Si è svolta in data odierna l’audizione online presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato di Confindustria Radio Televisioni CRTV sul disegno di legge “Misure per la protezione dei minori e per la tutela della dignità della donna nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione”. In rappresentanza dell’Associazione sono intervenuti il direttore generale Rosario Donato e l’Avv Annamaria La Cesa (Normativa e regolamentare). CRTV, pur condividendo la preoccupazione, espressa nella relazione introduttiva della proposta, per gli episodi di violenza di genere che si verificano con drammatica frequenza, ha sottolineato che non si può condividere il collegamento che la relazione pare proporre con la comunicazione pubblicitaria come oggi effettuata, né gli interventi proposti: il settore della pubblicità è già fortemente normato per quanto riguarda i broadcaster, che hanno assunto da anni anche misure su base volontaria, mentre tuttora sussistono pesanti vuoti normativi e regolamentari per le piattaforme online. Ha ribadito inoltre che il sistema informativo delle imprese associate è costantemente attento a dar conto del fenomeno e a sensibilizzare il pubblico sul tema.
Nello specifico, è stato indicato che le norme già esistono: per limitarsi ai provvedimenti più rilevanti, la disciplina sulla pubblicità ingannevole (D.lgs.02/08/2007 n. 145) TUSMAR e Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale (68ª edizione del 9 febbraio 2021), tutti provvedimenti che già contengono severe disposizioni contro le discriminazioni e le rappresentazioni scorrette della figura dei minori e della donna. Si deve aggiungere che le emittenti radiotelevisive nazionali e locali associate a CRTV, consapevoli della responsabilità sociale legata alle attività editoriali, nel 2002 hanno ridefinito regole di autodisciplina contenute nel Codice di autoregolamentazione Tv e Minori (avviate sin dal 1993). Il Codice, attualmente in fase di revisione, rappresenta lo strumento adatto a garantire la tutela dei valori posti a fondamento della proposta in esame. Infine, la Direttiva 2018/1808/UE sui servizi di media audiovisivo (Direttiva AVMS) disciplina il tema della discriminazione, proibendo contenuti che incitano alla violenza o all’odio (articolo 6). In proposito, si ricorda che è stata recentemente approvata la legge 53/2021, (legge di delegazione europea 2020) cui seguirà l’emanazione di decreti attuativi. Si sono espresse perplessità sulle definizioni proposte (pubblicità discriminatoria e sessista), l’inserimento di norme ad hoc nell’ambito della tutela del consumatore con coinvolgimento dell’AGCM quale Autorità che dovrebbe vigilare sull’applicazione di tali norme. Si è infine fatto presente che l’Unione Europea, anch’essa fortemente sensibile e attiva sul tema, ha prefigurato interventi di autoregolazione al riguardo: la recente (17 aprile 2018) una risoluzione Parlamento Europeo sulla parità di genere nel settore dei media invita gli Stati membri a promuovere contenuti sulla parità tra donne e uomini nei media pubblici e li avverte dei rischi posti da una rappresentazione degradante delle donne e della comunità LGBT+, nonché da stereotipi di genere nei contenuti. La risoluzione contiene precise indicazioni verso misure non vincolanti – come iniziative di educazione ai media o strategie per la parità di genere nella programmazione televisiva – e raccomanda che le autorità di regolamentazione stabiliscano criteri per garantire una rappresentazione non stereotipata: una precisa indicazione verso l’autoregolamentazione, rispetto alla quale il meccanismo di controllo e sanzionatorio declinato dalla proposta appare in netta controtendenza.