È essenziale che politica e istituzioni aprano una vertenza sulla disinformazione e sulla scommessa che scuola e sensibilizzazione pubblica possono giocare per ridimensionare le criticità e riavviare il dialogo in una società aperta.” E’ ciò che ha affermato il Commissario dell’AGCOM Mario Morcellini nel corso della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge firmata dal deputato del Movimento 5 Stelle, Paolo Lattanzio, finalizzata all’istituzione di una Commissione d’inchiesta per il contrasto alla “diffusione massiva e fuorviante di informazioni false attraverso l’intero sistema mediatico, analogico e digitale, sul diritto all’informazione e sull’utilizzo critico dei media per il contrasto alla disinformazione.“La disinformazione –ha detto Morcellini – non è un problema accademico e tanto meno di minoranze: compromette la possibilità stessa che gli uomini ricorrano alle parole e alla comunicazione come strumenti di conoscenza e di riduzione dell’attrito tra le persone”. Tutto questo, secondo Morcellini “vale tanto più per i giovani, nella cui vita l’interazione con i media e soprattutto con i social fa aumentare a dismisura il potere performativo delle tecnologie spesso anche a danno della forza dei messaggi della scuola e degli adulti”. Per Morcellini “una Commissione d’inchiesta, anche dal punto vista della solennità e rilevanza di questo strumento parlamentare, appare una strategia appropriata di studio, di contrasto e di proposte.”
Come CRTV ha ribadito più volte, tra l’altro anche all’interno Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali istituito dall’Agcom (Delibera n. 423/17/CONS) è fondamentale, nell’affrontare il tema della disinformazione, tenere in adeguata considerazione il ruolo degli editori e media tradizionali, che sono soggetti alla piena responsabilità editoriale, penale e civile; presso di loro operano professionisti dell’informazione, i giornalisti, che rispondono, tra l’altro, alle disposizioni del codice deontologico. Il volume e la contagiosità attuale delle fake news è strettamente connessa al fatto che esse si presentano come aspetto precipuo di internet: proprio il fatto che esse nascano nella Rete, e siano quindi duplicabili in maniera incontrollata, rappresenta il principale segno di distanza con il mondo dei media tradizionali. Ben venga pertanto una commissione dedicata all’indagine degli strumenti normativi migliori per contrastare un fenomeno dilagante, cruciale per il pluralismo e la democrazia e per lo sviluppo di una coscienza critica delle generazioni nate e cresciute con Internet. Ma non si aggiungano nuove norme e oneri agli editori tradizionali. CRTV ha ribadito in tutte e sedi istituzionali che anzi si constata una profonda disparità di disciplina: i media tradizionali devono rispettare, nell’attività di raccolta e comunicazione delle notizie, i tre requisiti della verità, dell’interesse pubblico e della continenza delle espressioni; devono rispettare le norme sulla riservatezza delle persone (GDPR e Codice Privacy con le ultime modifiche); sono soggetti anche alle norme deontologiche previste per i giornalisti; le norme previste per disciplinarne l’attività sono facilmente coercibili (sequestro delle copie, obbligo di rettifica, etc.); vi è abbondante elaborazione giurisprudenziale su cosa sia informazione corretta e cosa non lo sia. Nulla di tutto ciò è riscontrabile nell’attività on-line.
Il Presidente di CRTV Franco Siddi ha commentato: “In un periodo in cui il dibattito sulle fake news è all’attenzione generale, Radio e Tv sono da sempre impegnate ad operare con responsabilità, etica e trasparenza, nella produzione e veicolazione di informazioni mediate e verificate. D’altronde non può che essere così per un sistema, come quello da noi rappresentato, in cui Radio e Tv sono editori, ossia attori identificati e riconoscibili che hanno instaurato, con la filiera e con il proprio pubblico, un rapporto fiduciario basato sulla correttezza, l’autorevolezza e la responsabilità”.
Per scaricare la proposta di legge QUI