Soddisfazione per i risultati dell’indagine condotta da Fapav con Ipsos: la contrazione degli atti di pirateria indica che si sta procedendo nella direzione giusta, anche se molto ancora si può fare in tema di coordinamento ed efficacia degli strumenti di enforcement e normativi. Resta alto il contributo che il settore audiovisivo dà alla pirateria, 617 milioni di euro nelle stime di Fapav sottratti al settore: si tratta di una cifra maggiore di quanto stanziato dal decreto cinema (400 milioni). Per il settore TV risultati meno rosei, il comparto appare più esposto con l’aumento degli atti di pirateria sui programmi e per l’ascesa del download, che sottrae visibilità e contatti ad operazioni di declinazione dell’offerta televisiva online.
Le maggiori risultanze dell’indagine Fapav Ipsos (CAWI su XX Persone 15-74 e focus xx interviste su 10-14)
Pirati 4 italiani su 10: il 37% degli italiani 15-74enni ha fruito contenuti illegali
L’internauta è pirata. Un italiano su due è un utente internet abituale (53% degli italiani 15-74, definizione Audiweb,). In altre parole, il dato precedente significa che 7 utenti internet su 10 hanno fatto almeno un atto illecito di pirateria, 9 su 10 almeno 1 atto di pirateria digitale. Rispetto al 2016, quasi stabili per numero i pirati (-2%), diminuisce del 6% la frequenza di atti di pirateria
Film, serie ed eventi. I film sono il contenuto più piratato (33% degli utenti internet, 81% dei pirati), seguito dalle serie (21 e 57% rispettivamente) e i programmi (intesi come sport ed eventi, 19 e 51%). I film sono anche il contenuto per cui si registra un calo in numero di pirati ed atti, stabili le serie in aumento i programmi.
La pirateria corre sulla Rete. La pirateria è soprattutto digitale e riguarda un italiano su 3 (33%), scende la pirateria fisica, – 2 punti percentuali, all’8%. In calo la pirateria indiretta (prestito o visione), soprattutto di film, che riguarda tuttavia ancora 1 italiano su 5.
Download per la qualità. Aumenta la qualità delle copie piratate, più le serie che i film, e il download è la forma preferita per ottenere tale qualità e in crescita.
Profilo del pirata. Si conferma che il pirata non compie l’illecito per motivi economici, ha anzi un profilo che per istruzione (61% diplomati) e occupazione (54%, spesso autonomi), capacità tecnologiche e device per connettersi sono al di sopra della media italiana. La novità del 2017 è che aumenta la percentuale di donne.
Il danno per l’industria AV. La stima di Fapav/Ipsos viene dedotta traducendo il numero di atti illeciti in fruizioni perse (110 milioni per il 2017 solo per film e serie TV) e valorizzate. 617 milioni di euro il danno stimato per l’industria AV nel 2017 in significativo calo rispetto al 2016 per n. di fruizioni (-14%) e fatturato (-10%), soprattutto per il calo della pirateria di film (rispettivamente -16% e -12% in 1 anno). Il danno complessivo sottostima gli impatti sui singoli settori e appare difficile estrapolare quello televisivo.
Impatto su industria, PIL, occupazione, fisco. 1 miliardo di euro l’impatto indiretto su tutta l’industria, pari a 369 milioni di PIL sottratto, e 5700 posti di lavoro a rischio. 171 milioni di euro sottratti al fisco.
Aumento dell’offerta legale ed effetto Netflix. Perché si è verificato questo calo? Hanno influito la comunicazione sull’illegalità della pirateria online, anche su target sensibili quali i giovani, e le azioni nei tribunali e amministrative sulla base del regolamento AGCOM. Come pure l’aumento dell’offerta legale: unanime l’interpretazione dei convenuti. Offerta legale significa declinazione multipiattaforma della proposta dei maggiori broadcaster, free e pay, di nuovi operatori, (es. Chili e Tim vision), maggiore consapevolezza dell’esistenza di una nuova e varia offerta legale italiana.
Ma anche, riteniamo, impatto significativo dei maggiori operatori Internet anche nel nostro mercato: Netflix anzitutto, che si stima abbia un parco abbonati di 5,4 milioni in Italia, che con un abbonamento flat a basso costo, spesso multiutente, ha una forte penetrazione sul target giovanile: un parco abbonati online che ha già superato quello del maggiore operatore pay nazionale. Ma anche Amazon Prime Video, offerta nata come accessoria all’e-commerce, e quindi più presente su un target adulto di acquirenti, con carta di credito. E’ noto l’investimento che tali operatori stanno effettuando sui contenuti e che comunque, alto perché riferito a un mercato globale, è meno ingente degli investimenti effettuati dai broadcaster a livello nazionale. Soprattutto è infinitamente minore in termini di quota di fatturato dedicato. Un’ascesa che deve far riflettere sull’urgenza di affiancare a strumenti di enforcement sempre più efficaci per combattere la pirateria online una valorizzazione equa dei contenuti in una cornice italiana ed europea più ampia. Come del resto in parte emerso nel dibattito che ha seguito la presentazione dei dati.