Nella relazione della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo (JURI) e nel webinar (Fapav/Luiss) dedicato alla tutela dalla pirateria sportiva online si tratta delle regole e gli strumenti da mettere in campo, letteralmente, per tutelare dalla diffusione illegale degli eventi online. La Commissione Giuridica (JURI) del Parlamento europeo ha pubblicato una Relazione relativa alle sfide presenti e future che gli organizzatori di eventi sportivi dovranno affrontare nell’ambiente digitale. La relazione, che verrà votata come risoluzione nella prossima plenaria del Parlamento Europeo, si sostanzierà in una raccomandazione alla Commissione UE di predisporre regole e strumenti all’avanguardia per azioni tempestive di contrasto alla diffusione illegale di contenuti sportivi live tra cui la specifica dei tempi di intervento rapidi (max 30 minuti), la previsione di un canale preferenziale per trusted flaggers, l’ingiunzione dinamica, il watermarking dei contenuti, l’armonizzazione e il coordinamento a livello UE. Al tema è stato dedicato anche il webinar “Il Digital Services Act per contrastare la pirateria sugli eventi sportivi” lo scorso 7 maggio, organizzato dal Prof. Paolo Marzano (Legance), che ha predisposto tale Rapporto per conto del Comitato JURI nel dicembre 2020, con la Luiss (School of Law, centro di ricerca BILL) e il supporto di FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Fra gli interventi si segnalano quello di Carolina Lorenzon (Mediaset), Massimiliano Capitanio (Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera), Giuseppe Moles (Sottosegretario all’Informazione e l’Editoria), Adrián Vázquez Lázara (Commissione giuridica del Parlamento europeo), Maja Cappello (Osservatorio europeo dell’audiovisivo, Consiglio d’Europa), Luigi De Siervo (Serie A). Tutti i relatori hanno convenuto che il DSA presentato dalla Commissione Europea, che ha iniziato l’iter Parlamentare UE, è un’occasione importate per la tutela dei diritti online, ma va migliorato in alcune parti, integrandolo con norme come quelle proposte all’interno della Risoluzione che si voterà la prossima settimana nel Parlamento europeo, che prefigura per lo specifico degli eventi sportivi lo stato dell’arte norme e misure predisposte nei vari paesi a tutela dei contenuti coperti da copyright.
L’interesse della risoluzione risiede nel fatto che siamo ad un momento in cui a livello UE si costruisce il futuro digitale, altamente strategico perla ripresa e lo sviluppo del continente e particolarmente cruciale per l’industria audiovisiva europea poiché convergono la definizione di diverse norme della Commissione UE, fra cui il DSA (ma anche DMA e l’e-privacy, per es. ) e la fase di applicazione effettiva (in Italia siamo alla decretazione attuativa, attesa ai primi di giugno) della nuova direttiva copyright (ma anche AVMS).
La relazione della Commissione JURI. Nell’allegato alla risoluzione del Parlamento europeo sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, approvata nel marzo 2019 era previsto che la Commissione avrebbe valutato “le sfide degli organizzatori di eventi sportivi nell’ambiente digitale, in particolare le questioni relative alla diffusione illegale online di trasmissioni sportive“. In mezzo c’è stato il Covid e il blocco, fra gli altri, dei grandi eventi sportivi, la cui mancanza ne ha messo in luce l’importanza di tali eventi anche come fattore di coesione e condivisione. E come industria: i settori legati allo sport rappresentano il 2,12% del PIL dell’Unione e il 2,72% dell’occupazione, indica il rapporto. Lo sviluppo del digitale e delle nuove tecnologie ha reso più facile per tutti, tifosi e non, accedere alle trasmissioni di eventi sportivi e su tutti i tipi di dispositivi. Tuttavia, questo ha avuto anche l’effetto di aumentare l’esposizione a contenuti illegali su piattaforme pirata, che hanno favorito la trasmissione online illegale di trasmissioni sportive in violazione del copyright e la pirateria online all’interno e all’esterno dell’Unione.
Come spiegato anche dal relatore della proposta, la pirateria di eventi sportivi è un problema reale con specifiche conseguenze su tutte le imprese dell’indotto, sull’industria che ruota attorno a tali eventi e su quella dell’audiovisivo. L’attuale quadro giuridico non consente una sufficiente ed efficace protezione degli eventi sportivi “dal vivo”, per questo motivo si è ritenuto utile rafforzare i diritti esistenti al fine di ottenere un’effettiva e piena applicazione degli stessi, compresa la possibilità di richiedere il blocco in tempo reale degli accessi alle piattaforme pirata o la rimozione di contenuti sportivi trasmessi in diretta senza autorizzazione.
Cruciale nel tutelare gli eventi live (e, aggiungeremmo, i contenuti premium) è infatti il fattore tempo. Fra le varie norme di interesse previste dalla risoluzione si segnala: la definizione di rapida rimozione (entro 30 minuti dalla ricezione della notifica); l’invito a valutare le ingiunzioni dinamiche, che hanno dimostrato efficacia in varie giurisdizioni nazionali e introdurre la disabilitazione real time; il riferimento ai segnalatori attendibili (trusted flagger) e allo sviluppo di software per l’identificazione dei contenuti; la richiesta di migliorare le infrastrutture, armonizzare le regole e le misure esistenti; il riferimento al rischio di furto di dati ed esposizione ai malware per gli utenti di contenuti illegali; il chiarimento che la titolarità dei diritti è inequivocabile nel caso di diritti sportivi.
DSA e Copyright. Gli interventi concordano sul fatto che il copyright, lex specialis, non deve essere derogata dal DSA, orizzontale: il rischio è che si comprometta il fragile equilibrio raggiunto nell’art 17 in tema di autorizzazione e valorizzazione dei diritti da parte dei detentori. “Con il DSA, per come è interpretabile oggi, non siamo tranquilli, introduce limiti vistosi nella responsabilità degli intermediari e rischia di cancellare 10 anni di sentenze, perché integra in maniera in maniera peggiorativa alcune fattispecie, tra cui l’articolo 8. Noi dobbiamo bloccare queste attività in tempo reale, perché sono live, il rischio è che noi arriviamo ad intervenire dopo il fischio finale” dichiara De Siervo. Concorda la Lorenzon, che specifica che nell’art 8 preoccupa in particolare la previsione di fornire l’URL negli ordini emessi dall’autorità giudiziaria per la localizzazione del contenuto illecito, nonostante la costante giurisprudenza italiana, ma non solo, va nel senso di imporre ordini inibitori pro futuro “L’url è funzionale per tracciare un terrorista online ma non è la modalità più idonea a garantire la rimozione dei contenuti AV e soprattutto a garantirne lo stay down (giusrisprudenza italiana e caso Facebook/Corte Giustizia Europea ). Per i detentori dei diritti si tratta di un meccanismo troppo oneroso e inefficiente” e aggiunge “La soluzione è tecnologica (come giustamente indicato dal presidente Lázara e nella relazione JURI di cui è shadow rapporteur): sviluppare sistemi di watermarking, idealmente con standardizzazione europea per garantirne l’adozione a larga scala e l’interoperabilità”.
DSA, una grande occasione, ma va migliorato. “Sono tante le potenzialità del DSA, che contiene disposizioni utili nella lotta alla pirateria e che si presenta come uno strumento regolamentare orizzontale, che va a riguardare tutti i contenuti illeciti online, tra cui quelli che contrastano con il diritto d’autore: si propone di armonizzare gli elementi minimi degli ordini, di indicare gli elementi più qualificativi, le procedure, gli ambiti territoriali, gli stessi diritti di libertà di espressione, il coordinamento transazionale; la normativa ha il pregio di andare oltre il modello del “Buon Samaritano”, basato su azioni volontarie che non escludono l’applicazione del regime di esenzione di responsabilità e che fino ad ora non hanno portato a sostanziali riduzioni dei contenuti illeciti sul web; e favorisce anche l’integrazione dello strumento del “Know your business customer” (KYBC), semplice quanto efficiente, per combattere l’anonimato sul web”, ha detto la Cappello.
“Il DSA rappresenta una grande occasione, ma va migliorato, iniziando dalla proposta che sarà votata il 17 maggio in Parlamento, perché si deve creare un blocco a sostegno della risoluzione. Solo con il DSA e la direttiva copyright non si va avanti, e la politica deve promuovere una battaglia culturale forte e lavorare a nuovi provvedimenti” ha concluso Capitanio.
ALLEGATI
2021_04_21 Rapporto Commissione JURI su eventi sportivi_ITA