E’ quanto richiesto da CRTV nel contributo alla consultazione AGCOM sulle linee guida in materia di sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio. La consultazione pubblica dell’AGCOM ha offerto l’occasione a CRTV per ribadire alcune tematiche fondamentali, quali lo squilibrio normativo, regolatorio e sanzionatorio dell’apparato per i media “tradizionali “rispetto alle piattaforme online, e la necessità che si estendano ad esse disposizioni cogenti e strumenti di intervento, come il parental control per tutelare i minori in Rete. Ha permesso inoltre di richiamare la tradizione, questa sì, di accompagnamento responsabile dei minori nella fruizione di contenuti con programmi a loro dedicati e accessibili in un ambiente sicuro e controllato, anche ad es. con sistemi di segnalazione, sviluppato degli editori televisivi in oltre 30 anni: un modello da riprendere per proteggere la fruizione in Rete dei minori, che avviene in età sempre più immatura con i rischi correlati.
L’autodisciplina del codice TV e minori si aggiunge a un apparato normativo per i broadcaster Consapevoli della responsabilità sociale legata alle attività editoriali, sin dal 2002 le emittenti radiotelevisive nazionali e locali hanno ridefinito (anche traendo spunto da precedenti analoghe esperienze, avviate sin dal 1993) le regole di autodisciplina contenute nel Codice di autoregolamentazione Tv e Minori, volte a garantire, da un lato, un opportuno livello di tutela avverso trasmissioni nocive o non idonee, dall’altro un’adeguata disponibilità di programmi adatti ai minori e a loro specificamente rivolti. Tuttavia, con l’evoluzione dello scenario tecnologico e mediale si è assistito a una radicale trasformazione dell’accesso ai prodotti audiovisivi, e la conseguente possibilità di fruire dell’offerta audiovisiva via web (computer o mobile oltre che su tv) ha determinato forme di visione svincolate da logiche di palinsesto, orario di emissione, luogo e modalità di consumo. I minori si trovano esposti alla fruizione di contenuti non adatti, mentre i fornitori di servizi di media audiovisivi, la cui attività è pervasivamente disciplinata da un ampio sistema di disposizioni normative, regolamentari e disciplinari, subiscono una profonda disparità di trattamento. Per gli operatori che svolgono le loro attività in rete, si pensi ai servizi di piattaforma di condivisione di video, social network, servizi di messaggistica istantanea è solo prevista l’adozione di codici di co-regolamentazione ex art. 42 del recente D.Lgs. 208/2021 (Testo Unico). L’auto o co-regolamentazione non appaiono sufficienti per un’assunzione di responsabilità.
Parental control online. Per quanto più in particolare attiene al tema dei sistemi di parental control, in una fase matura del mercato come quella attuale, tutti i device tecnologici a disposizione degli utenti, non solo gli apparecchi televisivi ma anche PC, Tablet, Smartphone, devono essere dotati di sistemi integrati a tutela dei minori con strumenti tecnologici innovativi di protezione e attraverso una corretta educazione dell’utenza all’uso di tali strumenti. Tutti gli apparecchi televisivi da tempo sono dotati di sistemi di filtraggio avanzati e prevedono, in fase di setting iniziale, l’impostazione di codici di sblocco personalizzati per il parental control. Occorrerà prevedere un’analoga misura per i device (telefoni e PC) dai quali passano i contenuti condivisi sulla rete.
Il tema centrale della responsabilità. Tuttavia, non si può considerare la tutela dei minori esclusivamente in una prospettiva tecnologica, basata, cioè, unicamente su meri meccanismi automatici di controllo. Occorre anche una piena assunzione responsabilità da parte di coloro cui è riconducibile l’immissione in rete del contenuto audiovisivo per creare un contesto di fruizione sano e scevro da pericoli per i più piccoli. Non a caso CRTV ha espresso favore per il provvedimento che l’Autorità intende adottare in ottemperanza alla previsione di cui all’art. 7 bis, d.l. 30.4.2020 n.28, ma anche in ragione dei considerando premessi alla direttiva (UE) 2018/1972 (codice delle comunicazioni europeo), nonché della nuova disciplina europea ed interna delle piattaforme di condivisione di audiovisivi.