Estensione degli obblighi di rendicontazione alle piattaforme streaming; banca unica per gli utilizzi e i mandati sotto il controllo di Agcom; sportello unico per la determinazione dei compensi. Queste le proposte di CRTV oggi in audizione al Senato. Confindustria Radio Televisioni ha presentato oggi in Senato presso la Commissione VII Cultura le osservazioni associative sul tema dei compensi corrisposti agli artisti delle piattaforme in streaming. Per l’Associazione erano presenti in Aula il Presidente Franco Siddi, il Direttore Generale Rosario Donato e l’Avv. Annamaria La Cesa, Normativa e Regolamentare CRTV.
In apertura CRTV ha ringraziato la Commissione per essere consultata su una tematica di specifico interesse per le imprese associate e in ordine alla quale, ormai da diversi anni, le imprese che utilizzano i repertori musicali e audiovisivi hanno riscontrato diverse criticità. L’Associazione ha anche ricordato che raggruppa e rappresenta, in termini fatturato, dipendenti e ascolti, la quasi totalità dei broadcaster televisivi e radiofonici, sia in ambito nazionale che locale.
CRTV ha colto l’occasione anche per rilevare come l’implementazione nell’ordinamento nazionale della normativa unionale – Direttiva 2014/26/UE, cosiddetta Barnier, recepita con d.lgs. 35/17, che ha introdotto la liberalizzazione del mercato, importante e necessaria – abbia determinato una frammentazione nei rapporti tra organismi di gestione e utilizzatori con conseguenti difficoltà nell’interlocuzione (negoziazione contrattuale, aumento dei conflitti nella gestione dei mandati, aggravio di costi in capo agli utilizzatori); e, non ultima, un’amplificazione della disparità di trattamento con le piattaforme streaming, che nonostante dimensioni, numero di contenuti audiovisivi veicolati e quote di mercato raggiunte, continuano a non essere soggette a disposizioni normative e regolamentari al riguardo. L’intervento si è quindi concentrato soprattutto sui temi della trasparenza, equa concorrenza ed efficientamento del mercato della corresponsione dei diritti agli AIE.
Trasparenza e concorrenza: estensione degli obblighi di rendicontazione alle piattaforme. Gli operatori radio televisivi sono soggetti a rigidi obblighi di dettagliata rendicontazione, e hanno bilanci e scritture contabili accessibili tramite semplice consultazione delle banche dati delle camere di commercio e comunque a completa disposizione delle Autorità di controllo. Lo stesso non si può dire per le piattaforme che hanno sede all’estero, e i cui bilanci devono essere oggetto di ricerca specifica e non sempre agevole: occorrerebbe dunque imporre anche alle piattaforme non stabilite in Italia forme di pubblicità dei dati inerenti all’utilizzo dei repertori musicali e audiovisivi, nonché quelli inerenti bilanci e fatturato quantomeno paritarie rispetto a quelle pretese dagli utilizzatori. L’adempimento a tale obbligo consentirebbe di determinare tariffe eque e proporzionate e la corresponsione in tempi ragionevoli dei compensi spettanti agli aventi diritto.
Banca dati unica sotto la vigilanza dell’Agcom. A tutela di un mercato trasparente ed efficiente, l’Associazione ha rilevato sin dalla fase di recepimento della Direttiva Barnier la necessità di costituire una banca dati unica e completa, costantemente aggiornata ed affidabile, delle opere tutelate e degli aventi diritto. Tale banca, costituita con strumenti informatici condivisi, dovrebbe essere liberamente accessibile per gli operatori del settore e interoperabile. E dovrebbe consentire l’identificazione degli aventi diritto di ciascuna opera e l’incrocio dei dati specifici relativi ai mandanti di ciascuna collecting, indispensabili per identificare i compensi di ciascun AIE. La banca dati unica eviterebbe, già a monte, questioni legate alla corretta individuazione dei soggetti aventi diritto, ai fenomeni di “doppi” mandati e consentirebbe di identificare gli apolidi, contribuendo al superamento dell’attuale fase di sostanziale stallo. CRTV raccomanda che tale banca dati sia posta sotto la vigilanza dell’AGCOM e i dati da essa certificati.
Sportello unico per la determinazione del compenso. Altrettanto importante sarebbe una modifica al quadro normativo di riferimento che preveda l’istituzione di un unico interlocutore (sportello unico), ovvero di un unico interlocutore per le singole tipologie di diritto (d’autore e connessi). L’utilizzatore potrebbe confrontarsi con tale interlocutore per giungere a un’univoca determinazione del compenso da corrispondere a fronte degli utilizzi dei repertori. Si avrebbe una semplificazione dei rapporti negoziali, anche a vantaggio degli utilizzatori di più piccole dimensioni. La tariffa sarebbe stabilita sulla base delle informazioni fornite dagli utilizzatori stessi nell’adempimento dell’obbligo di rendicontazione, e spetterebbe all’interlocutore unico il compito di ripartire tra le collecting la somma di spettanza a ciascuna di esse.
Tale sistema non rappresenterebbe una lesione della concorrenza, in quanto si attuerebbe non sulla determinazione della tariffa, bensì nell’ambito della trasparenza delle informazioni e dei mandati, ossia sui criteri di ripartizione degli aventi diritto come individuati dalle disposizioni normative. E, non ultimo, sarebbe caratterizzata dalla celerità nell’erogazione dei compensi ai titolari dei diritti.