Estensione dei princìpi di garanzia della cultura europea alla Rete: al convegno della Farnesina, fra gli altri, gli interventi del Ministro Di Maio, Siddi, Lasorella, Moles, Sequi.
“Estendere alla rete alcuni princìpi di garanzia, già introiettati dal sistema dei media, può e deve e contribuire ad aggiornare il complesso sistema di oneri previsti per l’informazione” ha detto Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni, intervenendo al convegno “(Dis)Informazione. Sfide Internazionali e resilienza interna” che si è tenuto alla Farnesina il 7 febbraio. L’evento, realizzato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con “Italian Digital Media Observatory (IDMO)”, aperto dal Ministro Luigi Di Maio, ha visto, accanto agli interventi di accademici la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni pubbliche, tra cui il Sottosegretario di Stato all’Informazione e l’Editoria, Sen. Prof. Rocco Giuseppe Moles, il Presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati, On. Piero Fassino, il Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni del Senato, Sen. Mauro Coltorti, il Presidente dell’ AGCOM, Prof. Giacomo Lasorella, rappresentanti del sistema dell’informazione, del settore privato, fra cui il Presidente Siddi in rappresentanza di CRTV, e, per le piattaforme online, rappresentanti di Meta e Google.
“Oggi abbiamo un mondo dell’editoria iper-regolamentato e iper-responsabilizzato e un mondo che invece, in nome della novità, queste responsabilità tende ad allontanarle, immaginando di risolverle direttamente o in un rapporto di forza di tipo economico e di business.” Ha continuato Siddi “Occorre investire nell’alfabetizzazione digitale per responsabilizzare gli utenti online e per affermare l’Internet ‘buona’ rispetto all’internet ‘cattiva’, che concorre oggi a creare pessima democrazia“. Ma servono allo stesso tempo, ” anche misure di sostegno per i fornitori di servizio pubblico di informazione, per gli editori e i giornalisti: due figure fondamentali per quella informazione professionale che continua ad avere un ruolo importante, ma che spesso deve fare i conti con quell’informazione veloce, rapida che arriva, dalla rete e dai social“. L’auspicio, secondo Siddi, è che l’Europa che sta concludendo l’iter di approvazione del Regolamento sui Servizi Digitali (Digital services Act), “affermi il tema delle responsabilità e ci siano quelle garanzie in più per i cittadini che fanno parte della cultura europea”.
“Il fenomeno della disinformazione ha assunto negli ultimi anni caratteristiche preoccupanti, che spingono ad agire” ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio “occorre un impegno collettivo per proteggere i valori del pluralismo, la trasparenza e la piena libertà di accesso ai nuovi mezzi di comunicazione e preservare, al contempo, la veridicità dei contenuti, per un’informazione di qualità a presidio della democrazia“. Per Di Maio “le sfide che ci troviamo ad affrontare sono riuscire a garantire che i diritti umani si applichino allo stesso modo online tanto quanto offline, e coniugare il diritto ad accedere a tutte le fonti di informazione disponibili con l’esigenza di prevenire e contrastare azioni di interferenza e manipolazione informativa“.
“A livello europeo c’è una stagione di grandissimo fermento e di grande trasformazione normativa con il varo, tra pochissime settimane del Digital Service Act e del Digital Market Act, oltre che l’elaborazione del testo da parte della Commissione del Media Freedom Act e del regolamento sulla trasparenza della pubblicità politica, che dovrebbero formare il nucleo di un modello europeo di disciplina del settore digitale” ha detto il presidente AGCOM, Giacomo Lasorella. Sul tema del rapporto tra informazione e democrazia i social hanno completamente cambiato il paradigma di riferimento, ha aggiunto, ma “non si può impostare la questione in termini di pura e semplice libertà di espressione, ne’ di fake news. Il problema è quello delle strategie di disinformazione. La responsabilità non è tanto dei social media in sé, quanto di chi li adopera strumentalmente. Uno dei temi più rilevanti è come gli algoritmi delle piattaforme favoriscano o addirittura incentivino questo fenomeno. Bisogna rendere trasparenti gli algoritmi: passata la fase di autoregolamentazione, la strada è quella indicata anche in sede europea della co-regolamentazione”.
“Tutti noi vogliamo una rete più trasparente, inclusiva, pluralista e democratica in cui siano chiari i responsabili delle informazioni, in cui ci sia tutela dell’identità digitale delle persone, in cui sia certa la paternità dei dati e ci sia la possibilità di rettificare con immediatezza le notizie” – ha detto il sottosegretario di Stato all’Informazione e l’Editoria, Rocco Giuseppe Moles. È necessario un ripensamento del ruolo dell’intero sistema con il coinvolgimento delle istituzioni e di tutti gli attori sul campo. Lo abbiamo fatto già con il recepimento la ricezione della nuova direttiva sul copyright. Con il mio dipartimento stiamo avviando un progetto di nuova comunicazione istituzionale sulla disformazione e a sostegno di pratiche positive dell’uso dei media digitali“.
“Informazione e politica estera sono legate soprattutto oggi. Comprendere questa interrelazione è fondamentale” ha detto il segretario generale della Farnesina Ettore Sequi “Il fenomeno della disinformazione pone relazioni inedite anche nella condotta tra Stati anche a causa di “tecnologie dirompenti per portata e pervasività“, che minacciano la “stabilità internazionale“.