I dati World Dab del primo semestre 2020. Verso l’ultimo miglio nella copertura del territorio, quasi tutti i maggiori mercati coinvolti dalla migrazione da FM a DAB si misurano ora con la diffusione dei terminali di ricezione, con la copertura indoor e con lo sviluppo di offerta e ascolti. Per l’Italia si segnala il dato delle vendite dei terminali che registra un’impennata, con le vendite triplicate nel primo semestre 2020 a seguito dell’introduzione dell’obbligo di incorporare un ricevitore digitale negli apparecchi in vendita al pubblico.
Presumibilmente per lo stesso motivo l’Italia registra anche un 90% di ricevitori DAB installati sui nuovi modelli automobili, quarto mercato per percentuale dopo la Norvegia (che ha già effettuato lo switch off del segnale, 100%), la Svizzera, che lo ha annunciato e il Regno Unito che lo sta programmando (rispettivamente 96 e 94%).
Nell’ultima ricognizione periodica effettuata da World DAB (infografica), nei maggiori mercati DAB di Europa e Asia Pacifico, molte le conferme. Anzitutto, il requisito di base per la diffusione della nuova tecnologia è la copertura della popolazione, che in 8 dei 10 mercati monitorati è superiore all’80%: abbiamo parlato di ultimo miglio, perché risulta evidente dai dati storici (2013 e 2018) che la copertura degli ultimi percentili procede più lentamente. Per l’Italia, dove nel 2013 la copertura della popolazione era 65%, oggi siamo all’84%, con un balzo di circa 20 punti percentuali. In Europa la Francia, che come noto è partita dopo e con la copertura a pelle di leopardo delle maggiori aree metropolitane triplica nello stesso periodo di tempo la copertura, che tuttavia rimane al 25%. Ottima invece la performance nazionale sulla copertura delle dorsali autostradali, “solo” 95% per percentuale, ma spalmata su 6500 km: kilometraggi più alti si riscontrano solo in Regno Unito e Germania, che peraltro hanno caratteristiche orografiche meno complesse dell’Italia.
Altro elemento importante centrale è la diffusione dei terminali presso l’utenza, dove a fronte dei 5,3 milioni di ricevitori venduti in Italia risaltano le cifre inglesi – circa 45 milioni (ma il monitoraggio nel Regno Unito risale più indietro nel tempo rispetto ad altri mercati) – e, soprattutto, quelle tedesche, oltre 16 milioni, fra i mercati comparabili all’Italia per dimensioni.
Driver necessario per l’adozione, la vendita, e la programmazione di una migrazione alla tecnologia digitale e lo sviluppo degli ascolti radiofonico su DAB è infine l’offerta: e in questo l’Italia, con 50 canali nazionali DAB, segue solo la Svizzera (70) e il Regno Unito (54).
L’infografica documenta anche dati relativi ai maggiori mercati DAB/DAB+ in Asia Pacifico, dove risalta la posizione dell’Australia su molti dei parametri.