È quanto chiede il Presidente di CRTV Franco Siddi in una lettera indirizzata all’attenzione del Ministro Giancarlo Giorgetti e della sottosegretaria del MISE Anna Ascani per accompagnare i telespettatori nel passaggio alla nuova tv digitale. Il sistema televisivo ha chiuso il rilascio della banda 700 nei tempi previsti per legge: è ora necessario garantire il passaggio alla nuova TV digitale senza lasciare indietro nessuno e programmare innovazione e sviluppo dell’industria radiotelevisiva.
Con il 30 giugno 2022 si è concluso il processo di rilascio della banda 700: dal 1° luglio, infatti, tali frequenze sono disponibili per il broadband mobile 5G. I servizi di radiodiffusione televisiva terrestre utilizzano adesso solo frequenze coordinate internazionalmente. “I broadcaster televisivi, con sacrificio e responsabilità, hanno rispettato puntualmente tutti i loro impegni, garantendo il completo rilascio delle frequenze da 694 a 790 MHz. Tuttavia, il percorso di transizione verso la nuova TV digitale non si è ancora completato per quanto riguarda la transizione tecnologica al DVB-T2. Confindustria Radio Televisioni ritiene opportuno cominciare a fare alcune valutazioni sul lavoro fatto e sullo stato e le attese di un processo ordinato e condiviso nel percorso complessivo verso la nuova Tv digitale, che auspichiamo di poter affrontare durante un incontro di interscambio di idee e di progettualità operosa” ha indicato il Presidente Siddi nella lettera.
Il punto critico dell’aggiornamento del parco televisori in famiglia… ma non solo. Il ritmo di ricambio degli apparecchi televisivi obsoleti si è rilevato più lento e complesso del previsto al punto che ha richiesto anche una revisione della roadmap per graduare i passaggi tecnologici in funzione dell’effettiva diffusione nelle famiglie delle nuove tecnologie. I dati parlano chiaro: secondo l’ultima Ricerca di Base (RdB) IPSOS per Auditel (dati singola wave del 21 marzo 2022), il 71,8% delle famiglie italiane (totale 23,9 milioni) ha almeno 1 apparecchio in DVB-T2, ma nelle abitazioni di residenza tale quota è del 61,3% degli apparecchi TV: ossia ci sono ancora oltre 6,7 milioni di famiglie (per un totale di 16,9 i milioni di TV) con tutti gli apparecchi con standard trasmissivo obsoleto (DVB-T) da sostituire (o da abbinare con decoder). All’interno di questo insieme ci sono inoltre ancora 0,8 milioni di famiglie con tutti i ricevitori TV che non sono in grado di ricevere nemmeno i segnali in HD (ossia con DVB-T/MPEG-2) per un totale stimato di 2,8 milioni di apparecchi. A questi numeri si devono aggiungere quelli relativi alle seconde case, comunità ed esercizi pubblici che non vengono rilevati dalla RdB IPSOS.
Le richieste di CRTV: nuovo finanziamento degli incentivi “bonus tv” e rimodulazione misura decoder a domicilio. Con questi numeri è necessario un impegno ulteriore per supportare il processo di sostituzione degli apparecchi TV obsoleti nel passaggio al DVB-T2 mediante un rifinanziamento ulteriore di almeno 200 milioni di euro delle tre misure attualmente previste: bonus TV-decoder, bonus rottamazione TV, decoder a casa.
Con riferimento a quest’ultima agevolazione, si ritiene che la stessa debba essere adeguatamente valorizzata per l’importante valore sociale che rappresenta. I dati delle rilevazioni evidenziano, infatti, una maggiore resistenza al cambiamento degli apparecchi obsoleti proprio da parte delle famiglie monocomponenti, anziane e con bassa propensione alla spesa. Oggettivamente, riteniamo sia realistico e giusto riservare per questa misura almeno 40 milioni di euro. L’obiettivo è quello di garantire la consegna direttamente a casa di un decoder compatibile con la nuova tecnologia alla pressoché totale platea dei cittadini di età pari o superiore ai 70 anni e con un trattamento pensionistico non superiore a 20.000 euro annui. Questa fascia di popolazione è stimata in circa 1,5 milioni di cittadini.
Confindustria Radio Televisioni, alla luce di queste prime considerazioni, valutazioni e istanze, chiede anche un incontro per mettere a fuoco, per l’agenda del secondo semestre, alcune questioni di sistema connesse alla regolazione e all’attività dello Stato per i valori culturali, industriali, produttivi ed economici della radiotelevisione italiana.