Nella plenaria del 18 aprile i deputati hanno invitato l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg a rispondere presso il Parlamento europeo alle domande dei deputati sull’uso improprio dei dati personali dei cittadini europei. Si tratta di un secondo invito, che segue quello formulato dal Presidente Tajani. I deputati hanno espresso preoccupazione per gli effetti dei social media, le notizie false e la manipolazione delle elezioni sui
processi democratici. Lo scandalo è stato visto come un campanello d’allarme per la necessità di garantire la protezione dei dati contro l’uso politico e commerciale dei dati personali. I deputati hanno sottolineato che il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) che si applicherà a partire dal 25 maggio darà ai cittadini il controllo sui loro dati personali e stabilirà standard globali, ma le nuove norme potrebbero essere non sufficienti e hanno invitato il Consiglio a procedere con il regolamento sulla privacy delle comunicazioni elettroniche (e-privacy).
Il regolamento sull’e-privacy è mirato a sostituire le linee guida omologhe, approvate sotto forma di direttiva e risalenti al 2002 e ad affiancare e sostenere il Regolamento generale dell’Unione Europea (GDPR), partendo dalle definizioni in esso contenute, in particolare nelle aree delle iniziative di marketing non richieste (unsolicited), i cookies a la confidenzialità dei dati. Se infatti il GDPR è volto ad attuare l’art. 8 della Carta Europea dei Diritti Umani in termini di protezione dei dati personali, il regolamento e-privacy si riferisce all’art. 7 sul rispetto della sfera privata. Il regolamento sull’e-privacy è in discussione dall’aprile del 2016, a gennaio 2017 la Commissione europea ha pubblicato una prima bozza, contro la quale si sono espressi diversi comitati e quindi una seconda bozza, ad opera del Parlamento europeo è stata circolata a ottobre 2017 (a GRPD già approvato). Il testo è ora all’esame del Consiglio. Originalmente era pianificato che il regolamento ePrivacy e il GRPD entrassero in vigore simultaneamente. A testo approvato, si presume che l’accordo del trilogo arrivi a inizio 2019, ci sarà poi un periodo transitorio della durata di un anno per l’attuazione.
Documento sullo stato dell’arte della normativa e-privacy prodotto dal Parlamento UE
Nel frattempo in un blog dedicato Facebook annuncia le proprie norme relative all’adeguamento alla normativa privacy UE in vista dell’entrata in vigore il 25 maggio prossimo del GDPR. Il social network richiederà una revisione delle scelte di adesione a partire dalla pubblicità basata su dati di partner (come website e app incluso ad esempio l’opzione “like”; sulle informazioni da condividere sul proprio profilo; sul riconoscimento facciale (escluso per i minori di 18). Il social network promette infine percorsi semplificati per la accedere, cancellare e scaricare informazioni, e nuove tutele per i giovani.