La pirateria di contenuti digitali rimane una pratica radicata nelle abitudini degli italiani, interessando il 38% dei maggiori di 15 anni e il 60% degli internauti. Tuttavia cala il numero di atti illegali (-8% nell’ultimo anno, -14% negli ultimi 3 anni). I contenuti maggiormente piratati restano i film (33% del totale) seguiti da serie e programmi tv (rispettivamente 21% e 20% sostanzialmente stabili). In crescita la pirateria di eventi sportivi live sia in termini di incidenza (+7% rispetto allo scorso anno) sia in termini di atti (+52%). Questi i risultati della Indagine Ipsos per Fapav giunta alla sua terza edizione. A livello di impatti si stimano 109 milioni di fruizioni legali perse di film e programmi con un impatto economico di oltre 600 milioni di euro di ricavi da vendite/noleggio persi direttamente , una cifra importante specie se paragonata al fatturato dell’home entertainment che è oramai al di sotto della quote dei 300 milioni di euro (289 nel 2018 secondo i dati Univideo), 1,02 miliardi di euro di ricavi persi dall’economia legale italiana, in leggera crescita rispetto al 2017, 455 milioni di euro il danno sul PIL , 5900 posto di lavoro a rischio, 203 milioni gli introiti fiscali persi dallo Stato..
Luci ed ombre quindi a fronte però di una cresciuta consapevolezza dell’illegalità degli atti (87% degli intervistati che hanno ammesso fidi aver compiuto atti di pirateria sanno che costituisce un reato; una maggiore incidenza dell’enforcement e delle alternative legali (37% dei “pirati” ha sperimentato l’oscuramento di un sito legale e si è rivolto all’offerta legale).
Dal dibattito, cenni alla stretta crescente delle attività di enforcement sulla tracciabilità degli ISP sulla scia di quanto intrapreso dai tribunali UK e la felice giurisprudenza di Mediaset in Italia e all’estero. E la constatazione, da comunicare agli utenti dell’attività di organizzazioni criminali sottesa alle nuove forme di pirateria via IP (abbonamenti). Per il futuro, implementazione pro-competitiva della direttiva copyright per rilanciare l’industria audiovisiva italiana ed europea esposta alla concorrenza.