Il rapporto sulle news pubblicato da EBU comprende una seconda parte dedicata alla domanda di news (tout court, non solo di servizio pubblico) di particolare interesse. Le fonti di questa parte si basano sostanzialmente su l’Eurobarometro di Eurosta il Digital News Report di Reuters Institute, come indicato nell’ articolo dedicato all’offerta di news dei servizi pubblici radiotelevisivi. In linea generale, il rapporto documenta la persistente importanza di televisione e radio nella dieta informativa degli europei, anche se ad essi si affiancano sempre più punti di accesso alle news online e social. Il maggiore discrimine per l’utilizzo delle piattaforme online è l’età, con una decisa propensione dei giovani per le piattaforme e gli strumenti online. Particolarmente interessante l’analisi della tipologia di news ricercate dalle varie coorti demografiche, la persistente domanda di gratuità dell’offerta informativa, l’emersione del podcast fra i nuovi mezzi/modi di consumare le news. Di seguito i principali dettagli desumibili dalle slide rese accessibili al pubblico dalla EBU.
Televisione e radio rimangono piattaforme di riferimento per la popolazione, ma cresce l’online, soprattutto fra i giovani. I dati documentano un 75% di intervistati che accede alle news televisive nell’ultima settimana (indagine Eurobarometro), 39% alle news radiofoniche: ma il 43% fa riferimento a piattaforme news online, il 26%ai social media e ai blogs. Sono dati riferiti a un campione rappresentativo del totale popolazione(15+, 27 UE).
News e classi di età. Scendendo ad analizzare questo dato per classi di età, si evince nettamente come il ricorso alle news dei media tradizionali sia massiccio per i 55+ (tv sale all’85%, radio al 42%), e a contrario per le classi più giovani; ma anche una presenza importante degli over 55 anche su piattaforme news online (40%) oltre, ovviamente alla stampa terzo mezzo dopo tv e radio. Un dato interessante è anche quello delle classi di età centrali (25-39 anni) e il ruolo dei social nell’accesso alle news dei più giovani (15-24anni), elemento che deve far riflettere su come intercettare questi target.
I giovani: ecletticità di interessi e frammentazione dell’accesso online, ruolo della condivisione. Ma forse le evidenze più interessanti per questo target sono quelle relativa al tipo di news richieste: i giovani sono più eclettici nella richiesta di news, non esistono le “hard news” (politica, UE, internazionale), o meglio non solo, fra gli interessi sport, scienza e tecnologia, arte, per citarne alcuni. Nel grafico a radar tale rappresentazione di interessi quasi a 360° è quasi grafica, appunto.
Scendendo nel dettaglio delle fonti di accesso alle news online, un altro spunto di estremo interesse: mentre i target più anziani e adulti tendono a cercare dei brand di riferimento informativi anche online, per i giovani un ruolo importante è quello della condivisione social, della segnalazione di gruppi di amici e il ricorso agli aggregatori di news. Se influisce l’aspetto dei consumi più fluidi propri dei nativi digitali, forse le generazioni più giovani faticano a trovare un’offerta informativa (linguaggio, temi, modalità di contatto) ad essi congeniale nei mezzi tradizionali.
Il rapporto tocca in superficie l’aspetto più macroscopico del discrimine dell’età nella domanda di news, rappresentata non a caso come una punta di un iceberg, ma su temi, consumi e piattaforme della news influiscono altri aspetti quali il genere, l’educazione, l’etnia…
Una richiesta è comune a tutte le stratificazioni: l’accesso alle news deve essere gratuito, 70% degli intervistati.
Qui il link al rapporto completo accessibile al pubblico.