Il convegno della Rai . Dab di serie nei nuovi modelli auto, interoperabilità di software e interfacce, facilità di accesso all’offerta radio; risorse frequenziali per emittenti nazionali e locali, offerta di nuovi contenuti e servizi digitali, comunicazione. Questi in sintesi i temi emersi a “C’era una volta l’autoradio”, secondo di una serie di incontri periodici sulla radio digitale promossi dalla Rai e in particolare dal Direttore RadioRai Roberto Sergio.
Al tema è stata dedicata una intera giornata strutturata in 6 sezioni, oltre all’esposizione di alcuni pezzi storici della radio (ricevitore, macchine di montaggio, poster pubblicitari), accanto alla visita del nuovo studio digitale per la radiovisione in via Asiago, di prossima inaugurazione, e, all’esterno, una esposizione di auto con autoradio – da alcune Triumph e Ferrari storiche ai nuovissimi modelli dotati di cruscotti smart con ricevitore digitale.
Al convegno hanno partecipato il Presidente di Confindustria Radio Televisioni, Franco Siddi, intervenuto nel panel istituzionale della mattina e con un saluto al dibattito degli operatori del pomeriggio Marco Montrone, per l’Associazione Radio FRT aderente a CRTV e Francesco Dini per Elemedia.
Rai, Salini: il servizio pubblico cambia passo. Al panel delle istituzioni – presenti Agcom, Polizia Stradale, Anas, MISE, Parlamento – Rai è stata rappresentata dall’Amministratore Delegato Fabrizio Salini e dal Direttore Relazioni Istituzionali Fabrizio Ferragni. L’intervento di Salini ha sottolineato l’importanza del ruolo della Rai nella promozione della nuova tecnologia: “Come Rai, e come Rai Radio in particolare, sentiamo una forte responsabilità: sappiamo di dover essere noi a creare le condizioni per un cambio di passo e lo facciamo con entusiasmo” ha dichiarato Salini, che ha anche richiamato il Codice delle Comunicazioni elettroniche europeo di recente approvazione che impone che dal 2020 tutte le radio in vendita dovranno incorporare un ricevitore digitale. Un segnale forte dalla UE, che l’Italia ha anticipato, introducendo l’obbligo di ricevitori DAB per il sell in (b2b, importatori, catene commerciali e settore automobilistico di approvvigionarsi di ricevitori radio) a partire dal 1 giugno 2019 e per il sell out (vendita al pubblico) dal 1 gennaio 2020. L’AD al panel istituzionale ha chiesto di inserire fin da subito la radio digitale (dab+, ip o ibrida) di serie sulle auto nuove”.
Siddi: il valore dell’endorsement Rai e l’importanza della qualità. La scesa in campo della Rai sul DAB con investimenti in copertura, contenuti, offerta e in generale impegno industriale e politico è una novità accolta con soddisfazione da Franco Siddi, Presidente di Confindustria Radio Televisioni che con una battuta ha dichiarato “la Rai si è mossa un po’ in ritardo sul tema, con passi da elefante, ma ora è salita sulla Ferrari e farà decollare il sistema”, a sottolineare il peso del servizio pubblico quale benchmark di sistema. Siddi ha ricordato inoltre che una delle carte vincenti del DAB è la qualità del servizio: “a livello di segnale di trasmissione e consumi, una volta provata l’alta definizione audio non si torna indietro” ma anche di “offerta editoriale, live, informativa e di intrattenimento che è fondamentale valore aggiunto del mezzo radiofonico rispetto alla Rete”. Nell’incontro della mattinata si è parlato anche di sicurezza, e il ruolo che la radio digitale può avere sulle dorsali autostradali e nelle gallerie dove risulta molto più efficiente della connessione Internet.
La radio digitale nei nuovi cruscotti smart. Il dibattito pomeridiano si è aperto con un panel dedicato all’industria automobilistica, a ribadirne il ruolo centrale nel promuovere la nuova tecnologia per l’alto consumo della radio in mobilità. Ai produttori dell’automotive concentrati, forse troppo, sul futuro smart e interconnesso dei nuovi modelli, è stata segnalata la necessità di introdurre i nuovi ricevitori in tutti i nuovi modelli, non solo quelli di alta gamma come optional; di non sottovalutare il ruolo della radio via etere rispetto ad Internet anche per i servizi informativi e di sicurezza; di assicurarsi che la radio resti facilmente accessibile sui nuovi cruscotti smart, con un “radio button” riconoscibile; di garantire facile accesso ai contenuti radiofonici (lista a-z dell’offerta); e, infine standard interoperabili. La radio digitale, come sottolineato in tutte le ricerche internazionali non è sostituita dall’IP, offerta complementare, mentre la radio resta centrale a livello di produzione di contenuti live, musicali, di intrattenimento, informativi, raccolta pubblicitaria.
L’impegno della Rai. Nella tavola rotonda dedicata agli addetti ai lavori con gli operatori della distribuzione e dei contenuti, moderato da Stefano Ciccotti, Chief Technology Officer Rai, ha sottolineato le potenzialità del DAB (rispetto all’FM, a livello di contenuti e servizi offerti); e l’impegno della Rai per rilanciare il sistema. L’offerta RadioRai su digitale, come noto si è arricchita di 5 canali tematici a giugno scorso portando l’offerta nativa digitale a 7.
World DAB: le 5 C per promuovere la radio digitale in Europa. Una panoramica del DAB in Europa è stata fornita da Patrick Hannon, Chair & President World Dab: in Germania c’è un forte sostegno politico alla transizione, nel Regno Unito ascolti digitali record, nei Paesi Bassi si è superata la soglia di un milione di ricevitori DAB venduti, l’Austria ha acquisito 3 nuove città al DAB, la Francia ne acquisirà 6 in dicembre.
E quindi “interfaccia facile e accessibile sui cruscotti (radio button) lista dei contenuti, immagini e servizi aggiuntivi, terminologia facile, comunicazione on air, offline, online: per promuovere un mezzo che continua ad essere estremamente resiliente, autorevole e stimato nell’ecosistema digitale e connesso”.
Hannok ha sintetizzate efficacemente nelle “5 c”: copertura, contenuti, ricevitori (consumer device), automobili (cars), comunicazione le leve per promuovere lo sviluppo della radio digitale. Sui temi industriali Hannon ha citato anche una sesta “C”, collaborazione (produttori di terminali, l’industria dei broadcaster e della automobili).
Elemedia: regole certe per favorire innovazione e competizione. “Meno male che l’autoradio c’è”. L’intervento di Francesco Dini, Vicepresidente Elemedia, ha preso le mosse dal ruolo che può giocare l’industria automobilistica nella diffusione del DAB e il servizio pubblico “che oggi ha dato segnali importanti”. Ha richiamato anche il ruolo del legislatore che nel prossimo triennio dovrà garantire certezza di pianificazione degli step, facilitando gli investimenti del mercato che, per quanto riguarda le radio nazionali, da tempo si è mosso su reti, tecnologie e contenuti. Facilitazione del processo, non con uno switch off obbligato (come previsto a suo tempo per le TV), come di fatto sta succedendo in tutti i maggiori mercati europei : “ossia regole certe per la pianificazione di prodotto oltre l’attuale simulcast e la sua profilazione, con accento sull’innovazione di prodotto e sulla tutela della concorrenza per non sfavorire le radio private e le locali” perchè se “il treno del DAB parte non deve deragliare”.
Associazione Radio FRT: l’ultimo miglio del DAB. Per le locali – che rappresentano il 40% dell’audience in Italia, e in 6/7 regioni hanno ascolti più importanti delle nazionali – l’assenza di switch off è una garanzia che sarà l’ascoltatore a scegliere cosa seguire” ha esordito Marco Montrone, Presidente dell’Associazione Radio Frt aderente a CRTV , “Se le locali oggi sono un passo indietro sul Dab è perché non sono state messe in condizioni di competere con le altre radio: siamo all’ultimo miglio del DAB: mancano regolazione e investimenti”.
Aerenti: il tema delle frequenze per le tv locali. Marco Rossignoli, Presidente Aeranti Corallo, ha messo l’accento sulla (bassa) disponibilità di frequenze per le radio locali: i 39 bacini individuati sono teorici, delle frequenze individuate (16) ne sono state assegnate solo una parte (10) di cui le ultime solo di recente e la copertura è a macchia di leopardo. Dove le frequenze ci sono, le TV locali hanno investito attraverso i consorzi, ma molte frequenze con l’ultima delibera la 290 non sono più disponibili: “il DAB può procedere solo con una forte alleanza fra locali e nazionali”.
RTL e DAB Italia: qualità, servizi e costi-benefici del DAB. L’intervento di Eugenio La Teana, Responsabile Ricerca e Sviluppo Rtl ha ricordato che la qualità di ascolto è di per sé un plus importante per il Dab+: “La differenza con l’FM c’è e si sente. I contenuti sono tutti in simulcast analogico-digitale ma la nuova offerta corredata da extra e servizi è il vero driver e noi, come tutti i broadcaster nazionali, ne abbiamo creati ad hoc per la radio digitale” .
Sergio Natucci, Direttore Dab Italia ha sottolineato che i ricevitori digitali sono ormai ampiamente accessibili per prezzo (in media 29 euro per un ricevitore casalingo, 5 per il chip dell’autoradio). Secondo una recente indagine di GFK per Dab Italia il 7,1% degli italiani dichiara di possedere un ricevitore DAB, che corrisponde a 3,7 milioni di ricevitori venduti; il 40% dichiara di aver scelto la radio digitale per la qualità dell’audio, il 43% perché era di serie sull’auto.
A fronte di una copertura che entro l’anno raggiungerà l’85% della popolazione soprattutto sviluppata sulle dorsali autostradali, Natucci ha ricordato il tema delle gallerie – oltre 1.800, di cui circa 50 superiori ai 5 KM – spesso non coperte da servizi telecom né radio; e la convenienza del DAB per effettuare una copertura rapida efficiente (antenne in apertura e chiusura di galleria) e a costi contenuti per operatori e utenti. Fra i servizi evoluti è stato il TPEG evoluzione del TMC per servizi di infomobilità, e lo slideshow con contenuti extra e video
EBU: DAB una tecnologia matura contro l’incognita del 5G. In chiusura Marcello Lombardo, Project Manager EBU (European Broadcasting Union), ha fornito una serie di dati a livello europeo, fra cui l’esistenza di oltre 1500 stazioni DAB operative con un balzo del 24% nell’ultimo anno.
Lombardo ha definito la digitalizzazione della radio un processo avanzato e necessario per rendere la radio “adatta al futuro”, con una piattaforma distributiva sostenibile (dal punto di vista economico e sociale, per le esigenze di servizio pubblico); che migliora l’esperienza di ascolto purché siano garantite capacità ibride e interoperabili) e consistenza su tutti i terminali; e che sviluppa una strategia di contenuti e servizi innovativi: “In questa ottica, il Dab+ è una tecnologia consolidata, la migliore oggi disponibile, a differenza del 5g ancora in divenire.”.