Copyright: enforcement e prevenzione . La presentazione dei risultati della ricerca Fapav/Ipsos sulla pirateria è stata l’occasione per fare il punto sull’enforcement della tutela del copyright online. L’intervento di Mario Catania, Presidente della Commissione d’inchiesta sulla contraffazione e la pirateria commerciale della Camera dei Deputati, dopo aver inquadrato il fenomeno della pirateria del prodotto audiovisivo all’interno del quadro più ampio della contraffazione, ha indicato la necessità di affiancare all’azione penale, illeciti amministrativi moderni e agili e campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Regolamento AGCOM, fra fake news e best practice. L’intervento di Francesco Posteraro, Commissario AGCOM, dopo una disamina delle fake news che si sono susseguite negli anni di gestazione, ma di anche applicazione del Regolamento sul diritto di autore online, ha richiamato i successi del provvedimento, che ha costituito una best practice a livello internazionale. Il provvedimento ha anche dimostrato l’efficacia dello strumento amministrativo, con un’alta percentuale di adeguamenti spontanei. Oggi non si parla più di attentato alla libertà della rete, il regolamento appare efficace come strumento alternativo alla via giudiziaria. Permangono tuttavia delle criticità, fra cui la necessità di semplificare i ricorsi, su cui si sta lavorando, e come arginare l’aggiramento delle inibizioni degli IP e dei DNS dall’estero e con gli alias.
Offerte accessibili e finestre flessibili. Accessibilità dell’offerta, con la leva del prezzo e delle finestre distributive, è uno dei temi regolamentari che sono stati toccati. In realtà l’offerta legale è largamente accessibile nel mondo – secondo l’intervento di Christopher Dodd, Presidente MPAA – sono oltre 480 le piattaforme che offrono servizi AV legalmente nel mondo – e sono numerosi anche in Italia (citato in particolare il portale “mappa dei contenuti”). Riguardo alle finestre distributive, è stato reiterato che l’industria audiovisiva si basa sullo sfruttamento territoriale dei diritti e sulle esclusive, che ancora oggi sono risorse imprescindibili per gli aventi diritto. Ciò non toglie, secondo Nicola Maccanico, AD Vision Distribution, che si possano predisporre delle finestre flessibili (per spazio/tempo), singolarmente pattuite, per venire incontro ad una domanda (che si basa sul qui e ora) (ora e qui) inevasa o non evadibile – per es. nel caso della fruizione in sala, per mancanza di cinema sul territorio – che oggi è soddisfatta dalla (ed alimenta) l’offerta illegale. Una sorta di “risposta asimmetrica”.
Sanzionare per educare. L’intervento di Giampaolo Letta, VP e AD Medusa in tema di enforcement ha richiamato la necessità di cambiare atteggiamento, seguendo l’esempio tedesco e di punire anche l’anello finale della catena, l’utente che visiona contenuti illeciti. La sanzione ha l’effetto di rafforzare la percezione di commettere un illecito, come hanno dimostrato le recenti campagne in Italia per il casco o la cintura di sicurezza.
Prevenzione e formazione. Tutti gli interventi che si sono susseguiti hanno infatti ribadito l’importanza di promuovere una corretta formazione/comunicazione (giovani ma non solo) sul reato e i danni che esso provoca all’industria e alla creazione. Fra questi il Direttore Generale Cinema del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Nicola Borrelli, che ha affermato che una nuova legge prevede un intervento organico nel mondo scolastico con un fondo di 12 milioni di euro. Secondo Paolo Genovese, regista e sceneggiatore, l’educazione deve ricomprendere anche politiche che promuovano la visione in sala – condivisa, su grande schermo – e una cultura del “buon film” come la buona cucina, una cultura ormai diffusa in Italia: in Francia c’è una cultura del cinema più che del film. L’intervento di Angelantonio Racanelli, Procuratore Aggiunto a Roma, ha posto l’accento anche sulla necessità di formare magistrati e professionisti del diritto di autore. E di spingere per una depenalizzazione del reato (congestione della giustizia penale, mancanza di tempestività dell’intervento e rischio di prescrizione) rafforzando le sanzioni amministrative. Sulla necessità di professionalizzare gli interventi in materia anche la Guardia di Finanza, rappresentata dal Colonello del Nucleo Speciale Radiodiffusione ed Editoria, le cui indagini sulla pirateria online rientrano nella più ampia categoria dei reati informatici (hate speech, cyberbullismo, per citarne alcuni).
Il mercato Unico Digitale e l’indebolimento dell’istituto del copyright. Diversi gli interventi critici della revisione della tutela del copyright intrapresi a livello UE nell’ambito del DSM: Rossana Rummo, DG Biblioteche e Istituti Culturali MIBACT ha indicato come nelle 16 azioni dell’ambizioso programma della Commissione si siano frammentate politiche che dovrebbero essere affrontate all’interno di una visione unitaria e ci siano delle inspiegabili esclusioni (es. la mancata revisione delle direttiva e-commerce) e ritardi (es. direttiva enforcement), Sulla ambigua posizione UE e sulla nascita di un fronte italofrancese (la dichiarazione congiunta del MIBACT e del Ministero della Cultura e Comunicazione francese del 2 maggio scorso di cui CRTV ha dato notizia), ha parlato Paolo Agoglia, Direttore Ufficio Legislativo e Rapporti Istituzionali SIAE: secondo Agoglia il testo costituisce una lucida analisi delle criticità da un lato e dei punti di diritto irrinunciabili dall’altro. De iure condendo gli interventi più tecnici degli avvocati del settore hanno sottolineato come l’impianto della tutela del copyright come previsto, tra l’altro, nelle diverse convenzioni internazionali, sia ampiamente efficace rispetto a molte delle previste revisioni intraprese a livello UE (un es. per tutti il diritto di comunicazione).
Follow the money, follow the hosting. Le indagini sulla pirateria online evolvono all’evolversi della sofisticazione tecnologica della pirateria. Se prima i domini maggiorente perseguiti erano quelli che producevano pubblicità su siti che formalmente erano di scambio/condivisione di file (ma di fatto erano portali di fruizione) oggi l’attenzione si sposta sui cosiddetti cyberlocker – il download da tali siti è ampiamente utilizzato (57% per programmi tv, 59% per film) – che lucrano sull’abbonamento ai servizi cloud. Qui vincoli di anonimato e privacy rendono l’attività ispettiva più difficoltosa e ripropongono il tema delle responsabilità degli intermediari della rete, anche questo affrontato in maniera insoddisfacente all’interno della strategia del mercato unico digitale UE (DSM), per esempio all’interno della revisione della direttiva SMAV.
L’hosting “consapevole” nella giurisprudenza italiana. La giornata si è chiusa con una serie di interventi di avvocati su come la giurisprudenza italiana, ma anche straniera, stia procedendo nel delineare il tema della responsabilità e della quantificazione del risarcimento del danno e delle sanzioni. Sul tema Stefano Longhini, Responsabile Contenzioso Mediaset, ha illustrato in particolare due sentenze di RTI relative al caso Break TV/RTI, che hanno delineato interessanti aspetti relativi alla responsabilità degli intermediari. Stefano Previti, dello studio omonimo ha indicato come il concetto di responsabilità dell’hosting si stia “emancipando” dalla connotazione attiva o passiva, nel momento in cui l’intermediario sia reso consapevole (gli venga segnalato) dell’illiceità di contenuti trasportati e si possa diffidare (e sanzionare) l’ulteriore distribuzione. Gli interventi tecnici hanno anche indicato come la giurisprudenza stia superando il limite dell’IP e del DNS, facilmente bypassabili con la creazione di nuovi domini dall’estero, attraverso l’inclusione degli alias attuali e futuri. Le frontiere della tutela giudiziaria evolvono anche all’estero, dove la sentenza Alta Corte di Giustizia britannica (caso Football Association Premier League Vs ISP del 13.3.2017) sperimenta addirittura l’inibizione temporale erga omnes di determinati eventi sportivi.
Rete libera non significa anarchica. Le conclusioni della sessione pomeridiana sono state affidate a Paolo Marzano, Presidente CCPDA presso il MIBACT. A fronte della necessità di evolvere e variare gli strumenti di regolazione, enforcement e giurisprudenziali a tutela del diritto di autore nell’ambiente online, secondo Marzano rispetto a qualche anno fa c’è un vantaggio: fake news, cyberbullismo, hate speech, hanno innalzato la soglia di attenzione del dibattito pubblico sulla necessità di “governare” la libertà della rete.