Fake News. Nieri, non c’è libertà senza regole. Mercoledì 18 luglio si è svolto a Roma presso la FIEG il convegno “Fake News: regole e limiti dell’algoritmo” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia di Media Duemila. Presenti diversi stakeholder del sistema – accademia, editori di carta stampata e radiotelevisivi, agenzie di news, giornalisti, piattaforme esponenti del mondo della cultura, fra cui Rita Borioni, appena rieletta nel CDA Rai.
Quanto delegare alla tecnologia e quanto alla responsabilità di giornalisti, editori e piattaforme è stato il tema su cui si è sviluppato un acceso dibattito. “All news is fake” diceva McLuhan nel 1969. “Non possiamo delegare all’algoritmo il compito di garante della verità. Cultura e tecnologia non sono due mondi separati, riconoscere, identificare la falsità (“spotting the falsehood”) è una competenza sulla quale bisogna accendere i riflettori” il dibattito, introdotto da Derrick de Kerckhove (direttore scientifico Media Duemila/OTM) è stato mediato da Maria Pia Rossignaud (direttrice di Media Duemila e vicepresidente OTM).
Per Confindustria Radio Televisioni il Presidente Franco Siddi (che è anche Presidente dell’Osservatorio) ha sottolineato come la Rete e in particolare le posizioni dominanti che in essa si sono create e i rischi che da queste discendono – un caso per tutti, il recente Facebook Cambridge Analytica – richiedano di “agire con urgenza sul problema dell’accesso all’informazione online, contribuendo nella costruzione di un pensiero critico, consapevole e scevro da visioni anch’esse dominanti.” “Ruolo centrale dell’alfabetizzazione digitale quindi, e tracciabilità di fonti certificate, come ad es. sono quelle professionali” ha continuato Siddi. “I like non sono certificazioni di affidabilità, non bastano gli algoritmi, si deve seguire un percorso condiviso e basato sulla correttezza. Un progetto che superi la logica degli schieramenti fra vecchi e nuovi media a sostegno dell’informazione corretta a misura di utente e media”. “Il lavoro avviato in sede UE con il Gruppo di Esperti costituito sul tema e il tavolo di lavoro dell’AGCOM sono un buon punto di partenza” ha concluso Siddi.
Gina Nieri, CDA Mediaset, Consigliere di CRTV e membro del Gruppo di Esperti di Alto Livello UE (HLG) ha commentato che “i fenomeni di diffusione di notizie false online, virali e rapidissimi, possono configurarsi in veri e propri attacchi alla democrazia”. Un esempio recente è stata la campagna virulenta che si è sviluppata intorno al voto sulla direttiva copyright, “una campagna fake a tutti gli effetti: una norma intesa a estendere all’ambiente online la tutela che il diritto di autore ha offline come la facoltà di controllare la diffusione dei contenuti e la riferibilità presentata come una forma di censura; e l’equa remunerazione del diritto di autore, e quindi un corrispettivo fra controparti, presentata come una tassa (la link tax), imposta all’utente”. Controllo, riferibilità e equa remunerazione dei contenuti sono i pilastri della disciplina del diritto di autore e alla base degli investimenti della filiera creativa. Il lavoro in ambito UE sul tema, ha concluso la Nieri, ha prodotto un Rapporto dell’HLG sulla necessità di un approccio multidimensionale alle fake news e un codice di autoregolazione presentato dalle piattaforme e gli investitori pubblicitari , il cui draft è stato presentato ieri per un parere (si v. articolo dedicato).
Fra gli interventi si segnalano quello di Francesco Vatalaro, Professore di Telecomunicazioni dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha parlato di fenomeni malevoli ricorrenti della Rete, legati ai suoi stadi di sviluppo – i virus negli anni 90, gli spam negli anni 2000, le fake news ora – per cui sono stati approntati meccanismi anche tecnologici di difesa (antivirus, antispam): anche per la disinformazione si potrebbero creare dei pre-filtraggi, alert e altre misure condivise. Vatalaro ha sottolineato anche la necessità di prevenire il prossimo fenomeno, l’Internet of Things e gli attacchi, questa volta rivolti alle persone, che possono derivarne. Si segnala anche il contributo di Massimo Di Felice, Professore a San Paolo (Brasile), che ha parlato di cambio di paradigma dell’architettura dell’informazione che oggi appare non prodotta e confezionata dall’istituzione media, ma interpretata, modificata, completata, condivisa in un’ottica collaborativa per arrivare ad una verità “relazionale”. Un cambiamento di paradigma che richiede un adeguamento delle regole e degli approcci.
Tirando le fila del dibattito Fabrizio Carotti, Direttore Generale FIEG, ha trovato un punto di caduta comune del tavolo nel ruolo e il valore, anche online, di una informazione attendibile e certificata, come è quella prodotta dai giornalisti e gli editori media e di carta stampata.