Sarà il Regno Unito il Paese che ospiterà lo Eurovision Song Contest (ESC) 2023: la notizia è rimbalzata in questi giorni, a seguito della constatazione che l’Ucraina – Paese dei vincitori dell’edizione di quest’anno – non potrà farlo per motivi di sicurezza. Il Regno Unito è stato scelto, fra varie soluzioni esaminate, in quanto nazione dei secondi classificati e sarà quindi la BBC a organizzare e trasmettere la gara canora. L’Unione Europea delle Radiotelevisioni (EBU nell’acrionimo inglese, associazione delle emittenti pubbliche europee, ma non solo – conta membri in 56 Paesi, incluse le Americhe, il Medio Oriente e l’Africa), che ha ideato e produce l’evento ha anche pubblicato un rapporto con i dati dell’ultima edizione 2022, che si è svolta a Torino – impatti economici, sociali, culturali e online – e annunciato una nuova versione oltreoceano, la terza del format canoro live.
ESC 2023, il Regno Unito ospita l’Ucraina. Le notizie di questi giorni hanno dato voce al rammarico dell’emittente pubblica ucraina, ma anche allo spirito di solidarietà che ha ispirato questa scelta. Mykola Chernotytskyi, capo del consiglio di amministrazione dell’emittente pubblica ucraina, ha dichiarato: “L’Eurovision Song Contest 2023 non sarà in Ucraina ma a sostegno dell’Ucraina. Siamo grati ai nostri partner della BBC per averci mostrato solidarietà. Sono fiducioso che insieme saremo in grado di aggiungere lo spirito ucraino a questo evento e unire ancora una volta l’intera Europa attorno ai nostri valori comuni di pace, sostegno, celebrazione della diversità e del talento“. UA: PBC lavorerà con la BBC per sviluppare e implementare gli elementi ucraini nello show del prossimo anno. Dal canto suo Tim Davie, Direttore Generale della BBC, ha dichiarato: “La BBC si impegna a rendere l’evento un vero riflesso della cultura ucraina, e a rappresentare al tempo stesso la diversità della musica e della creatività britanniche”. Per l’emittente pubblica britannica, per la quale non è la prima volta che ospita l’evento al posto di altri Paesi vincitori , inizierà orail processo di selezione della città ospitante e del logo, recita la nota EBU. Nella lunga storia dello Eurovision Song Contest (ESC) che ha visto la luce agli albori della televisione nel 1956, il Regno Unito è anche il Paese che ha ospitato più edizioni del festival, in diverse città: Londra (1960, 1963, 1968,1977), Edinburgo (1972), Brighton (1974), Harrogate (1982) e Birmingham (1998), recita la nota EBU.
ESC 2022, i dati. Contestualmente all’annuncio l’EBU ha rilasciato un rapporto, reperibile a questo link CRTV, che documenta l’impatto economico, sociale e culturale dell’ultima edizione 2022, che, come noto, si è svolta a Torino, poiché l’Italia era risultata vincitrice lo scorso anno con i Maneskin. Ne riportiamo qualcuno: oltre 180 milioni di ascoltatori fra piattaforme TV e online, il 25% dei quali di età compresa tra 4 e 35 anni; 702 milioni di euro il valore pubblicitario generato, 119.000 gli articoli online; le 40 canzoni ESC sono state trasmesse in streaming 544 milioni di volte. Durante la Grand Final, le quote di pubblico in 40 dei 56 mercati in cui l’ESC è stato trasmesso, hanno raddoppiato regolarmente il numero di spettatori in prima serata, quadruplicato il pubblico di età compresa tra 15 e 34 anni. Inoltre, l’impatto sul territorio ospitante è notevole: il 57% dei turisti ha visitato Torino in occasione dell’evento che, oltre alla musica, celebra la diversità (culturale e linguistica), l’inclusione, i territori. Dati anche sulla crescita, di anno in anno, evidenziano come stia diventando, come vedremo più avanti, un vero e proprio format esportabile.
Di seguito l’infografica tenta di dare una sintesi dei dati riconducibili all’evento. Ma nel rapporto c’è molto altro, oltre all’impatto economico, per es. la pubblicità generata sui mezzi, gli investimenti sul territorio, il marketing delle città ospitanti, l’impatto online (es. dati del canale youtube e seguito social, per citarne alcuni).
Fra i grafici abbiamo scelto di proporre anche un aspetto meno noto, ma di grande interesse: la celebrazione della diversità culturale, in questo caso linguistica. Tutti elementi che contribuiscono a confermare il ruolo della televisione, ma anche della radio, nel creare grandi eventi e aggregazione sociale. Ben oltre, ben prima e con maggiore forza e intensità di Internet.
Il brand ESC oltreoceano. Quello che risulta dalla ascesa dello European Song Contest è che è un brand molto interessante economicamente e anche per es. per la musica e lancio di talent: nella sua lunga vita il Contest ha lanciato le carriere globali di un’ampia varietà di artisti, tra cui i più recenti vincitori italiani Maneskin, ma nel passato si ricordano Celine Dion, gli ABBA, Julio Iglesias e molti altri. Il brand, soprattutto, vetrina dei contest internazionali europei, configura l’ESC come un vero e proprio format esportabile: il modello è stato già adottato oltreoceano, come testimonia il grafico che segue, riferito all’”American Song Contest 2022″, trasmesso dalla NBC in long form (8 settimane), e ad altri contatti in itinere (Canada e America Latina).
È del 12 luglio scorso l’ annuncio della partenza dello “Eurovision Song Contest Latin America ” che sarà prodotto da Voxovation, produttore delle altre due nuove versioni locali, l’”American Song Contest” e lo “Eurovision Song Contest Canada”, che lancerà nel 2023. L’adattamento latino rispecchia l’esistenza di un pubblico oltreoceano dell’evento cresciuto negli anni. Lo Eurovision Song Contest 2022 di Torino da solo ha generato oltre 75 milioni di spettatori unici su YouTube di tutti i contenuti ESC in 232 territori in tutto il mondo, con i Paesi dell’America Latina tra i mercati con le migliori prestazioni fra le nazioni non partecipanti: tra essi, Argentina, Brasile, Cile e Messico hanno registrato le visualizzazioni di contenuti più elevate. Lo “Eurovision Song Contest Latin America” segna l’ultimo sviluppo nell’espansione globale del format ESC. Come per il Regno Unito, inizia per questo continente la ricerca della prima città ospitante per lo “ESC Latin America”, tra i mercati latinoamericani con le migliori prestazioni, recita la nota.