I fondamentali di tutto il settore radiotelevisivo nazionale e locale, privato e pubblico. Il lavoro sviluppato dall’Ufficio Studi di Confindustria Radio Televisioni è pubblicato integralmente sul sito. 40 operatori nazionali, 691 locali di cui 287 televisivi e 404 radiofonici: è questo l’universo di riferimento della 26esima edizione dello Studio Economico del Settore Radiotelevisivo Privato di Confindustria Radio Televisioni. Lo Studio, in continuità con la scelta dello scorso anno, raggruppa in un’unica pubblicazione l’analisi degli operatori radiofonici e televisivi nazionali e locali, a rispecchiare la rappresentanza associativa. Sviluppato nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale previsto nel Contratto del settore radiotelevisivo privato, da cui prende il nome, in collaborazione con i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom, nel corso degli anni lo Studio ha descritto i mutamenti del settore a partire dal comparto meno esplorato dal punto di vista economico e industriale, l’emittenza locale, inquadrata nel contesto più ampio degli operatori nazionali.
Lo Studio si basa sull’analisi dei bilanci pubblicati presso le Camere di Commercio territoriali e pertanto si limita alle società che sono tenute a pubblicarli, ossia le società di capitali. Sono pertanto escluse tutte le emittenti a carattere comunitario e l’analisi dei dati di sistema (aziende nazionali e locali) attende il raggiungimento di un numero congruo di bilanci accessibili (fattore critico per le emittenti locali). Criticità strutturale, sempre per la componente locale del settore, è il problema del censimento degli operatori e dei marchi effettivamente attivi sul territorio: CRTV ha creato un database proprio che incrocia le fonti ufficiali MISE (contributi), AGCOM (R.O.C.) e Cerved. A livello locale, secondo le stime CRTV sono 530 i marchi radiofonici riconducibili alle società monitorate del settore, 1150 i marchi televisivi.
Lo Studio analizza dati oggettivi, verificabili e comparabili, che forniscono parametri economici e industriali delle imprese monitorate, fra cui: dimensioni di impresa, margini dell’attività tipica, patrimonializzazione, occupazione, componenti dei ricavi, distribuzione sul territorio, fondamentali per i quali può attingere a dati risalenti al 1994; monitora inoltre, partendo dalle informazioni storiche elaborate internamente (database CRTV su fonte Cerved), cessazioni di attività, fallimenti, liquidazioni, fusioni e integrazioni in altre società.
L’analisi si ferma – per le sopra citate esigenze di allineamento – all’esercizio 2018 per tutti i comparti nazionale e locale, radio e Tv, all’interno dello studio sono tuttavia conclusi aggiornamenti sugli eventi più salienti del settore (consolidamento e razionalizzazione) all’autunno 2019.
ALLEGATO
26° Studio Economico del Settore RadioTV Privato (2020)