’attuale definizione di mercato dei media sia fuori dal tempo, «con impegni, obblighi e regole che gravano sulle imprese che operano nel mercato tradizionale, e che sono invece del tutto assenti per quelle del digitale».
Nel merito del provvedimento in consultazione, si è rilevato che la bozza di regolamento in consultazione pone una serie di criteri, regole, procedure, da un lato idonee a ledere la libertà di espressione e l’indipendenza delle emittenti e dei giornalisti, dall’altro di difficile attuazione concreta. Si è quindi suggerito che la materia sia, eventualmente, disciplinata in via co-regolamentare, anche in considerazione degli ottimi risultati che esperienze precedenti, condotte anche sotto l’egida dell’Autorità, hanno prodotto.
CRTV ha poi evidenziato l’opportunità di fornire alcune precisazioni sulle definizioni adottate, al fine di evitare un ambito di applicazione del regolamento eccessivamente ampio e in alcuni casi vago.
In merito alla costituzione del comitato con compiti consultivi che dovrebbe coadiuvare l’Agcom nella propria attività, si è stigmatizzato il fatto che sia prevista la presenza di “esperti” (senza indicazione dei requisiti che essi dovranno avere) ma non di rappresentanti del settore radiotelevisivo. Una tale scelta si pone in stridente contrasto con i principi di collaborazione e coregolazione che devono informare i rapporti tra l’Autorità e gli operatori, e che hanno dato buoni frutti in ogni settore cui sono stati applicati.
Da ultimo, CRTV ha espresso la propria preoccupazione per il sistema sanzionatorio previsto nella bozza in consultazione, rilevando che intervenire su materia già oggetto di ampia disciplina implica, quasi necessariamente, il rischio di duplicazione delle sanzioni. Infatti, molte delle fattispecie previste nel provvedimento sono già disciplinate dalla normativa primaria, ovvero, dal codice deontologico dei giornalisti che disciplinano in maniera completa e strutturata l’attività giornalistica, nonché, dai provvedimenti del Garante Privacy per quanto afferisce alla tutela e al trattamento dei dati personali.
L’Associazione continuerà a monitorare con estrema attenzione l’iter del provvedimento, che va a influire su aspetti centrali e imprescindibili dell’attività radiotelevisiva.